Il governo è pronto nel ridisegnare la nuova nota di aggiornamento al Def, ossia ciò che riguarda il quadro della finanza.
Il governo Meloni è entrato nel pieno del suo lavoro, una situazione in cui è pronta ad affrontare ogni argomento tra cui anche il PIL del 2023.
Cosa sta facendo il governo Meloni
Il governo Meloni è pronto nel ridisegnare una nuova nota di aggiornamento al Def così da rendere pubblici gli ultimi dati in vista della manovra del nuovo anno in cui si andranno a mobilitare 22 miliardi di deficit.
Pare che la spinta del terzo trimestre del 2022 risulti essere sorprendentemente positiva, una situazione che dà la possibilità di terminare l’anno vedendo una crescita economica più alta rispetto a ciò che si stava attendendo il governo Draghi.
Ed è proprio su questi dati che è possibile affermare che il PIL è destinato a crescere del 3,7% a differenza di ciò che aveva previsto la Nadef durante gli ultimi giorni di settembre, una percentuale che non andava oltre il 3,3%.
Nel 2023 però la frenata sembra essere più che evidente. La crescita andrà a dimostrarsi passando dallo 0,6%, ad un più basso 0,3%.
Nonostante queste premesse, pare che l’obiettivo che si desidera raggiungere è quello di andare verso il + 0,6%.
Contestare i rischi di ricezione con il deficit aggiuntivo
È proprio in questo momento che interviene il deficit aggiuntivo, un argomento che verrà approvato entro la giornata di giovedì e che dà la possibilità di dare il via alla firma del primo decreto aiuti del nuovo governo Meloni.
Il compito del deficit extra è quello di andare a contrastare gli eventuali rischi di recessione un qualcosa che è stato evocato anche da Giorgetti nel corso della conferenza stampa.
Il ministero dell’Economia che ha rivendicato la linea responsabile che va quindi a tradursi nel fatto che tale scelta non va ad eliminare quell’equazione tra debito-pil e al fatto che questo sia in costante discesa.
Ciò che ne consegue il fatto che, nel corso dei prossimi anni, sarà questo un dato che risulterà essere sempre meno intenso.
Per quanto riguarda il passivo, facendo riferimento ai dati del 2022, i risultati parlano chiaro. Si parla del 145,7% del PIL introdotto nel nuovo programma che verrà poi ridotto al 144,6%.
Il deficit continua ad essere in calo
Con il passare del tempo, il deficit è destinato a scendere sempre di più andando quindi a rispettare la tendenza che gli standard europei hanno previsto.
In ogni caso si lascia spazio alle misure inerenti alla legge di bilancio, in particolar modo a quella contro il caro energia, una situazione che viene considerata la più urgente.
E così il debito netto si trasformerà dal 5,6% del 2022 al 4,5% mentre nel 2024 è destinato ad arrivare alla percentuale del 3,7% e, nel 2025 semplicemente al 3%.
Inoltre, nel 2023 si è andata a liberare anche uno spazio pari a 1,1 punti di PIL che si traduce in 22-23 miliardi di euro.
Cosa accadrà al debito in flessione
Nel 2022 il passivo è stato calcolato al 145,7% del PIL all’interno del nuovo programma invece si pensa ad una riduzione fino al 144,6%, un qualcosa che accadrà nel corso del 2023.
In poche parole il debito andrà così a ridursi di 1,1 punti piuttosto che di 2,2 che nel mese di settembre si era indicato in via ipotetica.
Un percorso che continuerà ad andare avanti anche fino al 2025 in cui è previsto un 141%