Dal primo gennaio, per decisione del governo di Giorgia Meloni, gli italiani, ma soprattutto gli automobilisti non possono più avere lo sconto sulle accise sui carburanti che aveva introdotto il precedente esecutivo, quello di Mario Draghi. Secondo la Codacons, questo ha avuto un effetto piuttosto vistoso sui costi di benzina e gasolio che, in alcune zone dell’Italia, sono arrivati a costare anche 2,5 euro al litro, ad avere un prezzo maggiore è soprattutto il diesel.
“I prezzi dei carburanti sembrano fuori controllo”, ha detto Carlo Rienzi, numero uno del coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, a maggior ragione perché, ha spiegato, non vanno di pari passo con l’andamento delle quotazioni petrolifere. Per questo motivo, quindi, hanno presentato un esposto in 104 Procure italiane con lo scopo di indagare su eventuali speculazioni o rialzi ingiustificati dei prezzi.
Da quando il governo di Giorgia Meloni ha deciso di non prorogare dopo il 31 dicembre lo sconto di 18 centesimi (un tempo erano 30) sulle accise dei carburanti impazza in rete un video in cui la stessa presidentessa del Consiglio dei ministri, al tempo solo leader di un piccolo partito, Fratelli d’Italia, andava da un benzinaio per rifornire la sua automobile e rimarcava come, dei 50 euro pagati per fare il pieno, 35 andassero direttamente allo Stato.
Ripreso dalle opposizioni di ora (e senza distinzione) è stato causa di molte polemiche specialmente perché, dicevamo, dal nuovo anno il costo di benzina e gasolio è aumentata di parecchio. E a denunciarla è anche la Codacons. Analizzando i prezzi comunicati dai gestori, infatti, il coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, ha notato che i listini sono arrivati a livelli record.
In modalità servito, per esempio, sulla A1, nel tratto da Roma a Milano, la benzina arriva a costare 2,392 euro al litro, mentre il diesel arriva addirittura a 2,479 euro. Sulla A4 da Brescia a Padova, la situazione non è molto dissimile perché la senza piombo costa 2,384 euro al litro, mentre il gasolio si aggira sugli 2,449 euro.
Le difficoltà, per gli automobilisti, non si fermano solo alle autostrade. A Vulcano, il diesel ha raggiunto quota 2,349 euro, sempre in modalità servito, mentre la benzina è meno cara 0,10 euro, a La Maddalena, in Sardegna, la prima viaggia sui 2,087 euro al litro, mentre per il diesel si devono spendere 2,229 euro per litro.
Carlo Rienzi, presidente del Codacons, ha detto che i prezzi dei carburanti sono fuori controllo, soprattutto dopo lo stop al taglio delle accise. L’entità degli incrementi, ha precisato, “non sembra in alcun modo giustificata dall’andamento delle quotazioni petrolifere”, motivo per cui hanno “presentato un esposto a 104 Procure di tutta Italia e alla Guardia di Finanza, chiedendo di indagare sui prezzi di benzina e gasolio allo scopo di accertare eventuali speculazioni o rialzi ingiustificati dei listini”.
Da Assoutenti, invece, hanno notato come “attualmente il nostro Paese, con una media di 1,891 euro al litro, occupa la terza posizione in Ue per il prezzo più alto del gasolio, dietro solo a Svezia e Finlandia, mentre siamo al quarto posto per la benzina (1,827 euro al litro)”. Prima della decisione del governo, infatti, l’Italia era al dodicesimo posto in Europa per il diesel e al decimo per la benzina.
Non solo, perché proprio per quanto riguarda le tasse da pagare, hanno denunciato ancora dall’associazione, il nostro Paese è al primo posto con ben 0,958 euro in più da pagare su ogni litro di diesel. “Rispetto alla media europea, gli italiani pagano un litro di benzina 24,8 centesimi di euro in più, +24,2 centesimi il gasolio”.
Ma non saranno solo gli automobilisti a vedere i loro soldi volare (per utilizzare un’immagine poetica), ma anche tutti i consumatori perché, per forza di cose, i forti rialzi dei listi del carburante avranno effetti negativi anche sul carrello della spesa. Secondo il pronostico di Consumerismo No Profit, per esempio, i rincari avranno un effetto a cascata facendo aumentare i prezzi al dettaglio dallo 0,3% allo 0,6%.
“Carburanti più cari – ha spiegato il presidente, Luigi Gabriele – vuol dire maggiori costi di trasporto per l’85% della merce venduta nei nostri negozi, ma anche rincari per le tariffe di numerosi servizi”. Il rischio, per lui, è quello di aumentare ancora di più peso dell’inflazione, che a oggi ha già raggiunto livelli elevatissimi, come non si vedeva dal 1984, tra l’altro.
Sergio Costa, vicepresidente della Camera in quota MoVimento 5 stelle, ha sottolineato come, nell’anno appena trascorso, le famiglie italiane abbiano speso circa 513 euro in più rispetto al 2021 in media. “L’attuale scenario internazionale, l’instabilità effetto della invasione russa in Ucraina e un governo, quello italiano, che non sostiene le fasce più deboli sono congiunture che il nostro Paese non può sostenere a lungo. Noi stiamo rappresentando in tutte le sedi parlamentari che non è così che si costruisce il futuro”, ha concluso l’ex ministro dell’Ambiente.
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