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I calciatori che hanno avuto problemi cardiaci

Di calciatori che hanno avuto problemi cardiaci purtroppo ce ne sono stati tanti.

E per giocare a calcio, bisogna avere un gran cuore in tutti i sensi non solo quello sportivamente metaforico. Oltretutto, che funzioni bene. Purtroppo, non sono pochi i casi di calciatori che – ad attività agonistica già iniziata – si sono accorti di avere dei problemi cardiaci. Hanno dovuto sospendere la carriera, in alcuni casi per sempre. C’è anche chi è morto in campo per colpa di malformazioni o malfunzionamenti che nessuno aveva notato prima. Abbiamo fatto una lista di calciatori che nel calcio professionistico delle massime serie che hanno avuto problemi cardiaci, risolti brillantemente o che hanno costretto il giocatore a interrompere l’ascesa in piena attività:

Stephan Lichtsteiner

Il difensore svizzero della Juventus, nel 2015, si è dovuto fermare per un’aritmia cardiaca benigna. Lichtsteiner è stato operato con successo ed è potuto tornare a scorrazzare sulla fascia, sempre con la maglia bianconera addosso. L’intervento all’inizio di ottobre del 2015. I disturbi durante il match contro il Frosinone. Un mese circa per poter tornare all’attività sportiva.

A Lichtsteiner è stato introdotto un catetere ablatore, per via percutanea, attraverso la vena femorale. La stimolazione elettrica permette di studiare la conduzione cardiaca del paziente e individuare il flutter atriale. La radiofrequenza che riscalda la punta metallica del catetere ablatore provoca la distruzione del tessuto patogeno, senza danneggiare quelli sani.

Jonathan Biabiany

Jonathan Biabiany aveva praticamente chiuso con il Milan quando scoprì una miocardite acuta che fece saltare il trasferimento. Il giocatore rimase al Parma, ma ci volle un anno per ottenere l’idoneità a tornare a giocare a calcio. Era stato fermato a inizio settembre del 2014, dopo la gara con il Cesena: “Avevo anche pensato di lasciare il calcio perché, nel gennaio successivo, scoprii che il problema al cuore era più grave di quanto pensassi all’inizio”. Rimise piede in campo con la maglia dell’Inter. Ma prima, Biabiany aveva sofferto. E tanto. Non solo fisicamente, ma psicologicamente: cinque gli specialisti italiani consultati, ognuno con test, esami e riscontri. Poi, a Boston dal professor Baggish, che gli tolse ogni dubbio: “Tornerai a giocare”. Il 20 maggio. nel frattempo, aveva già superato le visite mediche per ottenere il via libera al ritorno all’attività agonistica.

Antonio Cassano

Lo staff medico del Milan salvò la vita ad Antonio Cassano nel novembre del 2011. L’incubo ha inizio in realtà il 29 ottobre, al ritorno dalla trasferta dei rossoneri a Roma. Fantantonio ha un malore all’aeroporto di Malpensa e viene ricoverato al Policlinico della città. Qui gli viene diagnosticata una sofferenza cerebrale su base ischemica, dovuta alla presenza di un difetto interatriale. Il talento di Bari Vecchia viene operato per chiudere il forame ovale pervio il 4 novembre. Il 3 aprile del 2012, a cinque mesi dall’intervento, riottiene l’idoneità agonistica e torna ad allenarsi. Quattro giorni dopo, gioca uno scampolo di partita contro la Fiorentina.

Nwankwo Kanu

L’Inter di Massimo Moratti, dal 1996 al 1998, gli pagò le cure per una malformazione congenita alla valvola aortica. L’attaccante nigeriano Nwankwo Kanu si riprese e fondò pure un’associazione per aiutare i bambini malati di cuore. Fu una visita medica di routine, prima ancora di poter vestire la maglia nerazzurra, a scoprire la disfunzione cardiaca congenita. L’Inter avrebbe potuto risolvere il contratto per inadempienza da parte dall’Ajax, che non aveva informato delle condizioni del giocatore, ma Moratti si occupò personalmente della vicenda, pagando anche l’intervento chirurgico per la sostituzione della valvola aortica. Kanu tornerà a giocare all’inizio del 1998, vincendo la Coppa Uefa. A gennaio del 1999 si trasferì all’Arsenal.

Assane Gnoukuri

Nel mercato di gennaio del 2017 Assane Gnoukuri passa dall’Inter all’Udinese. Ma a febbraio il centrocampista ivoriano di 20 anni viene fermato per problemi cardiaci. Si parla di tre mesi di stop e di una stagione praticamente finita in anticipo. E’ la stessa Udinese a comunicarlo con un comunicato, bissato poi dall’Inter, che è proprietaria del cartellino. Gnoukuri non aveva ancora esordito con la maglia bianconera, ma era andato in panchina contro il Milan.

