Il 4 maggio prossimo si terrà una nuova per decidere sull’estradizione del padre di Saman, Shabbar Abbas, per cui l’Italia ha chiesto il trasferimento dal Pakistan.
L’uomo è atteso il 12 maggio in videocollegamento con la Corte d’Assise di Reggio Emilia in cui si celebra il processo per l’omicidio della figlia 18enne, che lo vede coimputato con altri quattro parenti tra cui la moglie Nazia Shaheen. Quest’ultima, madre di Saman, è l’unica ancora latitante.
È prevista per il 4 maggio la nuova udienza sulla decisione del giudice di Islamabad in merito alla richiesta di estradizione formulata dall’Italia per il padre di Saman Abbas, Shabbar, imputato dell’omicidio in Italia con altri quattro familiari.
Finora sono arrivati alla sbarra, nel processo che si è aperto a febbraio a Reggio Emilia, soltanto tre delle persone accusate di aver concorso a vario titolo nel delitto della 18enne, uccisa a Novellara nel maggio 2021.
Si tratta di Danish Hasnain, Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq, rispettivamente zio e cugini della vittima.
Il padre di Saman, Shabbar Abbas, era partito alla volta del Pakistan con la moglie Nazia, madre della giovane, proprio all’indomani della scomparsa della figlia ed entrambi sono imputati dell’omicidio.
L’uomo è stato arrestato mesi fa in Punjab, sua regione d’origine, mentre la mamma di Saman continua la sua latitanza in patria.
Non si ferma l’ondata di rinvii del Pakistan sull’estradizione del padre di Saman, per cui l’Italia attende la valutazione dell’istanza da parte del giudice di Islamabad.
Ci sarà almeno un’altra udienza, secondo quanto appreso dall’Ansa, nella capitale pakistana in cui da mesi va avanti una vera e propria saga giudiziaria senza soluzione.
A Islamabad, la data fissata sul calendario sarebbe quella del prossimo 4 maggio, circa una settimana prima dell’atteso videocollegamento dell’uomo con l’aula del tribunale di Reggio Emilia in cui si celebra il processo per l’omicidio di Saman.
Il 4 maggio, il pubblico ministero pakistano dovrebbe esporre le osservazioni finali sul caso e arrivare, finalmente, alla decisione sull‘eventuale trasferimento di Shabbar in Italia.
Nel corso dell’udienza di oggi, secondo quanto riportato ancora dall’agenzia di stampa, il difensore di Shabbar Abbas avrebbe chiesto un ulteriore termine per il deposito di altre memorie e avrebe eccepito la mancanza di un accordo di estradizione tra i due Paesi.
Le eccezioni della difesa del padre della 18enne, però, sarebbero state ritenute infondate anzitutto perché, avrebbe osservato il giudice, il termine per il deposito delle memorie sarebbe ormai scaduto.
A margine dell’udienza di poche ore fa, l’avvocato che difende Shabbar Abbas in patria avrebbe presentato l’atto di nomina del collega italiano Simone Servillo, legale di fiducia dell’uomo nel processo in corso davanti alla Corte di Assise di Reggio Emilia.
Shabbar Abbas dovrebbe partecipare alla prossima udienza del dibattimento italiano, per la prima volta dall’avvio del processo, attraverso un videocollegamento predisposto dal suo Paese.
Nei mesi scorsi, e fino a pochi giorni fa, tale ipotesi sembrava farsi sempre più remota per via della dichiarata assenza di strumenti tecnologici che consentissero all’imputato di prendere parte alle udienze in videoconferenza dal Pakistan.
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