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‘Il cancro mi lasciava un mese di vita, 8 anni dopo sono incinta’

‘I medici mi hanno dato un mese di vita quando mi sono sposata. 8 anni dopo sono senza cancro e incinta’. Jo Kelly racconta la sua storia di come è riuscita a sopravvivere a un cancro in fase avanzata nonostante la nefasta diagnosi dei medici che le avevano dato solo qualche settimana di vita. Dopo otto anni – e un trapianto di cellule staminali che le ha dato la possibilità di partorire – aspetta anche un bambino.

La malattia e i cicli di cura

A Jo Kelly, 33 anni, è stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin quando ne aveva 22, dopo la comparsa di una grossa protuberanza sul collo. La malattia è stata curata con un iniziale ciclo di chemioterapia intensiva.

In un primo momento la malattia sembra essere svanita dopo il trattamento, tanto che Jo, sopravvissuta al cancro, ha persino coronato il suo sogno di correre alla maratona di Londra.

Alcuni mesi dopo, però, c’è stata una ricaduta, il cancro è tornato ma stavolta i trattamenti standard non sono stati efficaci. Nei successivi tre anni ha provato tutti i trattamenti disponibili. Ma niente ha funzionato. Il cancro si è diffuso ai polmoni e alle ossa, provocando tantissimo dolore a Jo. A quel punto i medici le dicono che per lei ci sono solo palliativi, che non esiste terapia adatta a farla guarire.

L’incontro con Pete

Jo Kelly racconta il suo incontro con Pete: “Quando mi è stato diagnosticato che non avevo nessuna speranza, mi sentivo come una cosa rotta. Poco prima avevo incontrato Pete attraverso un amico comune, che ha raccontato a ciascuno di noi che cosa aveva passato l’altro. Pete aveva combattuto contro il cancro ai testicoli.

Jo Kelly e Pete Ames si conoscevano da meno di un anno, uscivano insieme da poco, in fondo, ma entrambi sapevano di aver trovato “la persona giusta”. “Abbiamo davvero avuto un colpo di fulmine. Sapevamo che era qualcosa di speciale. Ma le nostre speranze si sono infrante quando i medici hanno detto che per me non c’erano rimaste opzioni di cura”.

A quel punto Pete ha lasciato il suo lavoro a Birmingham per trasferirsi a Manchester per stare con Jo. Ha decorato con luci fiabesche la casa e ha persino dipinto “Ti amo” sui muri in 25 lingue per far capire alla ragazza quanto l’amasse.

Un mese di vita

Mentre combatteva contro la malattia, Jo ricorda: “Ero molto fragile, secondo le stime dei medici mi restava solo un mese di vita”. Con poca speranza per il futuro, sapeva che sposare l’uomo che l’adorava era l’ultimo dono d’amore che avrebbe fatto.

Aveva poco tempo però, il cancro del sangue che aveva combattuto per tre anni, l’avrebbe potuta uccidere in pochi mesi. “Mi hanno detto che era improbabile che avrei superato Natale. E’ stato devastante. Non avrei raggiunto il mio anniversario di un anno con Pete”.

“Qualche settimana dopo stavamo dipingendo la mia camera da letto e Pete scoppiò in lacrime. Mi diceva che non voleva che lasciassi questo mondo non essendo sua moglie”.

Così la coppia ha pianificato le nozze in sole otto settimane e i due innamorati si sono sposati durante una cerimonia molto emozionante, circondati dalla loro famiglia.

Il trapianto di staminali

Giorni prima del matrimonio, dal Christie Cancer Hospital di Manchester arriva la telefonata in cui i medici comunicano a Jo che è disponibile per lei un nuovo farmaco, che poi si è rivelato efficace nell’impedire al cancro di progredire. Dopo che la malattia è andata in remissione è stata sottoposta a un trapianto di cellule staminali.

Otto anni dopo quel traguardo ora sta per arrivare un nuovo membro nella famiglia Kelly-Ames, una figlia per Pete e Jo, che diventeranno genitori.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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