Direttamente dal Regno Unito arriva uno studio molto importante circa la decomposizione della plastica compostabile. Secondo la ricerca condotta dalla University College di Londra più della metà della plastica certificata finisce per inquinare di più, soprattutto nei luoghi dove viene nuovamente reimpiegata.
L’indagine è stata resa nota e pubblicata su una importante rivista, Frontiers in Sustainability, coinvolgendo molti cittadini e cercando di chiarire tutto quello che concerne gli usi e gli abusi su questo materiale macromolecolare.
Un materiale di cui molte persone non ne possono fare a meno. Nata nei primi anni del 900 grazie al chimico belga Leo Baekeland, la plastica nella vita di tutti i giorni risulta essere utile e veloce.
Con gli anni, però, si è notato che questo elemento se per certi versi presenta lati positivi, quali ad esempio la sua versatilità e che molti prodotti hanno lunga durata, per altri, invece, risulta essere molto inquinante per l’ambiente e che per certi tipi di celluloide impiegano anni per biodegradarsi, rilasciando micro plastiche che inquinano l’ambiente.
A tal proposito, è stata pubblicata sulla rivista Frontiers Sustainability, una importante ricerca riguardo la plastica compostabile. Lo studio, condotto da Danielle Purkiss, rivela che il 60% della plastica certificata non è conforme per essere eliminata nei sistemi di smaltimento.
Una percentuale che fa veramente preoccupare la sostenibilità globale. L’indagine ha riportato anche nozioni interessanti, poiché ha mostrato come le targhette presenti sugli articoli sia di plastica compostabile che biodegradabile siano ambigui, mettono confusione e allontanano dalla verità il consumatore, portando così ad una cattiva informazione e a un errato smaltimento dei rifiuti.
La ricerca condotta dalla studiosa inglese, Danielle Purkiss, ha riportato delle rivelazioni su uno strumento “usa e getta” utilizzato per comodità da tantissime persone. Pare, infatti, che poco più della metà della plastica non si decompone, rischiando così di inquinare le zone dove viene riutilizzata.
“Abbiamo dimostrato che il compostaggio domestico, essendo incontrollato, è in gran parte inefficace e non è un buon metodo di smaltimento per gli imballaggi compostabili”;
questa è la dichiarazione della ricercatrice Danielle Purkiss, la quale ha spiegato come si possa cadere facilmente in confusione tra un materiale sostenibile o meno. L’indagine, rivela un’amara verità: al momento, infatti, non vi sono delle linee internazionali da seguire secondo cui la plastica compostabile possa essere smaltita senza inquinare.
La situazione sembra essere allarmante, perché la richiesta di questo prodotto è sempre in aumento poiché utilizzata nel quotidiano, come ad esempio nei sacchetti dei rifiuti organici, per bicchieri usa e getta, imballaggi per alimenti.
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