Ignazio La Russa avrebbe utilizzato 38mila euro in sette anni prelevandoli con una carta di credito direttamente dalle casse di Alleanza Nazionale. È questa l’accusa per cui il parlamentare di Fratelli d’Italia ed ex ministro della Difesa rischia il processo per peculato. Secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza in merito al patrimonio di AN, La Russa avrebbe usato una carta di credito intestata al partito con fondi nati da rimborsi elettorali e finiti su un conto corrente del Banco di Napoli, per acquisti privati. “Sono 40 anni che faccio politica e sono considerato un maniaco della trasparenza”, ha risposto La Russa, interpellato da Il Fatto Quotidiano.
Dalle indagini delle Fiamme Gialle, La Russa avrebbe usato soldi pubblici per acquistare voli aerei, in particolare per le tratte Roma-Milano e Catania-Roma, per abbonamenti Sky e acquisti in gioiellerie e bigiotterie nel centro di Roma, di cui una vicina al Parlamento.
Lo storico esponente della destra italiana ha smentito ogni accusa. “Quella carta di credito era utilizzata dall’intero gruppo parlamentare. Non è una carta che avevo nel mio portafoglio. Non che io voglia scaricare assolutamente la responsabilità sui colleghi, ma spiegherò tutto alla procura. È una carta che chi ha usato, l’ha usata in base a direttive del gruppo preesistenti a me, o che ho dato io. Me ne prendo comunque la responsabilità politica, ma io non l’ho mai strisciata”, ha dichiarato al quotidiano di Marco Travaglio.
L’ex ministro ha poi spiegato che gli abbonamenti Sky sarebbero contratti fatti per gli uffici del gruppo di AN, mentre gli acquisti in gioielleria dovrebbero essere regali per qualche matrimonio di colleghi. “Anche quando mi sono sposato, nel 1997, il gruppo mi ha fatto un regalo. So che ci sono un paio di negozi, storicamente sempre gli stessi ai quali si ci rivolgeva. Io non ci sono mai andato”, ha concluso.