Ora che Donald Trump è stato eletto presidente, tutta l’attenzione è rivolta alla composizione della sua squadra di governo. Il passaggio sarà fondamentale per avere una prima indicazione di come sarà la sua presidenza, non avendo mai avuto prima alcuna esperienza politica. La scelta dei ministri sarà anche la cartina tornasole del Trump presidente: finora abbiamo detto che il programma e i toni così duri e provocatori della campagna elettorale potrebbero ammorbidirsi, ma nulla è certo. Per capire l’incognita Trump servirà molto tempo: il discorso della vittoria è stato molto istituzionale, così come l’incontro con Barack Obama per il passaggio di consegne, al termine del quale però è stato chiarito che “le differenze rimangono”. Il primo indizio sarà appunto la scelta del suo staff e governo: ecco le prime indicazioni.
Una delle prime certezze è che Donald Trump darà la priorità agli uomini e alle (pochissime) donne della sua stretta cerchia, anche per rimarcare la differenza con l’establishment del partito repubblicano che l’ha contestato fin dall’inizio, cedendo solo di fronte al successo. Non ci sarà spazio dunque per Paul Ryan per esempio, lo speaker della Camera che non lo ha mai appoggiato, ma ci sarà per gli ex avversari, come Ben Carson e Chris Christie che sono saliti sul carro del vincitore a tempo debito, aiutandolo (e molto) in campagna elettorale, tanto da ringraziarli personalmente nel suo primo discorso da presidente.
MIKE PENCE, CHI È IL VICE DI TRUMP CHE CREDE AL CREAZIONISMO
RUDY GIULIANI
Chi sarà di certo al suo fianco è Rudolph Giuliani. L’ex sindaco sceriffo di New York è un suo sostenitore da tempo e lo ha appoggiato quando anche il partito repubblicano lo avversava apertamente. A unirli c’è la stessa visione della sicurezza con il sistema della “tolleranza zero” con cui Giuliani ha ripulito la Grande Mela dalla criminalità di strada, il “law and order” perfetto per attuare molte politiche di Trump. Inoltre, Rudy è l’emblema della rinascita degli USA dopo l’11 settembre: è lui il volto politico simbolo di quella tragedia e non certo George Bush. Per lui si parla del Dipartimento degli Interni o, più probabile, della Giustizia.
SARAH PALIN
L’ex governatrice dell’Alaska dovrebbe essere una delle donne della squadra di Trump. Anti abortista convinta, volto e voce del Tea Party, la Palin lo ha sostenuto fin dall’inizio, con toni fin troppo entusiasti, come quando chiese “un alleluja” per lui a un comizio in Iowa. La visione politica estremamente conservatrice dell’ex vice di John McCain alle presidenziali 2008 potrebbe rientrare sulla scena politica nazionale con un ruolo nello staff, agli Interni o al possibile nuovo dipartimento per i veterani.
CHRIS CHRISTIE
Il governatore del New Jersey che, da avversario alle primarie, è diventato uno dei suoi più accaniti sostenitori ha già avuto la prima nomina come capo del team per la transizione amministrativa alla Casa Bianca, per la quale, secondo Politico, si è affidato a personalità di rilievo dei repubblicani e a molti lobbisti (in particolare petrolieri, industria chimica del tabacco, farmaceutica e industria del tabacco).
Nonostante un scandalo che potrebbe pesare molto sulla sua futura carriera (chiese alla Port Authority di chiudere il Washington Bridge, uno dei ponti che collega New York al New Jersey, per mettere in difficoltà il sindaco democratico di Fort Lee che non lo aveva appoggiato nella corsa da governatore), Christie avrà quasi sicuramente un ruolo anche di governo, o agli Interni o al Dipartimento per il Commercio.
BEN CARSON
Altro ex sfidante che ha seguito e appoggiato la sua campagna è il neurochirurgo pediatrico Ben Carson, il volto afroamericano della sua squadra di governo a cui, per ironia della sorte affiderà il Dipartimento della Salute allo scopo di smantellare l’Obamacare.
LA POLITICA AMBIENTALE DI TRUMP, IL PRESIDENTE CHE NON CREDE AL CAMBIAMENTO CLIMATICO
JOHN BOLTON
Chi da tempo viene dato come Segretario di Stato dell’amministrazione Trump (l’equivalente del ministro degli Esteri) è John Bolton. Ex ambasciatore all’Onu dall’esperienza decennale, ha scalato la diplomazia americana nelle amministrazioni conservatrici di Ronald Reagan e della famiglia Bush, sia con il padre sia con il figlio; è stato consigliere per la politica estera di Mitt Romney e ha condiviso molti punti con Trump, dichiarando “un onore” l’idea di poter lavorare con lui. Filo-israeliano all’eccesso, conservatore di ferro nei modi e nella politica, non condivide solo la visione della Nato del presidente eletto.
NEWT GINGRICH
L’ex speaker della Camera e ultraconservatore Newt Gingrich è in lizza con Bolton per il ruolo di Segretario di Stato, ma, essendo un suo fedelissimo, potrebbe comunque trovare una carica all’interno della squadra di Trump. Dopo i primi tentennamenti, Gingrich è stato uno dei primi a sostenerlo, accanendosi contro Hillary Clinton come già fece con il marito in passato (fu a capo della commissione per lo scandalo Lewinsky). Dopo aver abbandonato la carriera per uno scandalo a sfondo sessuale (fu accusato di aver avuto una relazione con un’impiegata della Camera), è rimasto sulla scena politica come lobbista per poi rientrare nelle prime fila repubblicane dal 2011. Iper conservatore, è noto anche per alcune dichiarazioni choc: della prima moglie disse che “non era abbastanza bella e giovane per starmi accanto nel caso diventassi presidente, e poi ha il cancro”.
MICHAEL FLYNN
Alla Difesa Trump ha dichiarato di veder bene un ex generale e il nome che circola di più è quello di Michael Flynn, già dato come vice prima che la scelta ricadesse su Pence. Secondo il Washington Post e Politico, a unire i due è soprattutto la visione del rapporto con Mosca (Flynn scrive regolarmente per Russia Today) nell’ottica della guerra al terrorismo. È un elettore democratico e ha servito sotto Obama a capo della Defense Intelligence Agency, una versione del Pentagono della Cia, dal 2012 al 2014, ritirandosi dopo l’allontanamento da parte dell’ex presidente e avvicinandosi a Trump per la sua politica verso i veterani.
LA FAMIGLIA TRUMP
Rimane da vedere cosa farà Donald Trump con i suoi figli, Donald jr (che punterebbe agli Interni), Eric e soprattuto Ivanka, la sua prediletta. Molte fonti americane danno quasi per certo che il presidente eletto non si vorrà privare dei tre figli che gli hanno dato supporto e consigli quando nessun altro lo prendeva in considerazione. A loro per esempio, si deve la scelta di Pence come vice, e il discorso di Ivanka ha ammaliato la platea repubblicana molto più di quello di Melania. Staremo a vedere.