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Categories: Politica

I partiti italiani di sinistra, dal Partito Comunista Italiano al PD

La galassia dei partiti italiani di sinistra è ancora molto ricca. Sono trascorsi decenni dallo scioglimento del vecchio PCI che ha portato alla scissione tra PdS e Rifondazione Comunista, a loro volta trasformatisi in DS e poi PD l’uno e confluito parte i SEL parte in altri partiti della sinistra extraparlamentare l’altro. Ormai non si parla più di sinistra italiana ma di centrosinistra, eppure al di là del partito ora in mano a Matteo Renzi (e quindi alla Margherita, Popolari ed ex DC) c’è molto fermento. Il 26 giugno 2016 è infatti tornato in vita il Partito Comunista Italiano: in una tre giorni di congresso in un circolo Arci di San Lazzaro di Savena (BO), a pochi chilometri dal luogo in cui il il 12 novembre 1989 Achille Occhetto annunciò la fine del partito comunista, esponenti di diversi partiti della sinistra extraparlamentare hanno deciso di riunirsi e riportare in vita il vecchio PCI.

La carrellata dei partiti italiani di sinistra si arricchisce dunque con una new entry (che nuova in realtà non è). Il rinato Partito Comunista Italiano prende nel 2016 lo stesso nome che aveva lo storico PCI e lo stesso logo, con tanto di falce e martello, con una sola piccola modifica nel carattere tipografico. Il congresso ha riunito parte dei piccoli partiti della sinistra extraparlamentare (cioè non entrati in Parlamento alle ultime elezioni) di oggi, anche se nell’idea di base c’è la volontà di avere un unico soggetto a cui fare riferimento e che sia più a sinistra dei partiti a sinistra del PD. Quali sono?

PARTITO COMUNISTA D’ITALIA , EX PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI

Fino alla (ri)nascita del PCI, c’era un partito che aveva mantenuto logo e nome, anche se leggermente diverso dallo storico movimento fondato nel 1921 da Bordiga e Gramsci, ed era il Partito dei Comunisti italiani che, poco prima del congresso di Bologna, si era già preparato e aveva cambiato il nome in Partito Comunista d’Italia. Il PdCi era nato nel 1998 da una scissione interna a Rifondazione Comunista (nato a sua volta dalla divisione dopo l’addio al PCI) da parte di Armando Cossutta e Oliviero Diliberto. Dopo la doppia esperienza di governo con Romano Prodi, il partito non supera la soglia minima di sbarramento ed esce dal Parlamento alle elezioni del 2008: tra alterne vicende di divisione e tentativi di riavvicinamento, inizia il percorso che lo porterà a ricreare il vecchio PCI. L’ultimo segretario è stato Cesare Procaccini.

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA

Il partito della Rifondazione Comunista, o più semplicemente Rifondazione Comunista, non è scomparso nel nulla, come la sua assenza dai media italiani fa immaginare. Nato nel 1991 a seguito della scissione con gli ex compagni del PCI, confluiti nel Pds (poi DS e poi PD), è stato uno dei protagonisti della scena politica italiana per anni, in particolare con la figura del suo storico segretario, Fausto Bertinotti. Con la fine dell’Unione (ex Ulivo), anche Rifondazione inizia la sua parabola discendente, culminata con la scissione interna con Sinistra Ecologia e Libertà. Tra Federazioni di Sinistra, Altra Europa con Tsipras, Rivoluzione civile e congressi falliti, Rifondazione non è riuscita a ritagliarsi il suo spazio all’interno delle istituzioni ed è rimasto fuori dal Parlamento. Il segretario, Paolo Ferrero, è tra i (ri)fondatori del nuovo PCI nel 2016.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

Altro partito di estrema sinistra extra parlamentare fin dalla sua nascita è il Partito comunista dei Lavoratori. La fondazione è recente e risale al 2006 quando all’interno di Rifondazione Comunista prende vita l’ennesima spaccatura del mondo della sinistra alternativa al PD. Casus belli, l’ingresso del partito di Bertinotti nel governo Prodi, scelta che, secondo Marco Ferrando, leader della corrente trotzkista e fondatore del Pcdl, avrebbe minato le basi della politica “rivoluzionaria”. Nel corso degli ultimi anni non è mai riuscito a eleggere un suo esponente in alcuno dei due rami del Parlamento.

