Il ritorno di Paul Pogba alla Juventus non è stato costellato da grandi giocate, gol decisivi e quelle caratteristiche tutte sue che gli hanno permesso di entrare nell’Olimpo dei campioni amati incondizionatamente dai tifosi. Anzi, del Polpo si ricorda una lunga agonia ricca solo e sempre di infortuni che a febbraio ormai iniziato non gli ha permesso di giocare nemmeno un minuto in questa stagione con la maglia che ama. Massimiliano Allegri, giurano in tanti, sta iniziando a perdere la pazienza mentre la società è costretta a riflettere se sia giusto continuare a basare la squadra del futuro sul fuoriclasse francese. Tutte domande che dovranno trovare una risposta nei prossimi mesi, ma che per il momento lasciano un grosso punto interrogativo nella testa dei tifosi che spesso e volentieri ricordano a Pogba la scelta di non operarsi subito per il problema al ginocchio. Decisione che sicuramente ha condizionato in maniera irrimediabile la sua stagione e il suo percorso bis a Torino.
Pogba non è, o sicuramente non era, un calciatore come gli altri per la Juventus. Parliamo di un centrocampista che comunque ha scritto la storia del club in termini sportivi ed economici. Uno capace di trascinare, farsi amare, essere protagonista prima con Antonio Conte e poi anche con Allegri, prima di portare in dote una cifra mostruosa per il suo ritorno al Manchester United. Se con i Red Devils non ha mai realmente reso secondo le aspettative, la società bianconera era convinta che un suo ritorno a Torino avrebbe significato una rinascita immediata per il Polpo, le cui qualità comunque non possono essere messe in discussione in un campionato come quello italiano in cui la fisicità è un plus indispensabile e la tecnica a centrocampo viene premiata. Ad avere la meglio finora sono stati gli infortuni con buona pace di tutti quei tifosi che l’hanno coccolato e aspettato, ma che ora hanno anche perso la pazienza.
Chi acquista Pogba non può che finire sulle prime pagine dei giornali e se si chiama Juventus anche un po’ di più. Perché la storia del Polpo in bianconero è una storia fatta d’amore prima di tutto, poi anche di un pizzico di delusione dovuta all’abbandono (ma con tante banconote in più sui conti) e infine di speranza. Sì, quella speranza che caratterizza chi si è lasciato bene e magari continua a sperare di poter tornare a brillare insieme, mano nella mano.
La prima esperienza del Polpo a Torino aveva lasciato negli occhi solo luce e scintille. Gol pazzeschi, perle che ancora oggi vengono ricordate negli spot pubblicitari e giocate di altissima scuola, tanto che alcuni hanno anche scomodato il mito di Zinedine Zidane, seppur con caratteristiche differenti. Via via il centrocampista è diventato un riferimento anche della Francia e il Manchester United ha iniziato a pensare di fare carte false per riportare in Inghilterra un calciatore tanto forte e che loro si erano lasciati sfuggire a parametro zero. Il secondo matrimonio con i Red Devils, però, non ha mai davvero funzionato. Sì, di trofei ne sono arrivati ma Pogba ha sofferto anche di tanti problemi fisici e di qualche problema ambientale, in una società che dopo il ritiro di Alex Ferguson è stata un tritacarne per molti.
In pratica, il Polpo non gioca una stagione con continuità dal 2018/19, veramente tanto tempo per non essere un problema, soprattutto se giochi al calcio e a certi livelli. Fin dalla scorsa estate, quando i rumors sul ritorno in bianconero si facevano sempre più forti, alcuni hanno iniziato a chiedersi se fosse il caso di puntare così tanto su un calciatore che a conti fatti si era dimostrato così fragile. Poi ha prevalso l’amore che fa dimenticare anche i brutti pensieri e ha prevalso la voglia di fargliele percepire quelle emozioni nelle ore che hanno scandito le visite mediche e la firma con il club che l’ha valorizzato più di ogni altro.
La Juventus, che non navigava in buone acque dal punto di vista economico, ha dovuto fare uno sforzo veramente importante per riportarlo a casa. Si parla di uno stipendio da 10 milioni: una mano è arrivata dal Decreto Crescita, ma per i parametri della Serie A è comunque tantissimo. Oggi in molti si chiedono se sia morale che Pogba percepisca questa cifra senza aver giocato neanche un minuto con la maglia strisce bianche e nere. Sicuramente è un flop di calciomercato per la Vecchia Signora che con i soldi investiti avrebbe potuto puntare su un calciatore giovane, valorizzarlo e poi ricavare un bel tesoretto.
Il francese, però, rientrava probabilmente in un piano diverso per Allegri, era il perno di un team misto tra talenti di belle speranze e calciatori più esperti. I Di Maria, i Danilo, i Bonucci, gente come Cuadrado, Alex Sandro. Sono loro che avrebbero dovuto tenere insieme le redini del gruppo, mentre attorno crescevano calciatori più acerbi ma che avrebbero imparato ben presto lo stile Juventus. E poi con certa gente sei pronto per vincere subito, mica come chi prende solo ventenni e poi a malapena si qualifica per la Champions League. Eppure la stagione in corso ha dimostrato a ogni livello che, piuttosto che rincorrere certi ritorni un po’ forzati e costosi a tempo scaduto, è meglio aver il coraggio di puntare sul nuovo e lavorarci su. Il Napoli ha fatto scuola e siamo sicuri che sempre più club seguiranno questa linea.
