La tensione in Medio Oriente è ai massimi livelli, dopo la violenza scaturita tra Israele e Palestina nelle ultime ore, che ha mostrato attacchi reciproci sfociati poi nei due raid israeliani, che hanno preso di mira la moschea di Al-Aqsa durante la preghiera dei fedeli musulmani. Gli scontri successivi hanno generato un botta e risposta armato pericolosissimo. Nella giornata di domenica 9 aprile, i leader delle milizie di Hamas e Hezbollah hanno deciso di incontrarsi per coordinare le azioni data la tensione estrema con le autorità israeliane.
La violenza che è scoppiata in questi giorni in Palestina ha ricevuto una risposta decisa con lanci di razzi dal Libano ma anche dalla Striscia di Gaza, come risposta all’attacco ad Al-Aqsa, che è stato recepito come un affronto in un luogo sacro e durante un momento particolare dato che è in corso il mese sacro dell’islam ovvero il Ramadan, che coincide con la Pasqua Ebraica. Oggi sono celebrate sia funzioni dai fedeli Islamici sia dai cittadini di fede ebraica e la tensione è ai massimi livelli, così come il livello di allerta soprattutto alla luce degli attentati attuati di recente nel territorio.
I capi delle fazioni islamiche Hezbollah e quello del gruppo di Hamas hanno deciso di incontrarsi per discutere della violenza in costante aumento e su come procedere congiunti.
I vertici di Hezbollah e Hamas si sono incontrati a Beirut
Hassan Nasrallah, ovvero il capo di Hezbollah, ha incontrato Ismail Haniyeh che è invece il leader di Hamas a Beirut, per discutere di cooperazione a seguito dell’escalation di violenza con Israele. Nonostante i gruppi siano distinti, hanno in comune il sostegno iraniano così come l’astio verso Israele e i suoi alleati.
Negli ultimi giorni sono stati attuati numerosi attacchi anche tramite razzi che sono stati lanciati dal Libano e dalla Striscia di Gaza e Israele ha identificato in Hamas il responsabile di questi attacchi.
Anche la Siria è stata protagonista di azioni violente in risposta alla violenza verso i fedeli musulmani colpiti dalla rappresaglia israeliana e sono stati lanciati, così, sei razzi verso Israele durante la notte. Una situazione complicata che ha destato preoccupazione nella comunità internazionale, che cerca di prevenire una guerra vera e propria.bIl fondatore dell’ala militare di Hamas e leader in Cisgiordania Saleh al-Arouri ha accompagnato la delegazione.
Channel 12 ha riferito che si presume che l’autore del lancio di razzi dal Libano sia al-Arouri.
Sono stati lanciati 34 razzi di cui 25 intercettati dal sistema di difesa aerea israeliano Iron Dome nella zona a nord di Israele. Nell’attacco sono rimaste ferite diverse persone e diversi edifici hanno subito danni.
Sono stati sferrati attacchi anche da Gaza che sono stati effettuati in risposta alla violenza emersa negli scontri tra polizia israeliana e palestinesi all’interno di Al Aqsa sul monte del Tempio.
È noto che il gruppo Hezbollah è sovvenzionato direttamente dall’Iran che ha, a sua volta, stretti legami con Hamas, che è stanziato nella Striscia di Gaza, ma anche con la Jihad islamica palestinese che risiede nella zona costiera.
Hamas ha potuto espandersi in Libano grazie al benestare di Hezbollah negli ultimi anni e così si è inserito nel territorio che combatte anch’esso le forze israeliane.
L’incontro tra i leader islamici è avvenuto durante le tensioni regionali sempre più importanti e mentre si svolgeva l’incontro tra i gruppi ribelli il capo delle Guardie Rivoluzionarie islamiche si trovava in visita a Damasco.
Le azioni attuate da Hamas sono state una risposta nei confronti della violenza utilizzata per sedare i disordini ad Al-Aqsa ma anche a tutte le provocazioni recenti che Israele ha attuato. I numerosi razzi lanciati da Gaza e dal Libano che hanno poi provocato la contro risposta delle forze israeliane.
Venerdì sono state uccise due sorelle mentre si trovavano con la madre in un attacco armato in Cisgiordania. Poco dopo sul lungo mare di Tel Aviv è stato messo a segno un attacco mediante speronamento in auto e il terrorista ha ucciso un ragazzo italiano e ferito altri sette turisti.
Dei molto razzi lanciati dalla Siria, durante la notte tra l’8 e il 9 aprile, tre hanno raggiunto il territorio israeliano.
Israele ha affermato di aver preso di mira il territorio siriano nel quale sono stati individuati i lanciatori utilizzati per gli attacchi dei terroristi. Successivamente diversi caccia israeliani hanno attaccato la zona vicino alla capitale Damasco.
Una milizia palestinese locale chiamata Liwa al-Qudsb, stando a quanto riporta la rete libanese Al Mayadeen, che è affiliata ad Hezbollah, ha rivendicato i lanci di razzi dal territorio libanese.
Raisi ha incontrato Assad tra le crescenti tensioni
Nella giornata di domenica 9 aprile il presidente dell’Iran Raisi ha incontrato il presidente siriano Assad e hanno discusso degli sforzi da compiere contro Israele. Il capo di Stato della Siria ha da sempre la missione di sterminare il terrorismo islamico e ha preso di mira zone ritenute basi delle milizie islamiche anche durante l’emergenza post sisma che ha sconvolto il paese.
Il capo di stato Raisi ha dichiarato: “I crimini del regime sionista sono un segno di debolezza e sono la prova di un futuro brillante e promettente per il movimento di resistenza“.
Raisi ha inoltre precisato che: “il mondo sta cambiando e che ora sta crescendo il sostegno per l’asse della resistenza contro Israele”.
Mentre la tensione sale tra la comunità islamiche si apprende che il commissario israeliano Kobi Shabtai ha rilasciato una dichiarazione che rivela la sua soddisfazione nel vedere le forze israeliane che attuano azioni violente nei confronti dei musulmani arrestati ad Al-Aqsa.
L’uomo sostiene la decisione della polizia e ha affermato in merito: “Sono contento delle foto che sono uscite da lì? No. Stiamo sondando l’incidente e impareremo da esso.”
Sostiene però che non sono stati gli ufficiali di polizia ad attaccare la moschea ma sono stati i palestinesi.
La comunità internazionale è preoccupata per le azioni che potranno essere intraprese da entrambe le fazioni, dato che non sembrano voler stemperare l’astio ma il nervosismo cresce sempre più. Il primo ministro di Israele Netanyahu ha incontrato il leader dell’opposizione Lapid per un vertice sulla sicurezza data la situazione attuale ma l’incontro non è stato soddisfacente stando a quanto riferito dal Jerusalem Post.
Lapid ha affermato che ha preso parte al vertice preoccupato e lo ha lasciato ancora più preoccupato. Ha messo in guardia Netanyahu dal compiere azioni che porterebbero a un’escalation ancora più profonda che segnerebbe irrimediabilmente Israele.
Ha dichiarato in merito che: “La minaccia iraniana non può essere affrontata in questo modo. Sono arrivato preoccupato e me ne sono andato ancora più preoccupato”.
Precisando anche nella dichiarazione successiva all’incontro con il primo ministro che: “Quello che i nostri nemici vedono davanti a loro, in tutte le arene, è un governo incompetente“.