PARTITO SOCIALISTA ITALIANO

Chi è dentro il Parlamento è invece il Partito Socialista Italiano, l’erede dello storico PSI, che è riuscito, in un modo o nell’altro, a risollevarsi dopo Tangentopoli e a liberarsi del peso di Bettino Craxi. Il primo PSI si era infatti disgregato allo scoppio degli scandali della mala politica, andando a creare una miriade di piccoli partitini, che si sono riavvicinati con la Costituente del 2007 fino alla (ri)creazione del partito. Con il nome di Partito Socialista e con segretario Enrico Boselli, la neonata formazione non riesce a rientrare in Parlamento nel 2008. Due anni dopo c’è Riccardo Nencini alla guida del Partito Socialista Italia che ha così ripreso lo storico nome e parte del simbolo: aderisce al PSE ed entra nella coalizione Italia Bene Comune che sostiene Pierluigi Bersani alle politiche del 2013. Nonostante la “non” vittoria del PD, il PSI centra l’obiettivo ed elegge 4 deputati e 3 senatori: con il governo Renzi, Nencini è viceministro ai Trasporti.

POSSIBILE

Appena nato e con già cinque deputati, Possibile è il partito fondato da Pippo Civati nel 2015. Da sempre nel PD, Civati fuoriesce dal partito nel maggio 2015 in disaccordo con la politica del governo Renzi (che tra l’altro ha sfidato il premier per la leadership alle Primarie). Alla Camera si è unito al neonato gruppo di Alternativa Libera, formato da ex M5S allontanati dal movimento di Beppe Grillo.

SINISTRA ITALIANA

Le forze della sinistra a sinistra del PD ma all’interno del Parlamento ora hanno un nuovo nome, quello di SI, Sinistra Italiana. Il gruppo è presente sia alla Camera (32 deputati) che al Senato (8 senatori) e nasce dall’addio di Stefano Fassina al Partito Democratico. L’intento è quello di creare una nuova formazione politica ispirata agli ideali della sinistra europea in alternativa “al liberismo di Renzi“, come ha spiegato lo stesso Fassina. Nel gruppo sono entrati a Montectorio i parlamentari di SEL e sei fuorisciti dal PD (oltre a Fassina ci sono Alfredo D’Attorre, Monica Gregori, Carlo Galli, Vincenzo Folino e Giovanna Martelli); a Palazzo Madama si contano i senatori eletti con SEL, 2 del gruppo L’Altra Europa con Tsipras ma eletti con il Movimento 5 Stelle e l’ex PD Corradino Mineo.

PARTITO DEMOCRATICO

Infine, il Partito Democratico, il volto istituzionale della sinistra italiana che, con la segreteria Renzi, è diventata anche la sinistra di governo. Più che di sinistra però si deve parlare di centrosinistra: i dem sono il risultato dell’unione tra le aree riformatrici italiane della sinistra (ex DS per capire) e del centro cattolico (ex Margherita) che, con l’Ulivo e l’Unione, avevano portato due volte Romano Prodi al governo (per poi vederlo cadere). Non c’è solo l’anima ex PCI dei vari D’Alema, Bersani e Cuperlo; il PD ha un’anima ex DC perfettamente incarnata dall’attuale segretario. Il PD a oggi è il maggior partito rappresentato in Parlamento avendo (non) vinto le politiche del 2013 ed è il primo partito in Europa grazie al 40 percento ottenuto alle europee del 2014. Sotto Renzi è entrato ufficialmente nella famiglia del Partito del Socialismo Europeo.

Lorena Cacace

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