I giorni dell’eternità è il titolo dell’ultimo libro di Ken Follett, edito da Mondadori – trama e recensione subito dopo il salto – in libreria dal 16 settembre scorso. Il romanzo è il capitolo conclusivo della trilogia del secolo, The Century Trilogy, iniziata con La caduta dei giganti nel 2010, e proseguita con L’inverno del mondo, pubblicato esattamente due anni dopo. Ora Ken Follett, tra gli autori più venduti di tutti i tempi, torna con un nuovo appassionante capitolo, 1224 pagine in cui continua a ripercorrere la storia del Novecento, seguendo, ancora una volta, il destino di cinque famiglie legate tra loro: una inglese, una americana, una russa, una tedesca ed un’altra gallese.
I giorni dell’eternità: trama
Ambientato durante la Guerra Fredda, I giorni dell’eternità ripercorre il ventennio tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta, raccontando i grandi cambiamenti sociali, politici ed economici che hanno sconvolto il mondo: la guerra in Vietnam, l’assassinio di Kennedy, quello di Martin Luther King, le lotte per i diritti civili, la rivoluzione del rock ‘n roll, il fenomeno Beatles e il muro di Berlino.
Ed è proprio da qui che parte il racconto, dalla Germania dell’Est, dove il muro è ancora in piedi, alto e soffocante. Rebecca Hoffmann, tranquilla insegnante tedesca, scopre di essere stata spiata per anni dalla Stasi. Prende così una decisione impulsiva quanto inaspettata, che finirà per sconvolgere la sua vita e quella delle persone a lei care. Intanto, negli Stati Uniti George Jakes, figlio di una coppia mista, rinuncia ad una promettente carriera di avvocato per entrare nel dipartimento di Giustizia di Robert Kennedy ed intraprende così una dura battaglia personale contro la segregazione razziale. Nel frattempo, mentre l’Est e l’Ovest del mondo sono impegnati a discutere sul destino del pianeta, Dimka Dvorkin, giovane assistente di Nikita Chruscev, comincia ad assumere un ruolo sempre più influente nel gioco diplomatico tra Stati Uniti ed Unione Sovietica, le super potenze impegnate entrambe nella corsa al nucleare.
I giorni dell’eternità: recensione
L’ultimo attesissimo romanzo di Ken Follett, I giorni dell’eternità, rientra, come dicevamo, nella complessa trilogia dedicata al Novecento iniziata nel 2010. Reduce, si fa per dire, dalla realizzazione di due bei tomi pieni zeppi di descrizioni storiche, in quest’ultima prova lo scrittore americano si conferma ancora una volta all’altezza delle aspettative, confezionando un romanzo ‘storico’ dettagliato e argomentato con grande maestria. Senza per questo pregiudicare il ritmo della narrazione che, fin dalle prime pagine, è scorrevole e incalzante, in pieno stile follettiano.
Il racconto parte da dove si era interrotto, con Rebecca, una delle protagoniste, convolata a nozze con Hans, funzionario del Ministero di Giustizia tedesco. L’impostazione è la stessa dei capitoli precedenti, così come le cinque famiglie che, tra Europa e Stati Uniti, compaiono fin dal primo episodio. Ovviamente rispetto a La caduta dei giganti lo scenario è totalmente cambiato: dalle dissertazioni sulle Grandi Guerre si passa a quelle sui diritti umani, sulle rivoluzioni politiche, sulla Guerra Fredda e sulla guerra in Vietnam, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Descrivendo le vicende dei personaggi e, al contempo, ragionando sui grandi sconvolgimenti storici della nostra epoca, Follett ci regala un romanzo appassionante e ben costruito, riuscendo a far apprezzare la Storia anche a chi non è amante del genere.