Catturare Igor Vaclavic, meglio noto come Igor ‘il russo’, al secolo Norbert Feher, ma anche conosciuto con il nome di Ezechiele, sembra essere diventato impossibile. Nonostante il gran numero di uomini schierati contro di lui, anche dei reparti speciali dell’Esercito, nonostante l’uso di apparecchiature elettroniche all’avanguardia e l’ausilio dei cani molecolari, il Killer di Budrio sembra essere sparito dal territorio emiliano romagnolo. Di lui ha parlato una guardia giurata a cui il 36enne serbo ha sparato con freddezza per potergli prendere l’arma, mentre Marco Ravaglia, l’uomo rimasto vivo nello scontro con Igor il Russo nelle campagne di Ferrara, in cui però è rimasto ucciso il volontario Valerio Ferri, ha raccontato di essersi salvato solo perché si è finto morto.
”IGOR MI HA SPARATO, ECCO COME E’ ANDATA”
“Sono arrivato sul posto e mi ha sparato. Erano le due di notte”. E’ la testimonianza a Pomeriggio 5 di Piero, la guardia giurata che il 30 marzo scorso è stata aggredita e derubata della pistola da Norbert Feher, noto anche come ‘Igor il serbo’. “Era suonato un allarme – racconta – la centrale mi aveva detto di andare sul posto. Arrivato a Consandolo, sono sceso di fronte alla piadineria Rita. Avevo fatto il controllo, non avevo trovato niente e me ne stavo andando. Stavo per salire in macchina. Lui era nascosto dietro un cespuglio dall’altra parte della strada e mi ha sparato. Mi ha preso di striscio al collo, ha preso il finestrino dell’auto”.
“Quando mi ha sparato – prosegue il racconto, Piero – io avevo la pistola in mano. Stavo per girarmi, ho visto che aveva ancora il fucile in mano. Mi ha detto ‘getta la pistola a terra’. Veniva avanti col fucile puntato. Io gli ho detto ‘la metto a terra’ e mi sono messo con la faccia a terra, coprendola con la mano. Col fucile puntato alla mia testa, mi diceva non guardare. Ho visto la sagoma, pantaloni, mimetica e scarponi. Mi ripeteva in continuazione ‘Non guardarmi'”.
L’INCONTRO CON IGOR IL RUSSO, IL KILLER DI BUDRIO
Era l’8 aprile scorso quando Igor Vaclavic/Ezechiele Norbert Feher, questa specie di rambo serbo diventato l’uomo più ricercato d’Italia, colpiva ancora dopo aver ucciso, una settimana prima, il titolare di un bar vicino Budrio, Davide Fabbri. Marco Ravaglia si trova ancora ricoverato presso il Centro di riabilitazione San Giorgio, ha subito degli interventi, è costretto in carrozzina e ha una protesi alla mano. Ha raccontato l’agghiacciante esperienza che lo ha visto protagonista insieme al volontario Valerio Verri, mentre insieme erano impegnati in una battuta anti bracconaggio nelle campagne ferraresi.
(Marco Ravaglia con i medici che lo hanno in cura e la moglie)
Ravaglia si trovava in auto insieme a Ferri nelle campagne del Mezzano, a Trava di Portomaggiore, quando hanno individuato un uomo vestito in mimetica: “Stavamo tornando a casa, quando abbiamo visto un Fiorino fermo. Io e Valerio ci siamo guardati e abbiamo deciso di intervenire. Pensavamo a un pescatore di frodo”. Quell’uomo invece non era un pescatore ma era proprio Igor il Russo, che riparte in fretta a bordo del Fiorino. Inizia così un inseguimento che prosegue per circa cinque chilometri. Poi all’improvviso Norbert Feher si ferma e spara contro i due. “Dico a Valerio di aspettare. Appena aperto lo sportello mi sono arrivati tre proiettili in successione”. Le urla di Verri non servono a niente: “Ma che fai? Spari a un poliziotto della Provinciale?”, Igor spara ancora e colpisce Verri uccidendolo, poi va da Ravaglia, che è ferito ma finge di essere morto, e prima di fuggire gli ruba l’arma: “Mi ha girato la testa con un piede, mi ha tolto la pistola e mi ha gridato ‘porco, pezzo di merda!'”.
IGOR IL RUSSO E’ ANCORA NELLA ZONA ROSSA?
Mentre in tanti pensano che il killer di Budrio sia riuscito a farla franca scappando dalle forze dell’ordine, questi ultimi sono ancora convinti che l’uomo, armato di pistola e fucile, sia nascosto nei boschi e i canneti della ‘zona rossa’. Ma per sperare di prenderlo hanno adottato un cambio di strategia radicale.
LE ACCUSE CONTRO IGOR IL KILLER DI BUDRIO
L’accusa principale e più grave contro Igor il Russo, il 36enne serbo ricercato da quasi due mesi, è triplice omicidio. Infatti a lui sono riconducibili l’omicidio del barista Davide Fabbri, l’omicidio di Valerio Verri, la guardia ecologica volontaria uccisa nelle campagne di Portomaggiore, e l’omicidio di Salvatore Chianese, un metronotte ammazzato senza pietà nel dicembre 2015 in provincia di Ravenna. All’epoca Igor il Russo/Norbert Feher era uscito da poco di prigione dopo una condanna a cinque anni per alcune rapine.