L’Italia saluta Brasile 2014 con l’amaro in bocca per un Mondiale giocato veramente male. Prandelli nella conferenza, post Uruguay, ha dichiato di dimettersi dall’incarico di selezionatore azzurro. Ora sta impazzendo, come è normale che sia, il toto-allenatore del prossimo corso azzurro. Alcuni di questi nomi hanno già vinto la nostra Serie A e hanno curriculum importanti, altri invece sono allenatori giovani e in “erba” ma che porterebbero una ventata di rinnovamento ed entusiasmo ad una nazionale ormai depressa. Ecco le possibili soluzioni.
Big senza panchina
Tra i papabili alla successione di Cesare Prandelli si sono fatti i nomi di tre allenatori che attualmente sono senza panchina. Roberto Mancini, dopo la non positiva parentesi al Galatasaray in Turchia è pronto a tornare in Italia. Il suo palmares è ricco di titoli con Inter e Manchester City e avrebbe l’esperienza giusta per far tornare alla vittoria la Nazionale. Chi sembra però in pole position è Massimiliano Allegri. L’ex mister del Milan era stato già accostato agli azzurri qualche mese, prima del rinnovo di Prandelli e potrebbe essere ripresa in seria considerazione questa candidatura. Un altro nome importante è quello di Luciano Spalletti. Dopo una lunga parentesi più che positiva in Russia con lo Zenit, vuole ritornare nel bel paese. L’occasione di guidare una Nazionale potrebbe essere la grande occasione per rilanciarsi nel calcio nostrano.
I possibili outsider
Nelle ultime ore sta circolando con insistenza il nome di Devis Mangia, pupillo di Arrigo Sacchi. L’ex allenatore dell’Under 21 e Palermo, è giovane, preparato ma con poca esperienza. Se il progetto del prossimo biennio sarà incentrato ancora sui “senatori” potrebbe essere travolto dall’esperienza dei giocatori. In caso contrario, con un “progetto giovani” allora potrebbe essere l’uomo giusto vista la già felice esperienza con la nazionale minore. Un altro nome che è circolato è quello di Roberto Di Matteo, vincitore col Chelsea della Champions League. Allenatore giovane che ha saputo vincere il trofeo più importante dopo appena sei mesi dall’inizio della sua avventura di coach. Ha un ingaggio non troppo elevato e ha saputo stimolare campioni del calibro di Lampard e Terry che venivano considerati bolliti. Potrebbe essere il giusto compromesso tra il giovane ma con esperienza.
Fabio Cannavaro è un altro possibile outsider. Il capitano dell’Italia 2006 non ha esperienza in panchina ne tanto meno come selezionatore. Avrebbe la caratura per imporsi a livello psicologico ma sul tema tattico e tecnico è un punto interrogativo. Il rischio di “bruciarsi” sarebbe veramente alto.
La suggestione
C’è un allenatore straniero, conosciutissimo in Italia, che potrebbe fare al caso dell’Italia per cambiare finalmente mentalità dopo anni di “catenaccio”. Di chi si tratta? Zdenek Zeman. Se ci pensate bene, il boemo farebbe al caso nostro. Ottima conoscenze del calcio italiano, qualità eccelse di scoprire giovani talenti sconosciuti come il Verratti e Immobile, capacità di instaurare un rapporto con giovani e mentalità offensiva sono il suo biglietto da visita. Probabilmente sarà solo una suggestione ma Zeman avrebbe le carte in regola per ridare slancio alla nazionale in vista del prossimo biennio.
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