Anche in Italia ci sono locali che applicano lo sconto bimbi educati. Questa storia che viene da Padova fa riflettere sull’importanza di educare bene i propri figli. I protagonisti sono un gruppetto di genitori, i loro figli e il titolare di un’enoteca, che ha deciso di premiare con uno sconto sul conto la compostezza e l’educazione dei piccoli, che alla fine della cena sono rimasti seduti a colorare e scrivere, senza fare baccano… e senza usare smartphone o tablet!
Il ristoratore e proprietario dell’enoteca Antonio Ferrari di Padova ha raccontato la curiosa vicenda al Corriere, spiegando da dove gli è venuta l’idea: “L’ho copiata da un locale di Miami dove sono stato pochi mesi fa. Mi piacque molto e sono riuscito a metterla in atto anche nella mia enoteca!”, spesso frequentata da famiglie con bambini, specialmente la domenica.
Però Ferrari ci ha tenuto a precisare che alla base della sua scelta non c’è stata la volontà di farsi pubblicità, quanto quella di far riflettere gli adulti sull’importanza di educare i propri figli nella maniera migliore possibile, e soprattutto quella di premiare il gruppetto di bambini che, dopo aver finito di mangiare, sono rimasti quieti al tavolo disegnando e facendo le tabelline sui quadernini portati da casa: “Ho agito d’istinto. Era stato uno spettacolo troppo bello vedere come interagivano tra di loro in quel tavolo, con quanta compostezza. I genitori avevano più o meno la mia età, erano sulla quarantina, i bambini tra i quattro e i sei anni. Avevo troppa poca confidenza per fare i complimenti, era la prima volta che venivano, così ho optato per lo sconto”, ha raccontato il titolare. Un gesto che è stato molto gradito, tanto che poi i ‘grandi’ hanno lasciato anche una mancia di 30 euro per il servizio.
Questa storia potrebbe essere trasformata in un promemoria per neogenitori: vale sempre la pena di educare bene i propri figli, prima di tutto per il bene comune e per il rispetto della collettività, e poi anche perché si possono trovare ristoratori che premiano tutto questo! Anche se, evidenzia Ferrari: “Non voglio che si consideri come una promozione o una offerta commerciale. Non mi va nemmeno di passare per quello che giudica gli altri, perché immagino quanto possa essere difficile fare il genitore oggi”.