Muharrem Ince, uno dei quattro candidati alle elezioni presidenziali in Turchia, ha annunciato il suo ritiro dalla corsa elettorale. Ince ha dichiarato di aver preso questa decisione per il bene del paese. Questo potrebbe rappresentare un vantaggio per il principale rivale del presidente Erdogan, sebbene non sia chiaro quale candidato beneficerà maggiormente di questo ritiro.
Ince ha deciso di comunicare, l’11 maggio, la sua decisione di ritirarsi dalla candidatura alle elezioni di domenica. Il politico era considerato uno dei principali avversari del capo di stato Erdogan insieme a Kemal Kilicdaroglu. Secondo un recente sondaggio, l’attuale presidente era indietro rispetto a Kilicdaroglu, di oltre cinque punti percentuali.
Ince ha dichiarato che il motivo del suo ritiro è stato una campagna diffamatoria contro di lui. Ha invitato i suoi sostenitori a sostenere il suo partito Homeland Party e ha affermato che è importante per il futuro della Turchia. Il leader ha anche espresso preoccupazione per la sua reputazione come candidato presidenziale e ha affermato che la Turchia non è stata in grado di proteggerla.
Ince dopo aver ritirato la sua candidatura alle elezioni presidenziali in Turchia, ha invitato i suoi sostenitori a votare per il suo partito, l’Homeland Party e ha affermato che è importante per il futuro del paese. Ha esortato le famiglie turche a votare e ha criticato l’opposizione, dicendo che quando perderà le elezioni, darà la colpa ad altri. L’ex candidato ha sottolineato che l’opposizione non dovrebbe più avere scuse per giustificare la loro sconfitta.
Il candidato presidenziale, che ha ritirato la sua candidatura, non aveva alcuna alleanza politica che lo sostenesse. Ince ha presentato il suo movimento l’Homeland Party come una “terza via”.
In passato Ince è stato un deputato del Partito Popolare Repubblicano o CHP, ma si è allontanato successivamente a causa delle sue critiche. L’uomo ha spesso avanzato l’idea che i socialdemocratici e i nazionalisti laici turchi dovrebbero unirsi contro i partiti politici “islamisti”.
A causa dei suoi modi conflittuali ha anche avuto modo di litigare con i giornalisti. Alcuni sostenitori di Kemal Kilicdaroglu, il principale avversario di Erdogan, hanno criticato Ince sostenendo che stava togliendo sostegno a Kilicdaroglu e aiutando Erdogan.
Muharrem è stato molto criticato dai suoi oppositori per essere entrato in campagna elettorale, poiché molti lo vedevano come un candidato spoiler che avrebbe favorito la rielezione di Erdogan.
L’ex candidato ha risposto a tali critiche sostenendo di offrire agli elettori un’alternativa più energica rispetto a Kilicdaroglu, che ha perso diverse elezioni contro Erdogan. Ince aveva promesso di rimandare i rifugiati nei loro paesi d’origine e di “ripristinare” il secolarismo in Turchia se fosse stato eletto presidente. Ora, dopo aver ritirato la sua candidatura, non è chiaro se è come queste proposte saranno portate avanti.
Secondo gli ultimi sondaggi di opinione, Kilicdaroglu aveva un piccolo vantaggio su Erdogan, con poco meno del 50% dei voti, rendendo possibile una vittoria al primo turno. La popolarità di Ince è diminuita notevolmente invece e gli ultimi sondaggi lo vedono raccogliere solo tra il due e il quattro per cento dei voti.
Nonostante ciò, i sondaggi locali hanno rivelato che il sostegno che potrebbe raccogliere potrebbe essere sufficiente per far vincere Kilicdaroglu. Secondo un sondaggio di Metropoll, circa il 30,5% del sostegno di Ince sarebbe andato a Kilicdaroglu, mentre il 23,4% sarebbe andato a Erdogan.
Questa sembra essere nonostante la perdita di uno dei quattro candidati la sfida elettorale più difficile per Erdogan.
Erdogan, presidente turco, ha sfruttato l’appartenenza della Turchia alla NATO e la sua posizione geografica tra Europa e Medio Oriente per aumentare l’influenza internazionale del paese, durante i suoi due decenni di governo. Ma come molti altri leader mondiali con ambizioni globali, la sua attenzione si sta ora spostando su questioni più urgenti a livello interno.
Le elezioni presidenziali e parlamentari turche di domenica, si stanno svolgendo in un contesto di inflazione dilagante e pochi mesi dopo un catastrofico terremoto che ha causato la morte di oltre 50.000 persone nel sud della Turchia.
