Si chiama I Ragazzi del Bambino Gesù la nuova docu-serie proposta da Rai Tre nella seconda serata della domenica. Protagonisti sono dieci pazienti dell’Ospedale pediatrico romano che, per la prima volta, apre le sue porte alle telecamere per poter mostrare passo dopo passo la quotidianità dei suoi giovani ospiti. Una quotidianità fatta di sofferenza, di timori, di terapie, di ricoveri, ma anche – e soprattutto – di speranza, di amore, di dedizione, di tenacia, di piccole grandi vittorie.
Seguiamo i giovani protagonisti e le loro famiglie nelle giornate in Ospedale, nei momenti vissuti a casa, nel corso delle cure e delle visite. E se è vero che, quando si trattano tematiche così profonde e delicate, il confine tra la dimensione documentaristica e il rischio della spettacolarizzazione del dolore è spesso labile, a I Ragazzi del Bambino Gesù va riconosciuto il merito di non cadere nel sentimentalismo, di non indugiare sulla sofferenza in maniera gratuita. La docu-serie, firmata dalla Stand By me di Simona Ercolani, ci mette davanti agli occhi le grandi difficoltà che tutti i giorni i ragazzi – e chi sta loro accanto – devono affrontare; nulla viene edulcorato. Ma a prevalere non è lo strazio, non è la disperazione, bensì la forza, la speranza. Perché, come dice Roberto – uno dei giovani protagonisti del programma – la malattia fa paura a chi non la vive: per chi la vive diviene normalità.
E’ una bella occasione per riflettere e per guardarsi dentro, I Ragazzi del Bambino Gesù. Ed è in casi come questo che possiamo dire che la tv offre un bel servizio al suo pubblico. Lo fa anche perché fornisce informazioni utili: seguendo le vicende dei giovani pazienti e delle loro famiglie si scoprono belle iniziative organizzate nel nostro Paese dedicate a ragazzi malati o disabili, si conoscono strutture di accoglienza per coloro che devono allontanarsi da casa in modo da poter seguire le terapie, si apprendono anche nozioni mediche grazie alle spiegazioni fornite dai sanitari che seguono i ragazzi in reparto.
L’informazione si innesta così in una narrazione che è destinata a conquistare lo spettatore puntata dopo puntata, portandolo a condividere speranze, dolori, vittorie dei ragazzi del Bambino Gesù.
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