Un attacco notturno effettuato dalle milizie capitanate dai talebani in Afghanistan, ha colpito la provincia settentrionale di Balkh e ha preso di mira gruppi combattenti dell’Isis appartenenti anche alle milizie Daesh. La minaccia delle forze ribelli islamiche si sta espandendo nuovamente a livello internazionale e, pertanto, anche gli Stati Uniti hanno intensificato gli attacchi ed è stato ucciso uno dei leader più anziani dell’organizzazione.
Durante un raid effettuato dalle forze talebane contro i terroristi dello Stato Islamico radicati da tempo all’interno dell’Afghanistan e, attualmente, il gruppo rappresenta la minaccia più importante e concreta per le autorità talebane, che hanno subito duri attacchi, soprattutto, attuati dove sono collocate anche le istituzioni internazionali provocando morte e alimentando, ancora di più, la crisi sociale e politica presente in Afghanistan.
Nella notte tra il 3 e il 4 aprile, è stato attuato un raid nella provincia a nord dell’Afghanistan Balkh, durante il quale sono rimasti uccisi sei membri del gruppo estremista dello Stato islamico, stando a quanto riferito dallo stesso portavoce dei talebani.
I gruppi affiliati all’Isis sono stanziati nella provincia di Khorasan e rappresentano la maggiore forza in contrapposizione attualmente alle milizie talebane. Da quando il governo talebano ha ripreso ufficialmente il comando del Paese ha dovuto contenere una crescente minaccia da parte degli estremisti islamici, che hanno attaccato il territorio afghano approfittando della spaccatura interna all’interno dell’amministrazione statale.
L’Isis ha aumentato gli attacchi e ha, inizialmente, preso di mira le pattuglie talebane e membri dell’Afghanistan a minoranza sciita. Poi, però, ha cominciato ad attaccare le istituzioni a Kabul colpendo anche il ministero degli Esteri, in modo da creare caos sia a livello afghano che internazionale.
Il portavoce del capo della polizia di Balkh ovvero Mohammad Asif Waziri ha specificato che l’operazione attuata lunedì sera ha avuto come obiettivo un nascondiglio dell’IS, che si trova all’interno del distretto di Nahri Shahi riuscendo a neutralizzare sei membri dell’organizzazione terroristica isis e più precisamente ex appartenenti alla milizia Daesh.
Da quando i talebani hanno ripreso il potere nel 2021, dopo che le forze statunitensi e la NATO hanno lasciato il Paese, la situazione è degenerata e la mancanza di organizzazione interna e politica ha generato terreno fertile per i gruppi terroristici che mirano all’espansione islamica.
Sembrava inizialmente che le autorità talebane avessero modificato la loro condotta e rispettato anche i diritti umani e soprattutto quelli femminili ma appena hanno potuto gestire in maniera autonoma il paese l’Afghanistan è stato rigettato in un ambiente fondamentalista e patriarcale, che ha introdotto punizioni ed esecuzioni pubbliche e ha nuovamente introdotto numerosissimi divieti per le donne afghane,che sono ora rilegate nuovamente ai margini della società senza possibilità di studio e anche con la carriera lavorativa minata dagli stessi talebani.
Un affiliato dell’Isis ha compiuto un attentato suicida a marzo, che ha ucciso tre persone tra cui Daud Muzmal che era il governatore nominato dai talebani per la città di Balkh.
L’omicidio del governatore è una delle più importanti uccisioni avvenute dopo il ritorno a potere dei talebani e si tratta qualcosa che ha generato astio e dissapore maggiore che sono sfociati poi in attacchi reciproci devastanti.
I talebani però non sono gli unici apprendere di mira l’espansione islamica attuata dalle milizie ribelli e emerge che le forze militari statunitensi hanno ucciso in alto militante dell’isis chiamato Khalid Aydd Ahmad al-Jabouri.
La nota emessa dalle autorità Usa specifica che tutto ciò “interromperà temporaneamente la capacità dell’organizzazione di pianificare attacchi esterni”.
