L’inchiesta su Mafia Capitale ha messo a dura prova anche la Giunta Marino. In seguito alla scoperta del business dei migranti (la criminalità organizzata sfruttava con dati falsi la venuta dei migranti per mettere le mani sui soldi dello Stato) e degli ultimi arresti, si è verificato un vero e proprio terremoto politico anche al Campidoglio. Sono stati arrestati un ex assessore della Giunta Marino, Ozzimo, l’ex presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti e il consigliere Pedetti. E’ stato arrestato anche Andrea Tassone, ex presidente di Ostia.
Il sindaco di Roma in tutto questo periodo ha continuato a mostrarsi sereno. Anche il commissario del PD romano, Matteo Orfini, non ha mancato di sostenere Ignazio Marino ed ha dichiarato che tutti i politici coinvolti saranno sospesi.
Marino deve dimettersi?
C’è molta polemica sulle eventuali dimissioni di Ignazio Marino da sindaco di Roma, in seguito allo scandalo di Mafia Capitale. Alcune persone della sua Giunta sono state coinvolte nell’inchiesta e molti invocano un passo indietro del primo cittadino della capitale. Tuttavia il Premier Renzi ha difeso Marino, dicendo che è una brava persona, anche se ha specificato che il suo ruolo di sindaco deve continuare ad essere portato avanti, se egli è in grado di farlo.
Adesso i concetti di onestà e di legalità sbandierati ovunque non bastano più, ma servono prove concrete. Marino resiste, circondato dai suoi fedelissimi, e ha continuato ad affermare “noi pensiamo al futuro della città che cammina e va avanti”. Gli arresti hanno portato via anche consiglieri di maggioranza, ma il primo cittadino non è intenzionato a lasciare il suo ruolo.
Renzi ha assicurato che l’ipotesi commissariamento non esiste, nonostante il prefetto Franco Gabrielli dovrà decidere che cosa fare, dopo aver letto il report degli ispettori sulle presunte infiltrazioni criminali anche a Roma. Il sindaco Marino si è dedicato alla cultura. Al Campidoglio l’aria è molto tesa, ma sembra che la parola d’ordine sia quella di sdrammatizzare.
Le foto con Salvatore Buzzi
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Ignazio Marino risponde in merito alle foto che lo ritraggono con Salvatore Buzzi, il braccio destro dell’holding criminale di Massimo Carminati, con un post sul profilo Facebook. Il sindaco chiarisce che quelle immagini sono state scattate durante una visita elettorale alla cooperativa 29 giugno e che in quell’occasione non ha incontrato solo Buzzi, ma anche “donne, uomini che lavorano per quella coop e che oggi scoprono la verità, come tutti noi, sul loro responsabile“. Il primo cittadino ribadisce di non aver mai avuto conversazioni di lavoro con lui, né in quella visita né in altre occasioni. “È incredibile – conclude – che mentre escono intercettazioni della mafia in cui si parla di farmi fuori si cerchi di alzare un polverone su una visita pubblica -e relativa foto- fatta alla luce del sole“.
Il primo cittadino ha detto di non aver mai parlato con Buzzi. Sul sito della cooperativa 29 giugno, di cui Buzzi è a capo, compaiono le foto della visita del sindaco, accanto allo stesso Buzzi. Non è neanche il solo a comparire in compagnia di Buzi: c’è anche Giuliano Poletti, ex presidente della Lega Coop e ora ministro del Lavoro, che non ha mai smentito di conoscere Buzzi. Condannato per omicidio e poi riabilitato, Buzzi era presidente di una cooperativa sociale e il ministro lo ha incontrato in qualità di presidente della Lega delle cooperative. Marino, invece, ha dichiarato di non aver mai parlato con lui.
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Lo ha fatto nel corso dell’intervista a Otto e mezzo con Lilly Gruber su La7. “Se ho mai avuto sospetti su Salvatore Buzzi? Non ho mai avuto conversazioni con lui”, è la risposta secca che ha dato il sindaco alla domanda. Eppure, suo sito della cooperativa 29 giugno ci sono le foto della visita in sede, accompagnato dal vicesindaco Luigi Nieri, con Buzzi a fare da cicerone.
I rapporti con la cooperativa del braccio destro di Carminati ci sono stati. Di facciata, deboli, dovuti, ma ci sono stati. Nessuno poteva immagine quello che accadeva dietro le quinte di una cooperativa che si è occupata dei più deboli, dai disabili agli immigrati. Nemmeno il sindaco Marino che ha visitato il centro della cooperativa, attiva nel sociale, e che per questo parlato con Buzzi.
Le foto mettono in imbarazzo il primo cittadino che è al centro dell’attenzione anche delle istituzioni proprio per il suo ruolo. Il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro sta da una parte valutando lo scioglimento del Comune per mafia chiesto dal M5S, dall’altra ha chiesto la scorta per il sindaco. Lo ha detto direttamente allo stesso Marino in un incontro durato due ore. “C’è un problema di protezione del primo cittadino”, ha spiegato, confermando di avergli chiesto di non girare più in bicicletta per la città. “Il prefetto Pecoraro è preoccupato per la mia incolumità personale. Ho sempre rifiutato la protezione. Gli ho risposto che voglio pensarci perché per me non è facile rinunciare alla libertà di potermi muovere come un normale cittadino”, è stata la risposta di Marino.
Lo stesso Marino non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro. “Sono un chirurgo formato a tenere i nervi saldi quando il paziente perde mezzo litro di sangue al minuto. Ho una formazione abbastanza solida per andare avanti e mi sento molto più determinato adesso”, ha dichiarato a Otto e mezzo. “Credo che la città abbia bisogno di una guida salda che noi possiamo garantire. Se andrò avanti? E ci mancherebbe altro. Io rimarrò in sella fino a fine mandato, tanto più adesso che c’è bisogno”.
Dal suo canto, ora il sindaco ha tutto il PD schierato in sua difesa. Il professore e chirurgo, che prima era visto come un estraneo alla politica e che molti dem non vedevano di buon occhio, ora è diventato una bandiera proprio per il suo essere diverso e per la sua estraneità al mondo della politica. Imbarazzi a parte.