Da un recente sondaggio sui fenomeni di consumo nella grande distribuzione, praticamente i supermercati, sono emerse nuove abitudini di spesa.
Gli italiani hanno modificato il proprio carrello e fra i reparti dei supermercati, emergono prodotti che stanno avendo un boom, come l’avocado e l’alga spirulina. Si tratta di due prodotti salutari, i più acquistati ma ce ne sono anche molti altri, per una quota di 4 miliardi di euro di vendite, in aumento di 7 punti percentuali rispetto allo stesso sondaggio del 2021. A condurlo è stato l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy.
Il tasto della spesa al supermercato è molto dolente per gli italiani ma di fronte all’inflazione e a prezzi in continuo aumento, c’è una categoria di prodotto riscoperta da circa un biennio al quale proprio non si vuole rinunciare.
Parliamo dei prodotti healthy, ovvero quelli che fanno bene alla salute, i quali producono un giro d’affari di 4 miliardi di euro, decisamente più alto di quello preso in considerazione nel sondaggio del 2021. Lo stesso è stato ripetuto in questi mesi dall’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, con l’obiettivo di tracciare le abitudini di consumo nella grande distribuzione.
Fra gli articoli salutari, troviamo il cacao ma i maggiori tassi di crescita nel 2023 sono stati registrati dalla spirulina, il caramello e l’avocado.
Lo studio in questione ha preso in considerazione un lasso di tempo di 6 mesi ed è quindi iniziato a gennaio. Incrociando le informazioni sulle etichette dei prodotti e i dati di NielsenIQ sulle vendite e il consumo, è emerso come ci sia un vero e proprio boom dei prodotti alimentari che presentano almeno un ingrediente benefico nella composizione, fra i 36 classificati come salutari. Fra questi ci sono semi, spezie, cereali speciali, farine, pistacchio e superfruit.
Di conseguenza, gli scaffali dei supermercati, rispecchiando le abitudini dei consumatori, si riempiono di prodotti che presentano caratteristiche healthy. Al primo posto c’è il cacao ma anche la nocciola e il limone.
Tassi di crescita importanti sono stati evidenziati nell’acquisto di alga spirulina (+ 30%), avocado (+ 29%) e caramello (+29,7%).
L’Osservatorio ha anche evidenziato che sebbene ci siano stati aumenti di prezzo importanti per alcune categorie di prodotti, ci sono stati comunque volumi di vendita in aumento, parliamo ad esempio della stevia e dei semi di lino.
Sempre di oggi, sono i risultati di un rapporto stilato durante il forum “La Roadmap del futuro per il Food&Beverage”, organizzato a Bormio da The European House-Ambrosetti.
Prendendo in considerazione il periodo post-pandemico, sembra che gli italiani prediligano una spesa alimentare di qualità, non solo per quanto riguarda la scelta che converte sempre di più nei cibi salutari ma anche in quelli di origine biologica. Così, il carrello si riempie del 10,5% in più di alimenti sostenibili certificati, del 7% in più di prodotti bio e a chilometri 0, mentre diminuiscono i cibi pronti, quelli confezionati e il cosiddetto junk food (cibo spazzatura).
Le abitudini di acquisto cambiano ma bisogna lavorare molto anche sull’aspetto culturale, infatti solo il 17% dei cittadini conosce bene le fondamenta della dieta mediterranea, che prescrive il consumo di almeno 5 porzioni giornaliere di frutta e verdura. Infatti, pochissimi mettono in pratica questi dettami sebbene l’Italia sia ricca di prodotti che sono alla base di questi regimi alimentari.
Questo l’esempio portato da Benedetta Brioschi, uno dei membri dell’European House-Ambrosetti, che ha curato l’indagine, da cui sono emersi dettagli interessanti. Ad esempio, per il 73% dei consumatori un prodotto può essere ritenuto sostenibile quando il processo di produzione lo è, subito dopo conta la sostenibilità del packaging. Detto questo, la maggior parte dei cittadini è disposta a spendere di più se un alimento è certificato in questo senso.
La ricerca è stata estesa anche alle imprese. Per chi lavora nel settore un prodotto è sostenibile soprattutto nella produzione ma una percentuale del 32% la pensa diversamente, infatti per loro sarebbe la buona qualità delle materie prime impiegate, il fattore più importante per la sostenibilità.
Alla luce di queste informazioni, è facile capire la scelta delle imprese che lavorano nel settore, le quali hanno dichiarato di voler dedicare maggiore attenzione alle fasi produttive, in modo che siano il più sostenibili possibili, ma anche alla riduzione degli sprechi.
I consumatori si comportano in base alla propria disponibilità economica ma queste tendenze possono contribuire efficacemente a ridurre i prezzi sugli scaffali dei supermercati italiani. Tornando alla prima ricerca, è ovvio come chi può permetterselo guarda alla propria salute acquistando prodotti healthy mentre gli altri cercano per lo più di risparmiare.
L’abbassamento dei prezzi però dipende proprio da chi decide di spendere un po’ di più in una spesa maggiormente salutare che preferibilmente provenga da tecniche bio e sostenibili, questo il parere della Brioschi. È un bene ad ogni modo, sapere che gli italiani prestano attenzione alla composizione degli articoli, eliminando il cibo nocivo che sarebbe bene concedersi solo di rado, come semplice sfizio.
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