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Paperon De’Paperoni in Italia ha all’anagrafe diversi cognomi: la lista dei 10 più ricchi del Paese resta in linea di massima invariata, tra Del Vecchio, Ferrero e Berlusconi . Diversamente aumenta in percentuale il gap congiunturale tra la ricchezza detenuta dalle famiglie più facoltose rispetto alla fetta di popolazione povera.
Rispetto al 2008, in cinque anni i ricchi diventano ancora più ricchi. Lievitano in maniera esponenziale i patrimoni liquidi ed immobiliari dei suddetti, che nel complesso valgono più di tutti i “grandi tesori” sommati appartenenti al 30% della popolazione collocata nella colonna “povera” – un range che abbraccia tutti quei connazionali il cui patrimonio non supera i 6300 euro -.
Cinque anni fa le ricchezze dei dieci Paperoni ammontavano a circa 58 miliardi, in sintesi la metà di quanto avessero dichiarato quel consistente gruppo di 18 milioni di italiani poveri – 114 miliardi -. Nel 2013, in controtendenza con i segnali provenienti dall’economia, i ricchi hanno rinsaldato i propri forzieri, detenedo nel complesso 98 miliardi di euro, una cifra astronomicamente distante da quella del 2008.
Se poi confrontiamo il dato con il totale di quei 18 milioni – circa 96 miliardi – è estremamente semplice riuscire a far quadrare il cerchio della faccenda, al cui interno per effetto dell’inflazione il potere d’acquisto delle famiglie è calato di oltre il 20%.