Nel 2022, 84 detenuti si sono tolti la vita in carcere. Un record in negativo, dicono le statistiche, che vengono monitorate dal 1990, che vede un suicidio ogni quattro giorni e mezzo, oltre che 15,2 suicidi ogni 10mila carcerati, nettamente meno rispetto alla media degli italiani in generale (ai dati del 2019).
Poco meno della metà aveva tra i 30 e i 40 anni, e il 40% non era italiano. Il numero più elevato di suicidi è avvenuto nel carcere di Foggia, cinque in tutto, ma sono 15 gli istituti in cui più di un detenuto si è tolto la vita. Anche nel resto d’Europa, come ha rivelato il Consiglio d’Europa, i dati sono preoccupanti: dei 480 suicidi avvenuti nelle carceri nel 2020, 172 persone ancora non avevano ricevuto una condanna definitiva.
Nel 2022, 84 detenuti si sono suicidati in carcere: ecco il record negativo
Le carceri, in generale, non solo in Italia brulicano di storie di sofferenza, di inquietudine. Per ogni Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa Nostra scovato lunedì 16 gennaio dopo trent’anni di latitanza, che si presenta al suo primo giorno di prigione sorridente, ci sono altre migliaia di detenuti che vivono la reclusione come una condanna di morte, alcuni dell’anima e basta, altri, e purtroppo sempre più spesso, anche fisica.
L’associazione Ristretti, che si occupa di raccogliere, elaborare e diffondere i dati sulle carceri, ha notato come, nell’anno appena passato, sia stato registrato il record di suicidi tra i detenuti dal 1990, anno della prima rilevazione. Sono state, in tutto, 84 le persone che si sono tolte la vita nel 2022, uno ogni quattro giorni e mezzo: un dramma, che per altro si somma a una situazione disastrosa degli istituti e che, in parte, lo determina.
Nel 2021, poi, i suicidi furono 58, mentre nel 2020 poco di più, ovvero 61. Il secondo dato più alto degli ultimi vent’anni risale al 2009, quando le morti furono ben dodici in meno rispetto al 2022.
Rispetto alla popolazione carceraria media annuale, nel 2022 ci sono stati 15,2 suicidi ogni 10 mila persone, mentre nel 2021 erano stati 10,8 ogni 10 mila. Il massimo che si è registrato dal 1990 in poi era stato di 12,5 suicidi ogni 10 mila detenuti nel 2001. Nei 32 anni per cui ci sono i dati, i suicidi in carcere sono stati complessivamente 1.775.
A prescindere dal fatto che, molto spesso, il terzo comma dell’articolo 27 della Costituzione, quello che recita che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità” e soprattutto “devono tendere alla rieducazione del condannato“, il dato sulle morti in carcere provocate da sé stessi è ancora più preoccupante perché l’incidenza è di venti volte più grande rispetto a quella che si registra in generale.
A fronte dei circa 55mila detenuti (secondo il report del ministero della Giustizia), infatti, nell’anno appena passato ci sono stati 15,2 suicidi ogni 10mila persone. Molti molti meno rispetto ai 0,71 del 2019 di tutta Italia (e quindi non solo nelle carceri).
Secondo l’analisi del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, pubblicata a inizio dicembre, quando i suicidi erano 79, il 6% dei suicidi ha riguardato le donne, che sono, invece, il 4% della popolazione carceraria. E per quanto riguarda la nazionalità, il 60% sono italiani, l’altro 40% sono di stranieri.
Stranieri, italiani, donne e uomini che avevano in media 37,7 anni: 22 erano compresi tra i 20 e i 30 anni, 31 (ovvero poco meno della metà) tra i 30 e i 40 anni, 19 tra i 40 e i 50 e 12 più di 50 anni.
Cinque di loro, un’enormità, era detenuti a Foggia, quattro nel carcere di Torino, Milano San Vittore e Firenze Sollicciano. A Rebibbia e Regina Coeli, i due istituti di Roma, ci sono stati tre suicidi ciascuno, e in almeno 15 carceri, su un totale di 55 e 190 istituti, ne sono stati registrati almeno due.
I dati delle morti in carcere per suicidi in Europa
Per quanto riguarda i dati europei, disponibili solo per il 2020, e diffusi dall’organizzazione che si occupa di tutelare e promuovere i diritti umani, il Consiglio d’Europa, i suicidi in carcere dei detenuti nell’Unione europea sono stati in tutto 480, e di questi 172 erano persone che ancora non avevano ricevuto una condanna definitiva.
L’incidenza maggiore si è vista in Francia con 27,9 suicidi ogni 10mila detenuti, al secondo posto c’era Malta con 25,22, poi Lettonia, Portogallo e Lussemburgo con tassi compresi dai 18 ai 20. Quella dell’Italia era dell’11,2, leggermente più alta della media europea, in cui era di 10,43. Il dato sull’incidenza, però, è maggiore se si considerano, come detto, i detenuti con una condanna non definitiva, che sale a 17,5 ogni 10mila, e scende a 8,5 per chi ce l’ha.