L’attacco è stato confermato anche dall’osservatorio siriano per i diritti umani che ha sede in Gran Bretagna ,che ha ribadito per l’appunto che una persona è stata uccisa da un attacco attuato mediante drone, vicino al villaggio di Kefteen, che è sotto il comando delle milizie ribelli.
La protezione civile in Siria ha precisato di aver evacuato un uomo dalla scena dell’attentato che è successivamente morto in seguito alle ferite riportate nell’attacco in ospedale.
Gli attacchi contro i militanti legati ad Al-Qaeda e ai membri anziani dell’isis nella Siria occidentale stanno aumentando nell’ultimo periodo e questo ha causa dell’ampliamento delle truppe islamiche che proseguono la loro missione di espansione.
La maggior parte dei militanti uccisi dagli statunitensi nella provincia di Idlib che in mano alle milizie ribelli erano membri del gruppo terroristico di al-Qaida Horas al-Din, parola che in lingua araba significa “Guardiani della religione”.
All’interno dell’organizzazione sono presenti i membri irriducibili di Al Qaeda che si sono staccati dal gruppo Hayat Tahrir al-Sham, la milizia ribelle più forte della provincia di Idlib.
Entrambe le fazioni tentano di contrastare gli avversari attuando attacchi reciproci e, nell’ultimo periodo, molti membri influenti dell’organizzazione terroristica islamica hanno perso la vita.
Dal momento in cui le autorità talebane hanno ripreso il potere in Afghanistan hanno dovuto anche contrastare le milizie dello Stato islamico IS-K nella provincia di Khorasan. Il gruppo terroristico fa capo direttamente allo stato islamico, ma ha stanziato le proprie truppe all’interno del territorio afghano e non intende rinunciarvi.
Nell’ultimo periodo è emerso chiaramente il tentativo di colpire i vertici talebani e gli attacchi effettuati dalle milizie islamiche hanno suscitato anche molta apprensione data la ferocia delle azioni compiute di possibili ritorsioni anche all’estero e il pensiero di cascare nuovamente periodo nel quale sono stati attuati più attacchi suicidi è qualcosa che spaventa enormemente le autorità internazionali.
Dopo l’uccisione del governatore di Balkh la tensione ha subito un’ulteriore escalation e il 15 marzo è stato rivendicato anche il tentativo di un attacco diretto al capo del dipartimento idrico nella provincia occidentale di Herat in Afghanistan, ma anche contro il governatore distrettuale della provincia di Nangarhar roccaforte dell’Isis.
L’obiettivo della milizia dello Stato islamico è quello di creare un califfato a livello internazionale basato sulla propria interpretazione della legge islamica.
Ovviamente questi sono soltanto gli ultimi attacchi sferrati dell’Isis, in quanto la serie di operazioni effettuate a livello internazionale sono ormai note e conosciute in tutto il mondo.
In realtà è da quando li si è formato nel 2015 che tenta di conquistare strada e territorio in Afghanistan.
Lei forze ribelli islamiche hanno spesso tentato di uccidere funzionari statali e governativi ma anche militari, esponenti dei media e figure religiose della società civile.
Il gruppo terroristico e ha anche responsabile dell’attentato che ha provocato la morte di 13 membri delle forze armate degli Stati Uniti e decina di cittadini afghani nell’agosto del 2021, in seguito al crollo del governo che ha successivamente decretato il ritiro dell’occidente dal territori.
Sono stati anche sventati numerosi attacchi da parte delle autorità occidentali,che i membri dell’isis avrebbero voluto attuare come per esempio il tentativo di eliminare il segretario della NATO Stoltenberg ma anche l’ex segretario della difesa statunitense Mattis.
Le milizie dello Stato islamico hanno anche cercato di uccidere l’ex vicepresidente afghano Abdul rashid dostum e anche l’ex presidente afghano nel 2020 e più recentemente nel 2021 il diplomatico statunitense Wilson.
Anche se si tratta di organizzazioni islamiche e improntate al rispetto della religione in maniera profonda le due fazioni sono in contrasto da molto tempo e ora il tentativo sempre più insistente di spodestare le autorità talebane fa scaturire la preoccupazione di un ampliamento, ma fa emergere anche la prospettiva di una rinascita delle milizie Isis.
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