Slitta il limite di 7 mesi per i non occupabili, che continueranno a percepire il Reddito di cittadinanza per tutto il 2023.
Lo slittamento è stato Previsto dalla bozza del dl lavoro, dunque i non occupabili prima di ricevere l’assegno di inclusione, potranno ancora fare affidamento sul sussidio per tutto il 2023. L’assegno entrerà in vigore il primo gennaio del 2024.
I non occupabili e i beneficiari del Reddito di cittadinanza potranno percepire il sussidio dallo Stato ancora per tutto il 2023. Lo si legge nella bozza del dl lavoro, contrariamente a quanto trapelato negli scorsi mesi. La volontà del governo era quella del limite di 7 mesi prima dell’abrogazione del reddito.
Adesso, con la sostituzione di un sussidio voluto da Giorgia Meloni con l’assegno di inclusione, l’Rdc potrà essere percepito fino all’ingresso in vigore dell’assegno stesso, ossia il primo gennaio 2024. Niente limite di mensilità, quello introdotto nella legge di bilancio che aveva scatenato l’ira del Movimento Cinque Stelle su tutti, e dei sindacati.
E in effetti in un momento di estrema crisi, aveva fatto storcere il naso a molti come una delle “priorità del governo” appena insediatosi era stata quella della lotta al Reddito di Cittadinanza.
La bozza del decreto lavoro modifica i commi della legge di bilancio 2022, che aveva introdotto il limite di 7 mesi, con una deroga però indirizzata ai nuclei familiari con disabili, con minorenni o con over 60. I nuclei che intendono richiedere il reddito, prima della scadenza, dovranno confermare di essere stati presi in carico dai servizi sociali.
La bozza del nuovo decreto lavoro del governo Meloni ha portato altre novità. Il beneficio dell’assegno infatti, secondo quanto riportato in queste ore dal Sole 24 ore, sale fino a 7.500 euro l’anno, ossia 630 euro al mese ma con alcuni parametri. La famiglia deve essere composta da over 67, da persona di età pari o superiori a 67 anni e da altri in gravi forme di disabilità o autosufficienza. Possibile sarà presentare anche il contributo d’affitto, che scende a 1.800 euro l’anno – dai 3.600 – ossia 150 euro al mese.
L’assegno verrà erogato per 18 mesi, successivamente ci sarà un mese di stop dopo il quale sarà possibile richiedere il rinnovo per un altro anno completo.
La novità trapelata dall’ultimo cdm – avvenuto non a caso il primo maggio – è quella dell’offerta di lavoro, che se rifiutata farà perdere il sussidio.
Il beneficiario dell’assegno dovrà accettare un lavoro a tempo indeterminato per non perdere il sussidio, o di oltre 12 mesi in tutto il Paese. Un lavoro non inferiore al 60% dell’orario a tempo pieno, con retribuzione non inferiore ai minimi salariali.
Il luogo non deve essere più lontano di 80km da casa per contratti inferiori a 12 mesi.
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