[didascalia fornitore=”ansa”]Foto di repertorio[/didascalia]
I furti dei rom negli appartamenti occupano da sempre le pagine di cronaca dei giornali, di recente però pare che i nomadi abbiano trovato un altro business produttivo: secondi i dati resi noti dalla Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente), ogni 15 minuti viene rapito un cane in Italia. Come denunciato dalla trasmissione Quinta colonna, la maggior parte di questi furti sarebbe riconducibile a bande di rom organizzate.
Le gang di nomadi mettono a segno i furti dei cani non soltanto prelevandoli dai balconi o dai giardini delle abitazioni, ma anche sottraendoli con la forza delle minacce: sono diverse infatti le testimonianze di persone che raccontano di essere state accerchiate da alcuni rom e obbligate a cedere loro il proprio cane. Altre volte ancora, i cuccioli vengono sfilati dalle mani dei proprietari all’improvviso, come accade solitamente durante gli scippi di borse o gioielli. Si parla anche di furti su commissione.
La domanda a questo punto sorge spontanea: che fine fanno tutti i cani rubati dai rom? Purtroppo la destinazione che spetta a questi animali è spesso terribile: attraverso le organizzazioni criminali molti cani vengono trasportati in Paese dell’Est, in veri e propri allevamenti lagher, altri vengono sfruttati per vivisezioni clandestine e altri ancora finiscono sulle tavole dei ristoranti. Talvolta vengono sfruttati come corrieri della droga: trasportano grosse quantità di stupefacenti direttamente dentro il loro corpo, rischiando in ogni momento la vita. In totale il nuovo business dei rom frutterebbe 5-7 milioni l’anno.