È da più di un mese che il terzo polo non esiste più: da una parte c’è Azione e quindi Carlo Calenda, dall’altra c’è Italia Viva, quindi l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. Con l’idea del partito unitario, che sarebbe dovuto nascere a partire dal 10 giugno, ormai tramontata, non è per nulla scontato che i due schieramenti possano presentarsi insieme alle europee del 2024, anzi proprio per questo motivo l’attuale direttore editoriale del Riformista, secondo quanto raccontato da Repubblica, starebbe preparando un blitz al Senato (e poi anche uno alla Camera) per spingere i parlamentari calendiani all’angolo.
Nello specifico, ad aver irritato Renzi e i suoi sarebbe stata la frase pronunciata dal quasi ex alleato – solo una settimana fa, comunque, si sono presentati insieme alle consultazioni con la presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, per discutere delle riforme istituzionali necessarie per l’Italia – a Di Martedì, il programma di Giovanni Floris in onda ogni martedì (appunto) su La7, secondo cui Calenda non vorrebbe presentarsi alle elezioni per rinnovare il Parlamento europeo assieme a Italia Viva, e quindi la vendetta.
Ancora aria di crisi nel fu terzo polo: Renzi starebbe preparando una vendetta per Calenda che non vorrebbe presentarsi con Italia Viva alle europee
Quando Carlo Calenda e Azione, dunque, a inizio agosto e con scarsissimo preavviso, hanno salutato il Partito democratico per accasarsi, per le elezioni politiche del 25 settembre, con Italia Viva di Matteo Renzi più che previsioni su quanto avrebbero potuto guadagnare alle urne è iniziato il countdown per vedere quanto insieme sarebbero potuti durare. Insieme, tra l’altro, i due ex dem sono resistiti il tanto che è bastato per mettere in cantina l’idea di un partito unitario, quello del terzo polo, ma non tanto per vedere quel progetto politico realizzato.
Da quel 14 aprile, che ha definitivamente sancito la fine di quell’esperienza – bella, brutta, chissà -, tra polemiche, dichiarazioni al veleno, ripicche, tra i due ex alleati non è mai tornata veramente la pace, tanto che è difficile credere che anche in vista delle europee (che si terranno dal 6 al 9 giugno del prossimo anno) l’ex ministro dello Sviluppo economico e l’ex presidente del Consiglio possano presentarsi insieme. O meglio, per Calenda le possibilità, considerati anche i pezzi persi in questi giorni in favore proprio del gruppo di Renzi, sono davvero ridotte al lumicino, mentre l’altro non solo vorrebbe che si andasse insieme, ma se non dovesse succedere sarebbe pronto a dare battaglia al leader di Azione.
E da una frase in particolare, quella pronunciata dal romano, fresco 50enne, a Di Martedì, il programma di Giovanni Floris in onda su La7: “Mentre ero in giro per la campagna elettorale anche per quelli di Italia Viva, è andato da una parlamentare di Azione e l’ha convinta a passare con lui: uno fa una cosa del genere e poi ti chiede di andare insieme alla europee? Ho già dato e mi sono sbagliato io a fidarmi, perché Renzi ha fatto Renzi“, il fiorentino avrebbe iniziato a preparare l’agguato.
In avanscoperta, secondo quanto ricostruito da Repubblica, sarebbe andata la capogruppo al Senato del gruppo del terzo polo, Raffaela Paita, ufficialmente iscritta a Italia Viva. Con una lettera ai senatori del gruppo, la renziana ha invitato tutti a riflettere al fine di fare “una valutazione franca e trasparente di noi sulla situazione politica“. L’idea di base sarebbe quella di chiedere ai calendiani di rimangiarsi quanto detto sulle elezioni del prossimo Parlamento europeo, e da lì in poi proseguire su questo solco. Se, però, questo non dovesse succedere, a fronte dei sei parlamentari (al netto del nuovo arrivato dal Pd, Enrico Borghi) di cui dispongono dal partito dell’ex premier, loro andrebbero a costituire un nuovo gruppo, spedendo, invece, i senatori di Azione al gruppo misto, creando non pochi dispiacere all’ex alleato.
Perché il capogruppo del misto al Senato, hanno fatto notare alcuni esponenti dello schieramento di Renzi, è Peppe De Cristofaro, di quell’alleanza Verdi e Sinistra di Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni che ha fatto saltare in banco, a pochi giorni dal sodalizio, con Enrico Letta ad agosto. Uno smacco non da poco, ma che diventerebbe addirittura doppio perché le possibilità di intervento in aula verrebbero ridotte a due minuti, “praticamente resterebbe in silenzio politicamente al Senato fino alla fine della legislatura“, hanno detto ancora da Italia Viva.
Neanche alla Camera, in cui il capogruppo del terzo polo, Matteo Richetti, è uno dei fedelissimi di Calenda, le cose si metterebbero benissimo per l’ex candidato sindaco di Roma. Il deputato Mauro Del Barba ha infatti chiesto proprio a Richetti di convocare il gruppo per un chiarimento politico sulle elezioni europee, e se lui dovesse ripetere le frasi già dette dal suo leader, da Italia Viva sarebbero già pronti a chiedere l’elezione di un nuovo capogruppo, andando a mirare sull’ex ministra forzista Mara Carfagna o su Enrico Costa, andando a creare ulteriori tensioni in Azione.
Certo, è anche possibile che in entrambi i casi non si arrivi allo scontro, ma è altrettanto vero che le contromosse potrebbero creare più problemi a Calenda di quanti non ce ne sarebbero per Renzi qualora si decidesse di andare divisi il prossimo anno, dopo tutto è quasi arrivato anche al 3% nei sondaggi, e non è detto che non si possa crescere ancora.