A deciderlo è stato un tribunale statunitense dopo che l’azienda di gelati Ben e Jerry’s aveva intentato causa alla Unilever, che ne detiene il marchio, per non vendere più i suoi prodotti nei territori occupati da Gerusalemme.
Ben & Jerry’s, che ha motivato la scelta legale per moventi di natura etica, aveva già tentato una medesima operazione, oggi il secondo buco nell’acqua.
Ieri, 22 agosto, il tribunale statunitense incaricato di visionare il caso ha bocciato la richiesta del colosso dei gelati Ben & Jerry’s riguardo la possibilità di bloccare le proprie esportazioni commerciali dirette in Cisgiordania, ossia il territorio che si estende ad Est di Gerusalemme fino alla sponda occidentale del fiume Giordano e che lo stato ebraico occupa, a discapito dei palestinesi, dal 1967.
La richiesta non ha trovato sostegno legale per motivazioni insufficienti: per Ben & Jerry’s tali forniture mediorientali violavano l’accordo di acquisto del gruppo sottoscritto dallo stesso con Unilever nel 2000. Difatti alla compagnia di gelati è stata riconosciuta da contratto una certa dose di autonomia per quel che concerne la propria missione sociale, cioè i valori etici che il marchio vorrebbe difendere e rappresentare con la propria attività.
Nonostante ciò, Unilever detiene il monopolio delle decisioni operative e finanziare dell’azienda produttrice di dolci da freezer, il che le consente totale legittimità nel definire, e nel caso specifico imporre, la linea commerciale ai gruppi ad essa associati.
Non è la prima volta in realtà che Ben & Jerry’s si mostra riluttante verso questa destinazione di vendite, palesando indirettamente una certa affiliazione empatica verso il popolo palestinese.
Nel luglio 2021 l’azienda U.S.A. aveva annunciato il medesimo provvedimento, cagionato sempre da ragioni di natura etica, specificando che la misura sarebbe stata adottata solamente nei territori occupati della Cisgiordania, mentre le forniture sul resto dello stato ebraico sarebbero proseguite come da accordi.
La dichiarazione aveva immediatamente irritato il governo di Gerusalemme, il quale aveva apostrofato Ben & Jerry’s come il primo “gelato anti-israeliano”. La tensione non ha parimenti fatto piacere alla Unilever, timorosa di possibili cali nelle vendite e nel fatturato proveniente da quella area geografica.
Tali pressioni governative e aziendali avevano di fatto reso non applicativo l’annuncio del colosso gelatiero, il quale comunque non ha demorso, vista la sentenza di ieri. Purtroppo, ancora una volta, il tentativo si è dissolto come gelato al sole.
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