L’incubo del Covid non è ancora finito, specialmente in Cina dove la situazione sta diventando sempre più preoccupante. Dopo Malpensa e Fiumicino, ora tutti i passeggeri che arriveranno dal Paese asiatico dovranno sottoporsi a un tampone obbligatorio, così ha deciso il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha firmato un’ordinanza in tal senso.
“La misura si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana“, ha detto il medico nucleare che ha anche precisato che riferirà più nel dettaglio le misure nel Consiglio dei ministri che è stato convocato per oggi. A livello europeo, invece, una risposta potrebbe arrivare nei prossimi giorni, ma così come da Pechino la situazione si considera “sotto controllo“.
Il nuovo boom di casi di Covid in Cina preoccupa un po’ tutti, non solo i cinesi. E dopo la decisione di Guido Bertolaso, attuale assessore al Welfare della Regione Lombardia, che ha reso consigliati i tamponi per i passeggeri che arrivavano a Malpensa dal Paese asiatico, a cui è seguita anche quella di Alessio D’Amato, assessore alla Sanità e candidato del centrosinistra nel Lazio, adesso anche Orazio Schillaci, ministro della Salute del governo di Giorgia Meloni, ha firmato un’ordinanza in cui ha disposto i “tamponi antigenici Covid-19 obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia“.
“La misura – ha spiegato il ministro – si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus, al fine di tutelare la popolazione italiana. Riferirò più dettagliatamente nel corso del Consiglio dei ministri convocato oggi“. Notizia confermata anche dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che a Oggi è un altro giorno su Rai Uno, ha detto che alle 18 a Palazzo Chigi si parlerà anche dell’ordinanza firmata dal suo collega.
D’altronde, il monitoraggio delle persone che sono arrivate nell’aeroporto milanese dalla Cina il 26 dicembre ha tracciato uno scenario piuttosto allarmante: dei 120 passeggeri che viaggiavano sul volo Pechino-Malpensa delle 18:55, 62 sono risultati positivi al Covid, il 52%. Sull’altro volo arrivato nel capoluogo lombardo dalla capitale cinese sempre nel giorno di Santo Stefano, la percentuale di positivi è stata del 38% (35 su 92 passeggeri).
Questi numeri, ha commentato Bertolaso, “devono far riflettere“. “Tutti questi passeggeri non presentavano sintomi particolari. Non mostravano visibilmente sintomi di malattia“, ha detto ancora il sostituto di Letizia Moratti, che ha anche messo l’accento sull’iniziativa presa dal Pirellone tanto che ha portato anche Schillaci ad attuarne una simile, rendendo però obbligatori i tamponi.
Anche a livello europeo, come ha auspicato il ministro, si prenderanno delle contromisure. Una portavoce della Commissione europea, sentita dall’Adnkronos, ha spiegato che a livello comunitario si potrebbe arrivare a una reintroduzione delle restrizioni di viaggio per la Cina qualora la situazione dovesse peggiorare.
La variante BF7 Omicron del coronavirus, “prevalente in Cina, è già presente in Europa e non è riuscita a diventare dominante. Tuttavia, rimaniamo vigili e saremo pronti a utilizzare il freno di emergenza, se necessario“, ha detto ancora la portavoce dell’esecutivo Ue all’agenzia di stampa, spiegando anche che ora la situazione è sotto controllo. Le restrizioni, infatti “sono state revocate, ma è stato mantenuto un freno di emergenza che potrebbe essere attivato se necessario per reintrodurre le restrizioni in modo coordinato. Questi aggiornamenti sono stati concordati dagli Stati membri il 7 dicembre“.
Dal canto loro, i cinesi hanno assicurato oggi che la situazione epidemiologica è effettivamente “sotto controllo” nonostante il rimbalzo dei casi rilevati nelle ultime settimane dopo l’allentamento delle restrizioni. “Pechino è stata la prima a superare il picco dell’epidemia e la produzione e la vita stanno gradualmente tornando alla normalità“, ha detto ancora la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin.
“Tutti i Paesi del mondo attraversano un periodo di adattamento quando adeguano le loro politiche di prevenzione dell’epidemia e il caso della Cina non è diverso“, ha affermato ancora prima di lamentare che “alcuni media occidentali hanno deliberatamente esagerato o addirittura distorto l’adeguamento nella politica cinese di prevenzione e controllo dell’epidemia, evitando di parlare del prezzo elevato che il Paese ha pagato per la prevenzione di fronte alla pandemia“.
Tra i primi a commentare l’ordinanza di Schillaci è stato il suo predecessore, Roberto Speranza, deputato di Articolo 1: “La strategia della Meloni di far finta che il Covid non esiste più e che tutto sommato dei vaccini si può fare a meno mi pare fallita. Come sempre la realtà è più forte della comunicazione“, ha detto.
La senatrice del Partito democratico Beatrice Lorenzin, invece, in aula ha chiesto al ministro di riferire anche al Parlamento “sulle azioni del governo in relazione all’esplosione di casi di Covid in Cina, alla luce dell’ordinanza“. Nella fattispecie, si vogliono delucidazioni “sul sistema di allerta in Italia e in Europa. Ci troviamo nel mezzo delle vacanze di Natale, milioni di persone si spostano attraverso l’Italia e l’Europa. Siamo preoccupati, vogliamo essere certi che siano attivate tutte le misure di prevenzione del caso“.
Sempre dal Pd e sempre dal Senato, è intervenuto a margine dei lavori sulla legge di bilancio, anche Francesco Boccia che ha attaccato il governo su altri temi. “Sul Covid il governo Meloni continua a nascondere la realtà e a negare i problemi, assecondando pulsioni no vax. Il ministro della Salute Schillaci in base a quale autorità non dà seguito alle indicazioni delle autorità sanitarie nazionali? Non stiamo parlando di politica. Che fine hanno fatto le dosi per il terzo richiamo nei bambini fino a 11 anni? Ema e Aifa hanno autorizzato. Il ministro ha inoltrato la circolare alle Regioni? A noi risultano i vaccini pagati e non utilizzati dalle Regioni. Il ministro risponda agli italiani in tempi rapidi davanti al Parlamento. A meno che il Governo non abbia deciso di indicare una strada diversa e al di sopra di Aifa e Ema“.
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