Joseph Ratzinger è mancato all’età di 95, dopo aver trascorso gli ultimi dieci nel suo appartamento tra le mura del monastero Mater Ecclesiae, nella Città del Vaticano, dove si è ritirato dal 2013 per dedicarsi alla scrittura e alla preghiera. Ora l’attenzione è rivolta a cosa accadrà ora ovvero sui possibili scenari per le esequie del Papa emerito. Emerge anche la data ufficiale.
Dopo la morte del Papa emerito il Vaticano sta decidendo come dovrà essere svolto il funerale solenne di Ratzinger. Con la sua morte, dato il suor ritiro, si apre uno scenario inedito dato che solitamente si tengono le esequie del Papa in carica defunto, ma questa situazione vede per l’appunto Papa Francesco come possibile protagonista data la situazione eccezionale. Potrebbe essere lo stesso Bergoglio a presiedere i funerali solenni del suo predecessore. Si stanno vagliando diverse ipotesi e diversi scenari in Vaticano ma il punto focale è rendere omaggio nel miglior modo possibile al Papa emerito.
Joseph Ratzinger era un esperto e acclamato teologo e aveva una capacità di ascolto che è sempre stata elogiata dal mondo ecclesiastico. I fedeli hanno sempre ammirato la sua capacità di affrontate in maniera semplice anche i temi più difficili. Negli otto anni da Papa ha preso parte a molti viaggi, scritto encicliche e incontrato milioni di persone.
A 14 anni fu iscritto alla gioventù hitleriana, come previsto dalla legge in vigore fino al 1945. Già a 12 anni entrò in seminario e vi restò fino alla sua chiusura nel 1942, quando venne arruolato dai nazisti e prese parte alla spedizione come personale di supporto alla Luftwaffe. Finita la guerra si dedicò ai suoi studi di teologia iscrivendosi all’istituto superiore di Filosofia e Teologia di Frisinga. Nel 1951 insieme al fratello Georg divenne presbitero.
La sua storia è poi stata un’ascesa di conoscenza e di riconoscimenti basati proprio sul percorso di Ratzinger, sia personale che ecclesiastico. Conseguì la laura con una tesi su Sant’ Agostino e prese il massimo dei voti, nel 1957 ottenne la cattedra di Teologia all’università di Monaco per poi ottenere quella di teologia dogmatica a Frisinga. Nel 1959 è professore a Bonn, nel 1962 invece è stata a Munster. Nel 1962 ha partecipato al Concilio Vaticano II come consulente teologico dell’arcivescovo di Colonia e come perito del Concilio acquisendo anche fama internazionale.
Nel 1977 diventino arcivescovo e nello stesso anno ebbe anche la carica di cardinale. Poi tra il 1986 e il 1992 si occupò della commissione per la preparazione del Catechismo. Nel 1993 gli fu affidata la sede di Velletri-Segni, nel 2002 anche la sede di Ostia quale privilegio dell’elezione a decano del collegio cardinalizio.
Nel 2005 assunse poi la carica pontificia e scelse il nome di Benedetto XVI in onore di Benedetto XV, Papa che fu a capo della Chiesa durante la prima guerra mondiale. Ratzinger spiegò la sua scelta con queste parole: “Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell’armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio“.
Dopo otto anni di pontificato decise inaspettatamente di fare una comunicazione ai fedeli e affermo: “Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino“. Lasciò ufficialmente il 28 febbraio 2013 e si ritirò nell’appartamento, che poi è stata la sua dimora fino al momento della sua morte.
L’attenzione è ora rivolta al funerale e all’accontentare le volontà del Papa emerito, che ha lasciato scritto il suo volere in merito alle esequie.
Ora i fedeli di tutto il mondo così come i media internazionali sono concentrati nel capire come si svolgeranno i funerali solenni e se sarà Papa Francesco a presiedere la liturgia funebre.
Il liturgista Don Claudio Magnoli, stando a quanto riporta Adnkronos, ha spiegato: “Dal punto di vista liturgico, credo che quando avverranno le esequie verrà utilizzato sostanzialmente il rituale che si prevede per le esequie dei Papi dal momento che con Ratzinger parliamo di un Pontefice. La differenza sostanziale è che probabilmente potrebbe presiederle il Papa regnante, dunque Bergoglio, mentre invece quando c’è la morte di un Papa è il decano dei cardinali a presiedere“. Non si esclude che, però, possa essere il decano a presiedere le esequie dato che Papa Francesco ha attualmente seri problemi al ginocchio.
L’uomo ha anche spiegato che una questione inedita da trattare è la vestizione del Pontefice e ha precisato: “Siccome Joseph Ratzinger anche in questi quasi dieci anni da papa emerito non ha rinunciato alla veste bianca potrebbe decidere di tenere i paramenti pontifici. Si può ipotizzare anche che Ratzinger abbia dettato anche queste volontà in un testamento. O che deciderà forse il cerimoniale del Vaticano”.
Ratzinger aveva già scelto nel 2020 il luogo della sua sepoltura ovvero la tomba che fu di Giovanni Paolo II, nella cripta di San Pietro. La tomba che è libera perché l’urna e i resti di Wojtyla sono stati trasferiti in una cappella vicino alla Pietà di Michelangelo.
Il papa emerito ha lasciato le sue volontà e nello scritto è ben chiaro che abbia scelto esequie semplici e non nulla di sfarzoso e solenne. Il portavoce del Vaticano Matteo Bruni ha riferito: “Il Papa emerito, tra le sue volontà, ha chiesto che vengano celebrati funerali semplici. Nessuna solennità. I funerali si svolgeranno nel segno della semplicità assecondando il desiderio del Papa”.
I funerali del Papa emerito si celebreranno giovedì 5 gennaio alle 9.30 in piazza San Pietro. Bruni, portavoce del vaticano, ha inoltre spiegato che Benedetto XVI aveva ricevuto l’estrema unzione mercoledì pomeriggio al monastero Mater Ecclesiae.
La Conferenza Episcopale Italiana ha chiesto che venga ricordato nelle chiese il pontefice Ratzinger e che venga manifesta a uno dei più grandi uomini di fede vicinanza e gratitudine.
Il cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Cei, ha spiegato che: “in questo momento di sofferenza e di prova, ci stringiamo attorno al Papa emerito. Assicuriamo il ricordo nella preghiera nelle nostre Chiese, nella consapevolezza, come lui stesso ebbe a ricordarci, che “per quanto dure siano le prove, difficili i problemi, pesante la sofferenza, non cadremo mai fuori delle mani di Dio, quelle mani che ci hanno creato, ci sostengono e ci accompagnano nel cammino dell’esistenza, perché guidate da un amore infinito e fedele” .
Espressioni di vicinanza e di partecipazione sono state arrivate già da numerose Chiese in tutto il mondo, così come da esponenti di altre confessioni e religioni.
Emerge anche dalle ultime notizie che Papa Francesco sarà presente e presiederà al te deum ovvero il discorso finale per l’anno che si sta per concludere, potrebbe quindi anche presiedere al funerale di Ratzinger se la sua condizione di salute, precaria per via del ginocchio, non andasse a peggiorare nel corso dei prossimi giorni.
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