Ma tornando a noi da luglio in poi Pogba entra in una spirale di assenze, infortuni e scelte sbagliate difficili da non condannare. È il 24 luglio quando il calciatore francese subisce l’infortunio al ginocchio nel bel mezzo della tournée americana. Da lì inizia un tram tram mediatico e sanitario che durerà addirittura per qualche settimana. Il centrocampista preferisce la terapia conservativa all’intervento chirurgico, allora trova una specialista che gliela consigli. In questo modo, se avesse funzionato, non avrebbe dovuto saltare il Mondiale a costo di perdere praticamente un mese in più di Juventus. Molti l’hanno reputata una scelta scellerata, molti altri egoista e che ha messo in dubbio l’attaccamento alla maglia del francese.
Fatto sta che contro il parere di molti, Pogba aspetta e non si opera. Dopo qualche settimana dovrà arrendersi all’evidenza delle cose e finire sotto i ferri, condannandosi a saltare il Qatar e al ritorno in campo nel 2023. Non senza polemiche. Ad esempio, durante le vacanze di Natale e in un momento particolare della storia della Juventus, il centrocampista ha pubblicato sui social una foto sulla neve scatenando l’ira dei suoi tifosi che l’hanno tacciato di poca professionalità e con la chiara volontà di vederlo il più presto possibile a disposizione.
Poi si sono messi di mezzo gli infortuni muscolari, problemi che sono quasi doverosi per un calciatore della stazza di Pogba che resta fuori per tanti mesi. L’ultimo della lista, proprio quando era tanto atteso il ritorno del campione francese in Coppa Italia contro la Lazio e dopo la panchina contro il Monza, l’ha comunicato ieri direttamente Allegri in conferenza stampa: “A parte Bonucci ancora out, l’unico indisponibile per un indolenzimento ai flessori è Pogba. Purtroppo quando resti fermo a lungo vengono fuori dolori e c’è bisogno di tempo. Pogba in allenamento ha fatto una bella partita, ma bisogna riassestare il motore, ci vuole tempo. Magari sarà in condizioni ottimali tra 2-3 mesi. La squadra deve avere un equilibrio che nelle ultime partite è mancato”.
Parole importanti e che non vogliono creare illusioni sulle condizioni fisiche del calciatore. Il problema ai flessori potrebbe essere uno dei tanti fastidi, serve pazienza e cautela e sicuramente per diverse settimane ancora il francese non sarà al cento per cento. Non vuol dire non essere a disposizione, non dare per nulla un contributo tecnico alla squadra, non essere in campo, però lo stiamo vedendo anche con calciatori come Romelu Lukaku o Duvan Zapata: tornare in campo dopo mesi di stop non è facile. Soprattutto non è come prima.
Sicuramente non è sempre e solo colpa di Pogba, ma anche del caso, della sfortuna, dell’imponderabile. Di certo, il fatto che non sia praticamente mai stato a disposizione per tutta la stagione è un problema di non poco conto su cui la Juventus sta riflettendo per il futuro. Anche su alcuni bonus che potrebbero essere tolti al centrocampista. Il francese dovrà tornare e in grande spolvero, perché la Vecchia Signora ora proprio non può permettersi di pagare così tanto un calciatore che non rende per il suo valore, in un momento di forte crisi finanziaria dovuta all’inchiesta Prisma, agli esiti giudiziari, alla penalizzazione e ai conti in rosso che potrebbero portare a addii pesanti in sede di calciomercato.
Il francese deve essere al centro del progetto, trascinare, tornare nella sua versione migliori e senza più casi che possano rovinare il suo rapporto con la società e i suoi tifosi. Rafaela Pimenta in realtà di dubbi ne ha pochi sul futuro del suo assistito, dato che negli ultimi giorni ha detto senza mezzi termini che è sposato con la Juventus e alla Juventus vuole restare. I dubbi potrebbero arrivare sul versante opposto, dato che la Vecchia Signora potrebbe decidere di puntare su calciatori più continui e meno dispendiosi dal punto di vista economico. Il problema è che difficilmente qualche club sarebbe disposto a garantire a Pogba lo stipendio che chiede accontentando anche il club di Torino per il cartellino.
Insomma, una matassa difficile da sbrogliare e in cui i tifosi si inseriscono di volta in volta a piedi pari. Alla notizia dell’infortunio al flessore, in molti si sono scagliati su Twitter contro il calciatore sottolineando quanto il problema sia più che mai vivo per la Vecchia Signora.
Il futuro resta, quindi, un’incognita nella misura in cui è un rebus proprio quello della Juventus. Difficilmente si arriverà a una separazione così dolorosa e dispendiosa con Pogba dopo gli accordi firmati meno di un anno fa. Il francese, però, ora deve evitare qualsiasi altro tipo di caso mediatico e dimostrare sul campo. Quello che in altri tempi gli riusciva meglio e che, invece, ora non riesce proprio più a fare.
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