Ignazio Marino ha ritirato le dimissioni ma decade comunque da sindaco di Roma. Infatti sono almeno 26 i consiglieri dell’assemblea comunale di Roma che hanno firmato e protocollato le dimissioni. Da via del Nazareno la strategia del ritiro immediato di tutti gli assessori dem dalla giunta capitolina sta dando i suoi frutti. Il base al Testo Unico degli enti locali, un consiglio comunale viene sciolto dopo le dimissioni della maggioranza assoluta dei consiglieri, il che significa per Roma le dimissioni di 25 consiglieri sui 48 totali. Ne sono già arrivate 26, quindi per Marino non c’è più speranza. “Ritengo che ci sia un luogo sacro per la democrazia che è l’Aula: sono pronto a confrontarmi con la maggioranza su quanto fatto e sul futuro nelle aule comunali“, ha dichiarato comunque il sindaco ai cronisti assiepati davanti al Campidoglio.
I consiglieri del Pd che hanno aderito all’inedita alleanza per far decadere il sindaco si sono riuniti negli uffici di via del Tritone e hanno trattato per tutta la mattinata le modalità per presentare le firme. Oltre ai consiglieri del Pd hanno firmato le dimissioni Svetlana Celli della Civica Marino e Daniele Parrucci del Centro democratico. Tra le fila dell’opposizione hanno firmato il consigliere Pdl Roberto Cantiani, Alessandro Onorato e Alfio Marchini e i fittiani Ignazio Cozzoli e Francesca Barbato.
Le dimissioni di Marino
La notizia ufficiale delle dimissioni di Ignazio Marino è arrivata alle 19.30 dell’8 ottobre 2015, dopo una giornata lunghissima. “Lascio il mio lavoro perché non sono più sostenuto da chi doveva“, fa sapere con una prima dichiarazione l’ormai ex sindaco che lancia un avvertimento. “Senza di me, il PD e il Campidoglio saranno travolti dalla corruzione“. Marino da subito non aveva escluso di tornare in Campidoglio: nella lettera e nel videomessaggio ha ricordato i 20 giorni della legge per valutare se ci siano o meno le condizioni per governare e che era sua intenzione fare questa valutazione. Abbandonato da tutti, persino dal suo più fervente sostenitore Matteo Orfini, e messo di nuovo alle strette, questa volta per le spese istituzionali, ha resistito a lungo alle pressioni delle opposizioni e soprattutto dello stesso PD, nazionale e romano.
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Il ritiro delle dimissioni di Marino
La nota del Campidoglio ufficiale è datata 29 ottobre, ore 16:41: dopo 17 giorni, il sindaco marziano fa dietrofront e si prepara ad affrontare il PD, romano e nazionale. La decisione è arrivata dopo un lungo tira e molla con Matteo Orfini, presidente dem e commissario per il PD della Capitale. A nulla sono valsi i tentativi di trovare un accordo tra il primo cittadino e la segreteria nazionale. L’avventura di Marino però potrebbe durare comunque poco: il vicesindaco Marco Causi e l’assessore ai Trasporti Stefano Esposito, entrati nella seconda giunta, hanno già presentato le loro dimissioni e l’assessore alla legalità Alfonso Sabella, da SkyTg 24 ha confermato la fine del suo mandato.