Stando a quanto riferito dall’Istituto Nazionale di Statistica attraverso l’indice IPAB (Indice Prezzi Abitazioni), il 2022 prosegue un trend, avviatosi ormai da tre anni, di aumento dei prezzi per acquistare una casa.
I rincari sarebbero dovuti anche ad un nuovo modo di intendere l’abitare dopo i lunghi mesi di lockdown e telelavoro a cui le famiglie sono state abituate a causa della pandemia da Covid-19.
L’ISTAT ha appena pubblicato il dato relativo all’indice IPAB, ossia il prezzo delle abitazioni sul mercato immobiliare, attinente al secondo semestre dell’anno in corso: secondo l’istituto statistico l’indicatore segna un aumento del +2.3% rispetto al primo trimestre e del +5.2% rispetto allo stesso lasso di tempo del 2021.
Traino della salita sarebbero le abitazioni appena realizzate, il cui aumento tendenziale si aggirerebbe sul +12.1% (primo trimestre: +5%); nondimeno anche le case esistenti segnano un rincaro del +3.8%, in questo caso il dato segna una lieve battuta d’arresto a confronto col +4.4% dei primi mesi dell’anno attuale.
Da ciò ne discende un tasso di variazione per l’anno 2022 del +4.4% ricavato dal +8.3% delle nuove residenze e dal +3.6% delle case già esistenti.
L’IPAB, secondo quanto riportato dall’ISTAT, avrebbe accelerato in positivo su tutta la Penisola, eccezion fatta per il Centro Italia, dove si registra una leggera flessione di mezzo punto percentuale. Identico discorso per le grandi città sparse lungo il Paese.
L’evoluzione futura di questi parametri sarà anche dovuta a quanto verrà stabilito dalla Banca Centrale Europea, la quale sta valutando l’impatto dell’aumento di un punto sui tassi dei mutui per il mercato immobiliare comunitario.
Secondo le previsioni, accrescere di 100 punti base gli interessi sui mutui produrrebbe una decrescita del 5% dei costi di acquisto di una casa entro due anni. Ancora più forte sarebbe l’effetto sugli investimenti nel comparto immobiliare: -8%.
L’intervento della BCE potrebbe avere forti effetti quindi sul mercato immobiliare, proprio a causa dell’attuale contesto di tassi molto bassi per i mutui, i quali, se aumentati, possono provocare un’ondata di incertezza sui mercati e fluttuazioni a scendere del prezzo immobiliare.
Tuttavia i nuovi stili di vita generatisi durante la pandemia da Covid-19 (lockdown e telelavoro) potrebbero non inverare le stime BCE. Vi è stata infatti negli ultimi anni l’esplosione di richieste di case unifamiliari lontane dai grandi centri urbani e dotate di una metratura ampia.
Questo poiché i lunghi mesi di costrizione in casa uniti ad una quotidianità lavorativa che esula ormai dall’ufficio fisico per trasferire l’impegno lavorativo sul computer domestico hanno generato una nuova ed inaspettata richiesta di abitazioni che potrebbe non impedire, ma rallentare il freno agli investimenti dovuto all’aumento dei tassi sui mutui.
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