Non c’è ancora nulla di certo per le regionali in Lombardia e nel Lazio: né la data, che però potrebbe essere il 12 febbraio, né i candidati, per lo meno non tutti. Nonostante questo, dei sondaggi rilevano come, a vincere, in entrambe le tornate elettorali potrebbe essere il centrodestra, trainato come alle politiche, da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
Per quanto riguarda, poi, i possibili sfidanti nello specifico, Letizia Moratti – che correrà per il terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi – potrebbe svuotare Forza Italia di Silvio Berlusconi, ma non riuscirebbe comunque a farsi eleggere a Palazzo Lombardia, dove vola, invece, Attilio Fontana della Lega. La situazione per Alessio D’Amato, il candidato del Partito democratico, è un po’ più in bilico e passa soprattutto dall’appoggio del MoVimento 5 stelle, che difficilmente arriverà.
Il 12 febbraio potrebbe essere il giorno della verità per le regionali in Lombardia, iniziate molto prima del previsto. Già in estate, infatti, si notavano le prime crepe tra il governatore, Attilio Fontana, e la sua vice, Letizia Moratti, che poi sono diventate palesi nel momento in cui l’ex sindaca di Milano ha deciso di dimettersi dal ruolo.
Sulla sua figura, si è ricamato tanto: prima nel centrodestra, poi anche nelle opposizioni. Il responso definitivo è che la ministra della Pubblica istruzione del governo di Silvio Berlusconi sarà la candidata di Azione e Italia Viva, quindi del terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, mentre il presidente uscente sarà appoggiato dalla maggioranza di governo e Pierfrancesco Majorino correrà per il Partito democratico. Ancora non si sa, invece, se il MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte darà il suo placet per l’europarlamentare oppure manderà avanti un candidato dei suoi.
Questo per avere un quadro di come potrebbe essere più completo, ecco. Perché poi i sondaggi, di fatto, non tengono conto di quelle che siano le alleanze e fotografano una situazione che non si discosta di tanto da quella nazionale. Secondo i 1004 intervistati da Izi, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, infatti, risulta ancora il partito che potrebbe avere più voti ed è al 31%, il Pd, invece, potrebbe arrivare al 16,8%. Bene la Lega, che è il partito del candidato, che sta sotto i dem di appena un punto percentuale.
M5s e terzo polo si contendono il quarto posto al 9,3%, mentre i forzisti, svuotati dei consensi per Moratti, vengono superati dall’alleanza di Sinistra Italiana e dei Verdi di Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi: 5% contro il 4,1%. +Europa di Benedetto Della Vedova ed Emma Bonino viaggiano sul 2,8%, mentre gli altri partiti arriverebbero al 5,9%. Quindi, al netto del fatto che ancora non sono stati definiti tutti gli accordi, Fontana andrebbe verso un secondo mandato, con oltre il 50% delle preferenze totali, con Majorino a tallonarlo, ma solo se il movimento dell’ex presidente del Consiglio decidesse di allearsi con loro.
Se il quadro è complicato in Lombardia, nel Lazio siamo praticamente ancora in alto mare. Innanzitutto perché il centrodestra ancora non ha scoperto le carte e quindi non si sa chi sarà il candidato per prendere il posto del dimissionario Nicola Zingaretti, ma anche perché, pure qua, il MoVimento 5 stelle dovrà decidere se stare insieme alle altre due opposizioni al governo Meloni oppure no.
L’idea che va per la maggiore è che Alessio D’Amato, l’assessore alla Sanità uscente, oltre all’appoggio del Partito democratico, dovrebbe correre anche per il terzo polo, ma non per i rossoverdi e i pentastellati, che potrebbero, invece, scegliere un loro uomo da proporre insieme: tutto è in divenire, e si dovrà aspettare per capire come andrà.
Di sicuro c’è che il partito della prima presidentessa del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana sbaraglia la concorrenza anche nella regione del Centro. Il sondaggio del 16 novembre effettuato da Scenari politici su 1000 intervistati ci restituisce FdI al 33,8%, ben oltre quindi le percentuali che si registrano a livello nazionale. I dem, invece, sono fotografati al 17% contro il 15,9% dei Cinque stelle, che chiudono il podio.
Il terzo polo è dato all’8,2%, il Carroccio cala a picco, rispetto alla Lombardia, al 5,2% e viene superata anche da Forza Italia che, invece, potrebbe raccogliere il 6,5% dei consensi. L’alleanza Si/Ev è al 3,5%, mentre +Europa potrebbe registrare gli stessi voti anche nel Lazio. Unione popolare di Luigi De Magistris è fotografata all’1,3%, appena lo 0,2% in più rispetto a Italexit per l’Italia di Gianluigi Paragone. Gli altri partiti sono al 4,7%.
Partendo da una situazione ancora poco chiara e frammentata, non si possono fare delle conclusioni nette. La maggioranza che sostiene l’esecutivo così sarebbe al 45,5%, ma Mister Vaccino, così viene chiamato D’Amato, solo se venisse appoggiato dal campo largo potrebbe pensare di tallonare il candidato del centrodestra, fermandosi al 44,6%. Perdendo, però, i voti dei pentastellati e dei partiti di Fratoianni, Bonelli ed Evi arriverebbe al massimo al 25,2% e ingaggerebbe una lotta proprio con loro, che sarebbero su poco meno del 20%.
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