[didascalia fornitore=”ansa”]Museo delle auto e dei mezzi della Polizia, Roma[/didascalia]
Quali sono i musei più strani d’Italia? Non solo dipinti, sculture e reperti archeologici, molti dei luoghi culturali del Belpaese ospitano, nelle loro sale, oggetti curiosi che è un po’ difficile immaginare come opere d’arte. Eppure molti di questi oggetti (rubinetti, coltelli, uova e molti altri ancora) fanno bella mostra di sé in parecchi musei sparsi per la Nazione. Se siete stanchi dei soliti (si fa per dire) capolavori di Van Gogh, Picasso e Caravaggio, ed avete voglia di conoscere un museo insolito e divertente da visitare, ecco quelli assolutamente da non perdere: i musei più strani d’Italia.
Si trovano un po’ ovunque, da nord a sud, i musei più strani d’Italia che, per quanto bizzarro possa sembrare, ospitano ‘reperti’ difficilmente immaginabili conservati in un museo. Alcuni sono unici al mondo (come il Museo dell’Ovo Pinto, in provincia di Terni), altri divertenti (il Museo della Satira e della Caricatura, a Forte dei Marmi), altri ancora al limite dell’assurdo (come il The Shit Museum, vicino Piacenza, che espone, com’è facile intuire, un ‘oggetto’ abbastanza disgustoso). Ma, come dicevamo, di musei strani in Italia ce ne sono diversi, noi ne abbiamo selezionati alcuni, eccoli qui di seguito.
Museo della Bora, Trieste
Non poteva che trovarsi a Trieste, città per antonomasia del vento sferzante tipico del Nord-Est, il Museo della Bora, una sorta di ‘spazio curioso’ che celebra una delle caratteristiche più note della città. Oltre ad interessanti testimonianze del passato (le celebri corde, ad esempio, dove ci si aggrappava quando il vento infuriava), il museo offre laboratori (che aiutano a prendere confidenza con il fenomeno vento), una strana ‘raccolta di venti in scatola’ (l’archivio dei venti del mondo), una collezione di opere artistiche e curiosità sulla Bora e reperti ed oggetti creati ad hoc, come la tipica finestrella triestina, per far fronte al fenomeno ventoso.
Museo del Coltello Sardo, Arbus
Anche il Museo del Coltello Sardo di Arbus è tra i musei più strani d’Italia: realizzato per promuovere (e valorizzare) la storia della cortelleria sarda, raccoglie sia coltelli antichi (alcuni risalgono addirittura al XVI secolo), sia manufatti contemporanei, insieme a vere e proprie opere d’arte che rappresentano la tipica sauna sarda (coltelli intarsiati a forma di cinghiale o di cervo o col manico in corno e in varie forme e colori). Il museo, infine, ospita una sala che riproduce un antico laboratorio da fabbro, con gli arnesi originali del secolo scorso.
Museo dell’Ovo Pinto, Civitella del Lago, Terni
Oltre ad essere uno dei musei più strani d’Italia, quello dell’Ovo Pinto è anche l’unico al mondo ad ospitare migliaia di uova – dipinte o scolpite – di tutte le specie animali. Si trova a Civitella del Lago, in provincia di Terni, ed è stato aperto al pubblico poco più di dieci anni fa, nel 2005. L’idea era quella di consolidare l’antica tradizione pasquale, diffusa soprattutto in centro Italia, di dipingere le uova con colori naturali derivati da infusi d’erbe, fiori, cipolle e così via.
Museo del Rubinetto, San Maurizio d’Opaglio, Novara
[didascalia fornitore=”altro”]Immagine generica, pixabay [/didascalia]
Anche un anonimo rubinetto può diventare un pezzo da museo! In provincia di Novara, infatti, esattamente a San Maurizio d’Opaglio, c’è il Museo del Rubinetto e della sua Tecnologia, un luogo unico al mondo che racconta, attraverso questa rivoluzionaria invenzione, il rapporto – ancestrale – dell’uomo con l’acqua. L’intento è quello di esplorare l’evoluzione dell’umanità attraverso lo sviluppo di alcune tecnologie (rubinetti in primis) che hanno permesso all’uomo di ‘dominare’ l’acqua trasformando le proprie abitudini: tra queste, l’igiene personale, diventata da pratica di lusso a ‘consuetudine’ fondamentale per la pulizia del corpo e dell’ambiente in cui si vive.
