Fa ancora paura Igor il russo, le ultime notizie arrivano dalla procura di Ferrara che ha deciso di chiedere lo stato di latitanza per Igor/Norbert Feher, che nonostante la caccia all’uomo ancora non è stato catturato. Il killer di Budrio sembra essere riuscito a scomparire, a fuggire – forse con l’aiuto di qualche complice – dalla zona rossa dove era braccato dalle forze dell’ordine. La decisione è stata presa dal pm Tittaferrante, con l’obiettivo di poter processare Igor il russo per le rapine commesse con Pajdek e Ruszo nell’estate del 2015.
Norbert Feher alias Igor Vaclavic è latitante
La procura di Ferrara chiederà lo stato di latitanza per Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, per le rapine commesse nel Ferrarese nel corso del 2015 insieme a Ivan Pajdek e Patrik Ruszo. Si attende la decisione del giudice che potrebbe permettere di poter processare il criminale serbo.
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Un processo per Igor il russo
Infatti Feher al momento è considerato ‘semplicemente’ irreperibile e la legge non consente di istituire un processo nei suoi confronti. Tutto cambierebbe se venisse approvata dal giudice la richiesta di considerare Igor il killer un vero e proprio latitante a tutti gli effetti.
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Igor il russo e la sua banda
C’è da dire che prima dei due omicidi di cui è accusato il killer di Budrio, ossia quello del barista Davide Fabbri e quello della guardia volontaria Valerio Verri, che lo aveva incrociato a bordo di un camioncino bianco tipo Fiorino insieme a Marco Ravaglia, Igor si era macchiato di altri delitti insieme a due complici.
TRACCIATO IL DNA DI IGOR, IL KILLER SERBO
La banda di cui faceva parte Igor il russo aveva compiuto diverse rapine violente nell’estate del 2015, prima che i due complici Ivan Pajdek e Patrik Ruszo si unissero a Constantin Fiti per il colpo ad Aguscello, finito con l’omicidio di Pier Luigi Tartari. Il primo fu quello a danno di Alessandro Colombani, nel cortile di casa a Villanova di Denore, nella notte del 26 luglio. Il 30 luglio un altro colpo venne messo a segno ai danni di un’anziana 93enne, Emma Santi, che venne imbavagliata e legata a letto con ai polsi fascette elettriche (tecnica usata anche per Tartari), nella sua casa di Mesola. E a Coronella il 5 agosto la banda entrò in casa di Cristina e di suo padre Giulio Bertelli, 86enne invalido, per restarci per cinque ore.
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