I Nas hanno chiuso in queste ore 20 stabilimenti balneari italiani perché non avevano le necessarie autorizzazioni ma sono risultati altri elementi allarmanti.
Infatti, erano invasi dalle blatte e vendevano ai clienti cibi scaduti. Subito sono scattati i sigilli e pesanti sanzioni per i gestori delle strutture ma anche degli interi villaggi, che hanno violato le norme. In totale sono 11 i titolari deferiti all’autorità giudiziaria per le gravi criticità nell’ambito dei controlli scattati in tutta Italia verso 883 strutture nel territorio nazionale. Sono state prese in considerazione dai Nas località maggiormente turistiche ma anche luoghi meno conosciuti, tutti infatti devono rispettare le norme di igiene e sicurezza per i clienti.
Chiusi diversi stabilimenti balneari dai Nas
I Nas sono gli specialisti del corpo dei carabinieri che si occupano di tutelare la nostra salute e costantemente sono impegnati nel controllo delle attività che trattano la vendita o comunque la produzione di generi alimentari. Gli agenti sono anche demandati al controllo delle strutture al pubblico, in ambito sanitario e quindi controllano dal punto di vista igienico i vari locali della struttura in questione.
Periodicamente effettuano controlli in tutta Italia, su segnalazione o anche in autonomia, decidendo quale locale sottoporre alle dovute analisi per verificare lo stato di pulizia e la qualità del cibo venduto.
In queste ore il reparto si è concentrato sul ramo degli stabilimenti balneari, che in questo periodo stanno vivendo l’alta stagione estiva, quella più costosa e quella più affollata dal punto di vista dei visitatori. In un contesto simile è facile evincere che delle carenze igieniche possono portare a gravi problemi di massa, che possono colpire un numero di persone molto ampio.
Così, sono scattati controlli in 883 strutture nel territorio nazionale e da questi sono emersi 257 esercizi balneari, ovvero stabilimenti e villaggi, che hanno violato le norme igienico-sanitarie.
Sono scattate 415 sanzioni e 11 sono i titolari deferiti all’autorità giudiziaria. Almeno il 31% degli stabilimenti balneari analizzati dai carabinieri presentano delle irregolarità e in particolare, queste sono risultate essere particolarmente gravi in 20 impianti, che sono stati chiusi e sottoposti a sequestro per ulteriori accertamenti e analisi.
Le irregolarità
Da un lato abbiamo delle irregolarità burocratiche, dovute quindi a condizioni di abusivismo in cui mancavano le dovute autorizzazioni per lavorare nella stagione estiva in corso. In altri casi però ci sono dei problemi più gravi che hanno portato gli esperti a multe pesanti e alla cessazione o sospensione dell’attività.
Infatti sono emerse delle carenze igienico-sanitarie molto gravi, in particolare alcune attività vendevano al pubblico cibo scaduto o conservato in maniera errata. Addirittura, in alcuni casi i locali dove venivano tenuti i generi alimentari erano sporchi e pieni di insetti come blatte.
Una situazione ai limiti della decenza che ha fatto scattare multe ma anche sanzioni penali e amministrative per oltre 290mila euro. Sono poi scattate delle denunce e come dicevamo, la chiusura delle aree ricettive che versavano in condizioni più critiche. Queste servivano i pasti all’interno degli stabilimenti balneari e il provvedimento ha portato a una perdita stimata in più di 4 milioni di euro.
Tra le violazioni più riscontrate dai Nas, ci sono ambienti malsani come spogliatoi, bagni e locali per la preparazione dei pasti, rimediati in spazi molto ristretti e senza i requisiti minimi per garantire le condizioni ottimali di funzionamento e di manutenzione.
Fra quelle senza autorizzazione, c’è un lido di Reggio Calabria che nelle ore serali veniva usato abusivamente come luogo di ritrovo e intrattenimento. All’interno venivano ospitate fino a 500 persone a sera nonostante non c’erano autorizzazioni di pubblica sicurezza.
Carenze anche per la sicurezza per i dipendenti e per la loro salute, come la mancanza di derattizzazioni, di sanificazioni e di periodiche pulizie. Gli agenti dei Nas hanno proceduto anche al sequestro di 2 tonnellate di alimenti irregolari di cui non è stato possibile accertare la provenienza e conservati malamente.
Nella vasta operazione hanno collaborato i commissariati di tutta Italia, ad esempio quello di Livorno ha chiuso tre ristoranti facenti parti di strutture balneari, perché avevano locali con sporco pregresso, pieni di blatte morte ovunque. Ancora, quelli di Catania hanno confiscato 90 litri di olio di oliva in contenitori privi di etichetta e 5 chili di carne in pessimo stato di conservazione.
L’azione dei Nas è importantissima per la salute e la sicurezza di chi in vacanza magari non bada ad aspetti che invece sono importanti, mettendo al primo posto – dopo un duro anno di lavoro – lo svago e il divertimento.