Crespi Bonsai Museum, Parabiago (Milano)
Non solo uno dei musei più strani, il Crespi Bonsai di Parabiago è anche tra i più belli d’Italia. E’ stato inaugurato nel maggio del ’91 ed ospita una preziosa collezione di ‘piccoli’ alberi che raccontano la tradizione giapponese del bonsai. In più, il museo conserva diversi vasi di pregevole fattura, libri antichi e, tra i tanti alberi esposti, il millenario Ficus Retusa Linn. Le opere, circa duecento, vengono esposte a seconda del periodo stagionale, cosicché ogni specie conservata ha un momento migliore per essere ammirata. Cosa che rende il museo – che ‘cambia colore’ a seconda della stagione – ancora più suggestivo.
The Shit Museum, Castelbosco, Piacenza
Può sembrare uno scherzo e invece non lo è: in provincia di Piacenza esiste un museo (o ‘spazio di curiosità contemporaneo’, come viene descritto) in cui le deiezioni animali la fanno da padrone. L’idea è nata dall’esigenza del proprietario di un’azienda agricola di Castelbosco di smaltire lo sterco prodotto dai suoi bovini, trasformandolo in un ‘prodotto’ ecologico sfruttabile come concime, materia grezza per intonaco e mattoni, riscaldamento ed elettricità. Cosa espone il museo? Reperti e manufatti di interesse storico e scientifico (come i famosi scarabei stercorari, che gli antichi Egizi consideravano divini), esempi di utilizzo dello sterco per costruzioni architettoniche e produzioni artistiche basate sulla tecnica del riciclo.
Museo delle auto e dei mezzi della Polizia
[didascalia fornitore=”ansa”]Museo delle auto e dei mezzi della Polizia, Roma[/didascalia]
Per chi ha voglia di sapere qualcosa in più sulle mitiche ‘volanti’ della Polizia c’è un museo, a Roma, che ospita una settantina di esemplari, tra auto, moto, scooter e bici, dagli Trenta ad oggi. Un percorso che racconta la storia della Polizia di Stato e dell’Italia, attraverso veicoli entrati nella storia, come le jeep del dopoguerra o le Moto Guzzi della Stradale. Il museo, che si trova in via dell’Arcadia, in uno dei padiglioni dell’ex Fiera di Roma, ospita anche una serie di modelli restaurati con pezzi originali come una Ferrari 250 GTE nera del ’62, la mitica ‘Pantera’ del maresciallo Armando Spatafora ed una serie di cimeli storici tra caschi, berretti, stivali ed altre apparecchiature usate dai poliziotti dagli anni Sessanta in poi.
Museo delle Anime del Purgatorio, Roma
Tra i musei più strani d’Italia ce n’è uno, sempre a Roma, che dimostrerebbe l’esistenza di un luogo dove i defunti soggiornano prima di ascendere al Paradiso. E’ il Museo delle Anime del Purgatorio che raccoglie, in un’unica stanza presso la sacrestia della chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, testimonianze, foto e documenti su manifestazioni ultraterrene delle anime dei defunti. Tra i reperti esposti, un libro di preghiere con impressa l’impronta di una mano e la federa di un cuscino ‘toccata’ dall’anima di una suora morta di tisi nel 1984.
Tilt, Museo del Flipper, Bologna
Si chiama, guarda caso, Tilt, il museo dedicato al mitico flipper che raccoglie circa 400 modelli dalla fine dell’Ottocento all’epoca contemporanea. Un luogo assolutamente originale che ospita uno dei ‘game’ più amati in assoluto, giunto per la prima volta in Italia negli anni Cinquanta, insieme al mitico juke-box. Il museo, che offre la possibilità ai visitatori di giocare con i flipper esposti, conserva anche biliardini elettrici, pinball americani, costruzioni analogiche degli anni Trenta e le tipiche scatole di legno senza gambe che si poggiavano sui tavolini dei bar.
Museo del Papiro, Siracusa
[didascalia fornitore=”ansa”]Papiro egizio[/didascalia]
Concludiamo la nostra rassegna dei musei più strani d’Italia con il Museo del Papiro di Siracusa che oltre ad esporre reperti di grande valore storico, si occupa di studiare, conservare e divulgare la cultura egizia del papiro. Il percorso espositivo, infatti, consente di ammirarne le varie fasi di lavorazione per capire qualcosa in più sulla storia di questo supporto per scrivere tanto usato nell’antichità. Oltre a diversi tipi di papiro – faraonici, greci, siciliani – il museo espone utensili e materiali per la scrittura e un’interessante documentazione sulle origini e sulla fabbricazione della carta.