Taribo West

Altro giocatore di colore con problemi cardiaci è il difensore Taribo West. Dopo l’esperienza con la maglia dell’Inter, il centrale nigeriano si trasferisce al Milan. In realtà, in questo caso la vicenda è controversa. Il calciatore infatti non conferma di aver avuto problemi al cuore: “Mi avevano detto che avevo problemi cardiaci, ma secondo me era solo per farmi andare via. E’ stato un comportamento scorretto. Anche perché poi ho continuato a giocare. E al Milan ho trovato gli unici medici ad avermi diagnosticato questa cosa”.

Cristiano Ronaldo

Pure l’asso portoghese del Real Madrid, Cristiano Ronaldo, a 15 anni ha dovuto fare i conti con un cuore matto. A quell’età, Cr7 si ritrova in una sala di cardiochirurgia per una disfunzione. Lo racconta Dolores Aveiro, madre del giocatore: Il suo cuore aveva una frequenza troppo alta a riposo. Io vivevo a Madeira, sono stata avvisata e ho dato l’autorizzazione all’intervento con il laser. C’era il rischio che Cristiano dovesse smettere di giocare, ma è andato tutto bene e, pochi giorni dopo, era già in campo. Anzi, sembra che quel trattamento gli abbia permesso di correre ancora più veloce”.

Evander Sno

Evander Sno è un difensore olandese con origini nel Suriname. Il 13 settembre del 2010, viene colto da un attacco di cuore mentre è in campo con le riserve dell’Ajax. Ha un arresto cardiaco. Si riprende e nel luglio del 2011 è in procinto di passare al Genoa, ma il trasferimento salta per le normative italiane che impediscono a Sno di giocare con un mini defibrillatore cardiaco impiantato sottopelle. In Olanda, invece, è consentito scendere in campo. Nel 2012, però, durante una partita tra il Nec – la sua nuova squadra – e il Feyenoord, accusa un infarto. Viene salvato dal defibrillatore interno e portato in ospedale. Viene dunque sottoposto a un nuovo intervento chirurgico perché i medici nel frattempo hanno scoperto da cosa dipende l’aritmia. A dicembre del 2012 viene effettuata l’operazione e Sno viene dichiarato guarito per sempre. Tornerà in campo nel gennaio del 2013.

Khalilou Fadiga

Nel 2002, con il Senegal, Khalilou Fadiga si fa notare ai Mondiali. Gioca da attaccante esterno e nel 2003 è in procinto di trasferirsi all’Inter. Durante le visite mediche di rito, però, non viene considerato idoneo a causa di problemi al cuore. I medici si dicono stupiti di come abbia fatto a giocare nel decennio precedente. Nonostante il parere dei sanitari, rifiuta di ritirarsi e viene ingaggiato dal Bolton Wanderers, in Inghilterra. In ottobre, però, ha un collasso prima di una gara e gli viene installato un defibrillatore interno. Sfidando tutti e tutto, non si arrende. Un colpo in uno scontro di gioco potrebbe bloccare il dispositivo e ucciderlo. Ma lui gioca fino a 36 anni, nel 2011, quando si ritira.

Ruben De La Red

Ex centrocampista spagnolo, Ruben De La Red è di proprietà del Real Madrid, che lo manda in prestito al Getafe. Arriva pure la chiamata in Nazionale per gli Europei del 2008, dove gioca e segna contro la Grecia. Si laurea campione d’Europa e torna al Real Madrid. Il destino, però, è beffardo: il 30 ottobre del 2008 il giocatore collassa in campo in Coppa del Re contro il Real Union: è vittima di una sincope e resta a riposo per tutta la stagione. I test successivi sono scoraggianti, il 3 novembre 2010 in conferenza stampa annuncia il suo ritiro. A 25 anni.

Fabrice Muamba

Fabrice Muamba nasce in Zaire, ma a 11 anni è in Inghilterra ed entra nel settore giovanile dell’Arsenal. Arriva in prima squadra e poi viene ceduto in prestito al Birmingham. Al City piace e così il cartellino diventa del Manchester, che cede Muamba in prestito al Bolton. Il 17 marzo del 2012, però, durante un match di Fa Cup contro il Tottenham, subisce in campo un arresto cardiaco. Dopo ben 78 minuti di tentativi di rianimarlo, il cuore riprende a battere. Gli viene impiantato un defibrillatore interno e Muamba si ritira il 15 agosto del 2012.

Alessandro Pignatelli

Alessandro Pignatelli è stato collaboratore di Nanopress dal 2016 al 2018, occupandosi principalmente di cronaca e sport.

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