Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari OCHA, il divieto imposto dai talebani in Afghanistan alle donne di lavorare per ONG nazionali e internazionali ha già causato interruzioni nelle operazioni umanitarie nel Paese, nonostante le agenzie umanitarie continuino a fornire assistenza vitale a milioni di persone. L’OCHA ha riferito che il divieto ha impedito alle donne di fornire assistenza alimentare a 11,5 milioni di persone, servizi sanitari a 2,5 milioni di persone, acqua potabile e sicura a 1 milione di persone e istruzione a 482.000 bambini (di cui 280.000 sono ragazze) nei primi due mesi del 2021.
Secondo l’economista Mir Shikib Mir, il divieto ha avuto un impatto negativo sull’economia e ha contribuito all’aumento della povertà nel Paese. L’attivista per i diritti delle donne Suraya Paikan ha invece sottolineato l’importanza di garantire un ruolo per le donne anche nell’istruzione e nella medicina, così come in altri settori dell’economia.
Divieto di lavoro per le donne in Afghanistan nelle Ong e all’Onu
Il divieto del lavoro femminile imposto dai talebani nei gruppi umanitari ha causato interruzioni alle operazioni umanitarie in Afghanistan. Jan Egeland, segretario generale del Consiglio norvegese per i rifugiati (NRC), ha affermato che sono passati cinque mesi dall’imposizione del divieto e ha esortato i leader talebani a concedere alle donne un lasso di tempo entro cui poter riprendere a lavorare per chi ne ha bisogno. Egeland ha anche sottolineato che solo le donne possono raggiungere altre donne e che non lavoreranno solo con uomini.
Il regime dei talebani ha risposto affermando che le donne lavorano in aree in cui sono necessarie, come i ministeri della sanità pubblica, dell’istruzione, delle finanze e del dipartimento dei passaporti, nonché negli aeroporti e in altre aree. Tuttavia, il divieto del lavoro femminile nei gruppi umanitari rimane in vigore e ha un impatto significativo sulle donne che hanno bisogno di assistenza umanitaria.
È importante notare che l’accesso alle donne afgane ai servizi sanitari, all’istruzione e all’occupazione è stato limitato in passato a causa delle restrizioni imposte dalle autorità afghane e dai gruppi armati. La situazione attuale in Afghanistan, dopo il ritorno dei talebani al potere, ha riacceso le preoccupazioni per i diritti delle donne e l’accesso all’assistenza umanitaria.
La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per la situazione umanitaria in Afghanistan e ha chiesto ai talebani di garantire l’accesso sicuro e senza ostacoli all’assistenza umanitaria per tutte le persone che ne hanno bisogno, comprese le donne e i bambini. L’accesso all’assistenza umanitaria è particolarmente importante in questo momento, mentre il paese affronta una crisi economica e sanitaria dovuta alla pandemia di COVID-19 e alla recente escalation del conflitto.
Il portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti Matthew Miller ha affermato che la comunità internazionale, compresi gli Stati Uniti, ha posto come precondizioni per il riconoscimento dell’Emirato islamico la formazione di un governo inclusivo e il rispetto dei diritti umani, inclusi i diritti delle donne e delle minoranze.
Miller ha affermato che i talebani devono guadagnarsi la legittimità per ottenere il riconoscimento internazionale, ma che questo è difficile da raggiungere fintanto che continuano a reprimere la loro stessa gente e a perpetrare attacchi contro le donne.
Il governo dei talebani ha minimizzato le preoccupazioni degli Stati Uniti sulla situazione dei diritti umani in Afghanistan, affermando che i diritti umani sono preservati anche meglio di prima. Il vice portavoce dell’Emirato islamico ha dichiarato che le autorità vogliono buone relazioni con tutti i paesi e vuole relazioni ufficiali con i paesi, ma a condizione che i suoi interessi nazionali non vengano violati.
Gli analisti di relazioni internazionali e i docenti universitari hanno sottolineato l’importanza della formazione di un governo inclusivo e della garanzia dei diritti umani, tra cui i diritti delle donne e delle minoranze, per il riconoscimento dell’Emirato islamico dalla comunità internazionale. Hanno anche espresso preoccupazione per l’eliminazione delle donne dalla piena partecipazione politica e pubblica nel paese, sottolineando la necessità di garantire la loro presenza.
Il governo talebano è salito al potere quasi due anni fa, ma il suo governo non è ancora stato riconosciuto dalla comunità internazionale. Il rispetto dei diritti umani è una delle principali preoccupazioni della comunità internazionale riguardo alla situazione in Afghanistan sotto il governo dei talebani. La comunità internazionale ha espresso la necessità di un governo inclusivo e rappresentativo che rispetti i diritti umani per garantire la stabilità e la pace nel paese.
I talebani stanno ragionando sul lavoro femminile nelle Ong
La notizia che i funzionari talebani a Kandahar abbiano accettato di prendere in considerazione l’idea di consentire alle donne afghane di riprendere il lavoro presso un’agenzia umanitaria nella provincia meridionale dell’Afghanistan è positiva. Tuttavia, il divieto del lavoro femminile in molte ONG e nei gruppi di aiuto internazionali rimane in vigore e ha un impatto significativo sulle donne che necessitano di assistenza umanitaria.
È incoraggiante che Jan Egeland, segretario generale del Consiglio norvegese per i rifugiati, abbia incontrato funzionari talebani a Kabul e Kandahar per discutere del divieto al personale femminile dell’organizzazione e che i talebani abbiano accettato di prendere in considerazione l’idea di consentire alle donne di riprendere il lavoro presso l’agenzia nella provincia meridionale di Kandahar.
Egeland ha dichiarato di aver raggiunto un accordo per avviare colloqui immediati su un accordo temporaneo che consentirà alle colleghe dell’organizzazione di lavorare con e per le donne e altri a Kandahar. Se otterranno un’esenzione provinciale a Kandahar, dovrebbero essere in grado di replicarla altrove.
Tuttavia, è importante sottolineare che il divieto del lavoro femminile in molte ONG e nei gruppi di aiuto internazionali rimane in vigore, limitando ancora l’accesso delle donne afghane ai servizi di assistenza umanitaria e avendo un impatto negativo sulla loro partecipazione economica e politica. La comunità internazionale deve continuare a esercitare pressioni sui talebani per garantire il rispetto dei diritti umani, in particolare i diritti delle donne, e per consentire loro di partecipare pienamente alla società afghana.
È fondamentale garantire che le organizzazioni umanitarie e i gruppi di aiuto internazionali possano operare in modo sicuro ed efficace in Afghanistan, senza restrizioni ingiustificate.
È incoraggiante che ci siano esenzioni per il lavoro femminile in Afghanistan in determinati settori come l’assistenza sanitaria e l’istruzione, ma è importante estendere tali esenzioni ad altri settori in cui le donne sono necessarie. Inoltre, è cruciale che le donne afghane abbiano accesso all’istruzione e alle opportunitàeconomiche, il che consentirebbe loro di partecipare pienamente alla società e di realizzare il loro pieno potenziale.
La situazione dei diritti delle donne in Afghanistan rimane una preoccupazione importante per la comunità internazionale. È necessario che i talebani rispettino i diritti umani e lavorino per garantire la piena partecipazione delle donne alla società afghana. È positivo che ci siano segnali di apertura da parte dei talebani, ma è importante che tali aperture vengano tradotte in azioni concrete per garantire i diritti delle donne afghane.