I dati Istat certificano ancora una volta la crisi demografica in cui versa l’Italia. Non ci sono segnali di ripresa.
Tendenza in lieve e timido miglioramento registrata solamente al Sud. Bolzano si conferma nuovamente in testa per tasso di natalità.
Culle vuote
Culle sempre più vuote in Italia. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, nel 2022 sono nati solamente 392.598 bambini. Si tratta di una contrazione dell’1.9% pari a 7.651 nuovi nati in meno rispetto all’anno precedente, ossia il 2021 in cui si era ancora sopra alla soglia psicologica dei 400mila. Un minimo storico ancora una volta ritoccato al ribasso, che sottolinea come la crisi demografica non accenni a arrestarsi.
Il report dell’Istituto italiano di statistica relativo alla dinamica demografica in atto nel nostro Paese ha sottolineato come il nuovo record negativo “accentua la denatalità degli ultimi anni”. La popolazione in Italia è ora inferiore a 59 milioni di persone, in particolare il dato si attesta a 58.850.717. Dal 2018 la popolazione è diminuita di circa 1 milione di persone.
Genitorialità rimandata
Se nel 2021 i mancati concepimenti erano stati attribuiti dai ricercatori dell’Istat alla realtà pandemica, nel 2022 le dinamiche alla base delle poche nascite sono più complesse. “Il contesto della crisi sanitaria ancora presente nel 2021 e le conseguenti incertezze economiche potrebbero avere incoraggiato le coppie a rimandare ancora una volta i loro piani di genitorialità“, si legge nel rapporto.
L’andamento delle nascite nel corso dell’anno passato non è stato costante. A inizio 2022 c’era stato un aumento che però in primavera si è tramutato in un calo. In particolare, il primo mese dell’anno aveva fatto registrare una crescita di 3.4% rispetto al gennaio 2021. Il dato è stato in linea e in continuità con la crescita fatta segnare già a novembre-dicembre 2021, in cui c’era stato un balzo di +10.6% rispetto allo stesso periodo del 2020.
Tuttavia in primavera l’inversione di tendenza, con un significativo calo delle nascite: 10.7% in meno a marzo e 10% in meno a aprile rispetto al 2021. A poco è valso l’incremento del 3.1% del trimestre giugno-agosto 2022, che non è bastato a compensare il calo dei mesi precedenti. A fine anno il trend è stato nuovamente in fase calante e decrescente. A settembre e ottobre in particolare, con una contrazione rispettivamente del 5.1% e 5%.
Il numero dei nuovi nati non è sufficiente a sostituire quello dei morti. Nel 2022, infatti, sono state registrate 713mila morti, poco meno del doppio delle nascite. Comunque circa 12mila in più rispetto ai decessi del 2021. Il dato è causato anche dalle eccessive ondate di calore.
Stando al 31 dicembre 2022, la popolazione residente in Italia risulta essere inferiore di circa 179mila unità rispetto all’inizio dell’anno (-0,3%), nonostante il positivo contributo del saldo migratorio con l’estero.
Distinguo territoriali
La provincia autonoma di Bolzano si conferma nuovamente in testa per tasso di natalità con 9.2 per mille residenti, a fronte della media nazionale che nel 2022 è stata del 6.7 per mille. La Sardegna invece è il fanalino di coda con 4.9 per mille. Recupera il Sud.
In Europa
Il fenomeno, ha sottolineato l’Istat, non è purtroppo un’eccezione a livello europeo. La Spagna versa in condizioni simili alle nostre mentre in Francia nel 2022 c’è stato comunque un calo dei nuovi nati malgrado livelli di fecondità storicamente più elevati dell’Italia.