(nella foto Alberto Minetti, vincitore 2013)
Esistono anche IG Nobel italiani, e andrebbe dato loro il giusto merito. Gli IG Nobel, sono nati nel 1991, fortemente voluti dalla rivista ‘Annali delle ricerche improbabili’, e sono consegnati annualmente da autentici Premi Nobel con una cerimonia all’università di Harvard. I premiati per le ricerche più divertenti o assurde, che arrivano ad Harvard a proprie spese, hanno 60 secondi di tempo per il discorso di ringraziamento. C’è una ricompensa in denaro, istituita dal 2013, ma non basta a coprire i rimborsi di viaggi e alberghi. In palio ci sono ben 10 mila miliardi di dollari dello Zimbabwe, l’equivalente di circa quattro dollari americani. Tra i vincitori non mancano gli italiani, eccoli tutti.
La comunità scientifica ha dato di nuovo prova del suo senso dell’umorismo.
Il premio ignobel, come è anche conosciuto da noi, è stato assegnato, nel corso degli anni, anche a dei ricercatori italiani.
Vediamo quali sono stati i loro studi e in quali anni sono stati premiati.
IG Nobel italiani 2014
Nel 2014, ben due premi sono stati portati a casa in Italia. Il primo è andato all’Istat, l’Istituto nazionale di statistica ha vinto il premio per l’economia perchè nelle sue rilevazioni ha incrementato il Pil includendo i proventi ricavati dall’economia illegale e sommersa come prostituzione, droghe e contrabbando che, secondo i dati, valgono 200 miliardi di euro. L’altro premio assegnato all’Italia è andato a Marina De Tommaso e la sua équipe del Policlinico dell’Università di Bari per uno studio sul dolore che si avverte mentre si guarda un’opera d’arte brutta. Durante la cerimonia di premiazione ha la scienziata italiana ha tenuto un discorso sull’effetto antidolorifico che può avere guardare un’opera d’arte: “Botticelli è ottimo per combattere il mal di denti“, ha spiegato al pubblico affascinato dalle sue spiegazioni.
IG Nobel italiani 2013
Tra i vincitori spiccano gli italiani anche in altri anni. L’Ig Nobel per la fisica 2013 è infatti stato consegnato al team di Alberto Minetti dell’Università di Milano, per lo studio sulla gravità e la scoperta che, sulla Luna, una persona potrebbe correre sulla superficie di uno stagno. Insieme a Nadia Dominici, Francesco Lacquaniti dell’Università di Torvergata e Germana Cappellini (Irccs Fondazione Santa Lucia), i ricercatori hanno stabilito che gli uomini possono camminare su uno specchio d’acqua, ovvero un lago, se si trovassero sulla Luna o su Marte, ossia in presenza di una forza di gravità ridotta. Come i gibilischi.
IG Nobel italiani 2010
Tra i premiati dell’IG Nobel 2010, categoria Management, figurano anche tre italiani: Alessandro Pluchino, Andrea Rapisarda e Cesare Garofalo dell’Università di Catania. L’ambito e rinomato premio è stato consegnato loro per uno studio sull’organizzazione aziendale, e in particolare “per aver dimostrato matematicamente che enti e aziende sarebbero più efficienti se promuovessero le persone in modo del tutto casuale“. Geniale.
IG Nobel italiani 2008
Massimiliano Zampini dell’Università degli Studi di Trento e Charles Spence dell’Università di Oxford, Regno Unito, hanno ricevuto il premio in Alimentazione per essere riusciti a modificare elettronicamente il suono di una patatina fritta in modo tale che la masticata sembri più nitida e più fresca di quanto non sia realmente. Massimiliano Zampini che non riuscì a partecipare alla cerimonia, ha ricevuto il premio durante una cerimonia speciale, un mese dopo, al Festival della Scienza di Genova.
IG Nobel italiani 2003
Nella categoria Psicologia, Gian Vittorio Caprara e Claudio Barbaranelli dell’Università di Roma, e Philip Zimbardo della Stanford University, guadagnarono il premio per il report “La personalità semplicemente unica dei politici“. Alla cerimonia di premiazione fu però presente solo Zimbardo.
IG Nobel italiani 2000
Donatella Marazziti, Alessandra Rossi e Giovanni B. Cassano dell’Università di Pisa, e Hagop S. Akiskal dell’Università della California (San Diego), ricevettero il prestigioso premio nel 2000 per la categoria Chimica, per loro scoperta che, biochimicamente, l’amore romantico è del tutto indistinguibile da un grave disturbo ossessivo-compulsivo.