Secondo il dirigente dell’asilo frequentato dal piccolo Manuel, i genitori dei ragazzi che guidavano la Lamborghini li stavano rassicurando.
Manuel Proietti è morto a 5 anni per una challenge da mandare online. Alla guida della Lamborghini Urus che si è schiantata sulla Smart della mamma di Manuel, Elena, 29 anni, c’erano i ragazzi di The Borderline. Per i cui genitori, sembrerebbe, si tratta solo di una “bravata”.
L’incidente è avvenuto nel pomeriggio di mercoledì scorso, 14 giugno, a Casal Palocco, precisamente in Via Archelao di Mileto. Al momento, l’esatta dinamica dei fatti è ancora da chiarire. Gli inquirenti esamineranno i dati registrati sulla strumentazione della Lamborghini per accertarla e verificare quante ore i 4 ragazzi siano rimasti a bordo dell’auto.
In base a quanto raccontano i testimoni, comunque, l’auto della mamma di Manuel stava svoltando a sinistra per Via Mileto, agevolata da un’altra auto che si è fermata per farla svoltare, quando la Lamborghini ha superato l’auto ferma e si è schiantata sulla Smart.
Le dichiarazioni dei ragazzi, invece, raccontano tutt’altra storia: Elena avrebbe fatto una manovra azzardata e la Lamborghini l’avrebbe travolta ad una velocità normale.
Sempre secondo le testimonianze, i ragazzi erano passati più volte da quella via sfrecciando, come è stato determinato dai rilievi, a 110 km/h. Una follia in una strada come Via Archelao Mileto, stretta e a doppio senso. Tanto che i passanti avrebbero percepito lo spostamento d’aria prima di sentire il boato dello schianto, come racconta una mamma che ha svoltato in quella via un secondo prima di Elena.
Comunque, ad accertare le dinamiche saranno anche le riprese raccolte dai cellulari dei 4 ragazzi. Insieme ad esse, il filmato di una telecamera che gli stessi Youtuber avevano installato all’interno dell’auto.
Si, perché i ragazzi a bordo della Lamborghini Urus l’avevano noleggiata presso la concessionaria Skylimit, pagandola 1.500 euro al giorno, per filmare la challenge “50 ore su una supercar”.
Non una novità per i ragazzi di The Borderline, canale Youtube che si basa proprio su contenuti di questo tipo, sfide al limite della sicurezza che procuravano ogni giorno migliaia di views. Come una delle più recenti, “Vivere dentro una scatola per un giorno”. Video che in un solo anno, nel 2022, hanno fatto guadagnare a The Borderline ben 191 mila euro, con 46 mila euro di utili.
Leader del canale, nonché alla guida dell’auto al momento del fatto, è Matteo di Pietro, universitario di 20 anni al momento indagato per omicidio stradale. Le analisi a cui è stato sottoposto il giovane hanno rilevato positività lieve ai cannabinoidi, motivo per cui si pensa che Di Pietro li abbia assunti nei giorni precedenti.
Resta anche da capire se i ragazzi, tutti tra 20 e 22 anni, fossero in regola per noleggiare e guidare una macchina di quella cilindrata. A questo scopo gli inquirenti stanno indagando per risalire alle date degli esami della patente dei 4 ragazzi a bordo dell’auto, tra cui c’era anche una ragazza, Giulia Giannandrea.
Nel frattempo, arrivano dei retroscena scioccanti dalle dichiarazioni del dirigente dell’asilo frequentato dal piccolo Manuel. Secondo le sue dichiarazioni e quelle di altri testimoni oculari, i genitori dei 4 ragazzi li avrebbero rassicurati definendo quanto accaduto “solo una bravata”, e dicendogli che si sarebbe risolto tutto.
Frasi che hanno fatto infuriare i presenti, e non solo, come accaduto anche nei commenti sotto il post pubblicato da Vito Lo Iacono, uno dei ragazzi a bordo della Lamborghini. Che ha pensato bene di specificare che non era lui ad essere alla guida dell’auto.
Lo stesso giovane che poco prima del tragico incidente aveva postato un video ironico proprio accanto a quella Lamborghini Urus che avrebbe di lì a poco tolto la vita al piccolo Manuel. Nel video, Lo Iacono ironizzava sulle Smart, definendole “macchine da 300 euro”.
E mentre le indagini proseguono, nell’ospedale di Casal Palocco la mamma di Manuel, che pochi istanti dopo l’impatto già chiedeva di soccorrere i suoi bambini, è ancora convinta che il piccolo sia a casa, vivo, per quanto i medici le ripetano il contrario.
Per lei e per la sorellina di Manuel, 4 anni, salva per miracolo, questa non è stata certo solo una bravata.
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