Il governo è stato criticato per la cattiva gestione dell’economia e per la mancanza di preparazione del paese per il disastro naturale di febbraio. Questi eventi stanno mettendo a dura prova la leadership di Erdogan e la sua capacità di gestire le sfide interne del Paese.
I sondaggi hanno mostrato che Erdogan sta affrontando la competizione elettorale più difficile della sua carriera politica. Un’alleanza di opposizione composta da sei partiti si è unita dietro la candidatura di Kilicdaroglu, leader del Partito Popolare Repubblicano, con l’obiettivo di annullare l’arretramento democratico e promuovere i diritti delle donne turche.
L’alleanza ha promesso, inoltre, di rimpatriare i rifugiati siriani, una questione che ha suscitato molte preoccupazioni tra la popolazione turca. Questo fronte unificato dell’opposizione rappresenta una sfida significativa per Erdogan e il suo partito, il Partito della Giustizia e dello Sviluppo, che ha dominato la politica turca per oltre due decenni.
A differenza della teoria economica tradizionale, secondo cui gli aumenti dei tassi di interesse aiutano a controllare l’inflazione, Erdogan sostiene che gli alti tassi di indebitamento siano la causa dell’aumento dei prezzi al consumo. Di conseguenza la Banca centrale della Repubblica di Turchia, sotto la pressione del presidente, ha ripetutamente tagliato i tassi di interesse per stimolare la crescita economica e le esportazioni.
Questa politica ha avuto l’effetto opposto, così il valore della lira turca è crollato, aumentando la crisi e il caro vita del paese. L’inflazione ha raggiunto un picco dell’85% nel mese di ottobre, mentre la cifra ufficiale di aprile era del 44%. Alcuni gruppi indipendenti sostengono che il tasso effettivo dell’inflazione sia molto più alto di quanto riportato ufficialmente.
Erdogan ha cercato di affrontare gli effetti dell’inflazione attraverso una corsa alla spesa pubblica prima delle elezioni, compresa l’aumento del salario minimo e delle pensioni.
L’opposizione ha promesso però di ripristinare l’indipendenza della Banca centrale della Turchia e di adottare politiche economiche più ortodosse, nel caso ovviamente in ciò Kilicdaroglu diventasse presidente. Questo potrebbe contrastare la politica economica di Erdogan, che ha cercato di stimolare la crescita economica attraverso ripetuti tagli dei tassi di interesse.
È stato riferito che Erdogan avrebbe chiesto a Mehmet Simsek, il suo ex ministro delle finanze rispettato a livello internazionale, di tornare alla carica, segno che un nuovo governo potrebbe abbracciare politiche più ortodosse se il leader turco dovesse vincere un terzo mandato presidenziale.
Va precisato che la situazione economica del paese rappresenta una grande sfida per qualsiasi governo che potrebbe emergere dalle elezioni.
La Turchia sta affrontando una difficile ripresa dopo il terremoto di magnitudo 7,8 che ha colpito il paese nel febbraio 2023, causando la morte di oltre 50.000 persone e danneggiando più di 300.000 edifici. Centinaia di migliaia di residenti si stanno rifugiando in alloggi temporanei come tende, e circa 658.000 persone sono rimaste senza lavoro, secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro.
La Banca mondiale stima che il terremoto abbia causato danni diretti per 34,2 miliardi di dollari, equivalente al 4% del prodotto interno lordo della Turchia nel 2021. I costi di recupero e ricostruzione potrebbero sommarsi fino al doppio, stando a quanto riferito dall’istituto finanziario internazionale.
Il governo di Erdogan è stato criticato per la sua applicazione del codice edilizio, che si ritiene abbia preparato il terreno per la devastazione causata dal terremoto. Diverse persone rimaste senza casa o che lottano per guadagnare denaro hanno trovato lenta la risposta del governo ai terremoti.
Erdogan ha centrato la sua campagna elettorale sulla ricostruzione delle 11 province più colpite dal terremoto. Si è impegnato a costruire 319.000 case entro l’anno e ha partecipato a una serie di cerimonie rivolte alla ricostruzione, cercando di convincere gli elettori che solo lui può ricostruire vite e imprese.
Anche l’opposizione ha criticato la lenta risposta del governo ai bisogni dei sopravvissuti e ha promesso di dare la priorità alla ricostruzione e alla riabilitazione delle zone colpite se vincerà le elezioni.
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