La questione dei vaccini torna alla ribalta con una storia dalla Toscana: una bimba affetta da immunodeficienza non può andare a scuola perché la maggior parte dei compagni non sono vaccinati. Per lei sarebbe pericoloso sia vaccinarsi, sia stare a contatto con bambini non vaccinati e quindi a rischio malattie esantematiche.
Il caso di Lia, sei anni, lo racconta il Corriere della sera. Siamo a Greve in Chianti, vicino Firenze e a pochi chilometri dall’ospedale pediatrico Meyer, dove quattro anni fa fu ricoverata d’urgenza. Una grave forza di mononucleosi infettiva provocò un’encefalite: “Mia figlia aveva la febbre altissima ed ebbe ben quindici convulsioni – racconta la mamma – I medici ci dissero che era in pericolo di vita e che non avrebbe più camminato, né parlato”. E invece Lia è tornata a parlare e a camminare. È guarita, a parte la parziale sordità da un orecchio e, appunto, l’immunodeficienza. Nonostante a detta dei medici dovrebbe regredire con la crescita, oggi le sta creando problemi: i genitori vorrebbero sottoporla al richiamo contro morbillo, parotite, rosolia e varicella, ma il vaccino sarebbe rischioso.
Ed ecco la famiglia imbattersi nella questione che da mesi sta dividendo l’opinione pubblica scatenando feroci dibattiti: vaccino sì o no? I vaccini sono realmente pericolosi e imposti dalle lobby farmaceutiche, come sostengono i complottisti? O sono generalmente sicuri, tranne nei casi come quello della piccola Lia? La realtà è che i no-vaccino hanno preso piede e le statistiche sono allarmanti: in Italia 358.000 bambini non sono vaccinati. E ancora, l’Istituto Superiore della Sanità e il Ministero della Salute hanno lanciato l’allarme sul possibile ritorno di malattie debellate.
Torniamo alla vicenda di Greve in Chianti. Lia dovrebbe frequentare la prima elementare all’istituto Domenico Giuliotti, ma i genitori hanno deciso di lasciarla a casa per precauzione. Troppi compagni di classe non sono vaccinati, il rischio che Lia venga contagiata dalle malattie esantematiche è alto. Qual è la posizione della preside? La mamma racconta di averle parlato: “Lei mi disse che sapeva per certo che almeno otto dei 18 bambini della classe non erano stati vaccinati. Era dispiaciuta, ma mi spiegò che non poteva far nulla”. Quasi la metà, una percentuale altissima.
La preside Antonella Zucchelli è stata contattata dal quotidiano di via Solferino: “Premesso che non conosco nel dettaglio i problemi di salute della bambina, penso che situazioni come questa non riguardino solo una classe, ma tutta la scuola e l’intera comunità. Nel nostro istituto ci sono 258 bambini che ogni giorno hanno modo di venire a contatto l’un con l’altro. Il rischio del contagio esiste, a prescindere dalla classe, che cosa posso fare io per contrastarlo”. Più che un lavarsi le mani, sembra la rassegnazione alla mancanza di un vero regolamento.
E Lia? I genitori si rifiutano di farla studiare da casa, isolandola e privandole il piacere della scuola, e stanno pensando di farle un richiamo ridotto delle vaccinazioni: “So che mia figlia potrà avere qualche disturbo, ma mi fido dei medici che le hanno già salvato la vita una volta e che non la esporrebbero a rischi gravi”.