Domani, 12 luglio, i sindacati (CGIL, CISL e UIL) sono attesi a palazzo Chigi per un incontro con Draghi ed il suo governo per definire insieme le prossime mosse dell’esecutivo sul tema lavoro.
Molte le questioni sul tavolo e oggetto di attenzione: dall’inflazione al caro vita, dal lavoro povero ai bassi salari, dalle discriminazioni di genere alla bassa occupazione giovanile, dal taglio del cuneo fiscale al salario minimo.
Cosa chiedono i sindacati a Draghi
Le richieste delle organizzazioni nate per salvaguardare e migliorare la condizione della forza lavoro dipendente sono varie e sfaccettate, ma unite nell’affermare l’urgenza della loro attuazione. I lavoratori italiani sono stretti in una morsa di inflazione, caro vita ed insicurezza generale del contesto nazionale ed internazionale che necessita delle risposte chiare ed immediate dalla politica.
Lo ribadisce il segretario della CGIL Maurizio Landini, che evidenzia come nello Stivale, pur svolgendo un regolare lavoro, molti impiegati non riescano comunque ad arrivare a fine mese. Una situazione intollerabile per il più grande sindacato italiano, il quale rimarca anche gli inammissibili livelli di precarietà e disoccupazione di cui soffre il mercato del lavoro nazionale.
Per ovviare a tali problematiche, l’organizzazione attualmente guidata da Landini ha già espresso chiare proposte d’intervento, sottolinea lo stesso capo CGIL, tra le quali annoverare: la redistribuzione degli extra-profitti delle aziende energetiche, una seria, strutturale e lungimirante riforma fiscale e una profonda trasformazione del sistema delle pensioni, comprensiva, nell’importo, dei tempi di formazione e mancato lavoro.
Il principale rappresentante della CISL, Luigi Sbarra, si concentra invece sulla centralità della partecipazione sociale quale motore del rinnovamento del settore.
Al fine di ottenere una crescita di salari e pensioni, con particolare attenzione verso le famiglie più fragili ed in difficoltà, il segretario dell’ex costola sindacale della Democrazia Cristiana punta su una stagione di forti investimenti pubblici e privati attraverso cui irrorare i territori di liquidità da investire nelle transizioni ecologica, digitale ed industriale.
L’obiettivo è la ripartenza di consumi e produttività, la creazione di occupazione stabile e competenze consolidate e innovative, la riduzione dell’inflazione ed l’aumento del welfare nazionale garantito.
Il dialogo tra sindacati e governo
La pressione dei sindacati è motivata anche dalla vicinanza della discussione parlamentare intorno alla legge di bilancio, che si avvierà a settembre. Per i rappresentanti dei lavoratori è fondamentale che la loro voce e le loro proposte vengano recepite prima dell’inizio delle trattative, in modo da poter incidere con le loro idee e sensibilità di categoria sulle scelte che saranno effettuate in Consiglio dei Ministri.
Con un’inflazione arrivata all’8% su base annua nel mese di giugno ed una ascesa dei prezzi al consumo mai vista e difficile da sostenere (considerando anche i due anni di immobilismo causa Covid-19), i sindacati vorrebbero poter influire sui due temi cardine portati avanti dal ministro del Lavoro Orlando quale soluzione di lungo periodo ai problemi del mondo del lavoro peninsulare: riduzione del cuneo fiscale e trattamento economico complessivo dei contratti.
Per quanto concerne la prima misura, i sindacati chiedono un taglio che vada ad impattare direttamente sui redditi di occupati e pensionati, quindi sul lato fiscale del cuneo, non contributivo, come prospettato da Confindustria.
Sul trattamento economico complessivo, un salario minimo spurio come lo stesso Orlando a lasciato intendere, i sindacati sembrano aperti alla trattativa, purché ne derivino chiari vantaggi per la forza lavoro dipendente; altrimenti la richiesta più probabile delle parti sociali sarà una vera e propria legge che fissi uno stipendio minimo garantito tramite norma parlamentare.
Il vertice tra l’esecutivo di Mario Draghi ed i sindacati comincerà domani mattina, 12 luglio, nelle sale di palazzo Chigi.