La ricostruzione delle zone terremotate è un argomento che sempre scatena polemiche ma ora ci sono buone notizie in merito al sisma che devastò il Centro Italia.
I detenuti di 35 carceri italiane infatti faranno parte di un programma di lavoro destinato a ricostruire le zone colpite dal sisma del 2016 che colpì il Centro Italia.
Dopo una caduta arriva sempre il momento di rialzarsi e questo vale anche per le comunità terremotate. Tutti ricorderemo il terribile sisma che colpì il Centro Italia nel 2016, in particolare: Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise.
In queste ore è arrivata una bellissima notizia per queste regioni, infatti 35 detenuti provenienti da diverse carceri italiane, lavoreranno nei cantieri di 5000 opere di ricostruzione pubblica e in quelli di 2500 chiese danneggiate da quella terribile catastrofe.
Finalmente dopo 6 anni di attesa le zone terremotate sono pronte a rifiorire e la ricostruzione ha preso il via. In realtà le procedure hanno ricevuto un forte slancio già dall’insediamento nel 2020 del Commissario Straordinario Giovanni Legnini ma ora finalmente si stanno concretizzando.
Negli ultimi anni sono stati 10mila i cantieri edili aperti per quanto riguarda quelli privati mentre in ambito pubblico sono 365 le opere portate a termine e altre 315 quelle in fase di cantiere.
Una bellissima notizia quella appresa poco fa, secondo la quale diversi detenuti verranno impiegati come forza lavoro in questi cantieri per contribuire alla ricostruzione.
Si tratta di 35 persone provenienti dalle case circondariali di 10 provincie facenti parte proprio delle regioni colpite dal sisma.
Questi avranno l’opportunità di lavorare per la realizzazione di 5000 opere pubbliche e più di 2000 chiese, tutte zone danneggiate fortemente e in alcuni casi distrutte completamente.
Il Protocollo d’intesa siglato proprio oggi nella sede del Ministero della Giustizia, stabilisce che a breve i detenuti verranno trasferiti nei cantieri dove potranno cominciare a lavorare già in questi giorni.
Il documento è stato firmato da Legnini ma anche da personalità autorevoli come la Ministra Cartabia e il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il Cardinale Matteo Maria Zuppi. Presente anche il capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziarie, Carlo Renoldi.
Un’ottima notizia per coloro che già da troppo tempo attendono questo giorno e grazie a tale documento finalmente i lavori di ricostruzione avranno una spinta maggiore.
Questo avrà un doppio scopo, infatti oltre ad accelerare i lavori aumenterà anche le opportunità di lavoro per i detenuti, strumento essenziale per il loro reinserimento sociale.
Si parla per ora di 35 detenuti provenienti da altrettante carceri, i quali saranno assunti in base ai loro profili ma se ci sarà bisogno ne verranno impiegati di più, in base alle esigenze aziendali.
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