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Sport

Il caso Cristiano Ronaldo non si spegne neanche in Nazionale

Sui social, sta impazzando un video, con tanto di hashtag, sul saluto tra Cristiano Ronaldo, capitano della Nazionale portoghese, e Bruno Fernandes, suo compagno di squadra tanto nel Portogallo, quanto nel Manchester United. Ecco, di caloroso, nella stretta di mano tra i due, c’è ben poco e probabilmente ha a che vedere con le dichiarazioni del fenomeno di Madeira sulla sua situazione ai Red Devils.

Cristiano Ronaldo – Nanopress.it

Dopo le parole poco lusinghiere sulla sua seconda esperienza in Premier League, con tanto di attacco frontale nei confronti dell’allenatore, Erik ten Hag, il Manchester United ha risposto con una nota che valuterà il da farsi. Molto probabilmente già a gennaio Ronaldo volerà verso altri lidi, ma tra calciomercato ipotetico e fantascientifico – si è parlato anche di un arrivo alla Roma -, l’ex Juventus e Real Madrid sembra sempre più isolato. Ma i Mondiali in Qatar potrebbero cambiare le carte in tavola, soprattutto per lui.

La favola di Ronaldo si è spezzata anche in Nazionale (forse)

La parabola discendente di Cristiano Ronaldo, uno dei più forti calciatori di sempre, è arrivata al punto del “bene o male purché se ne parli“. Il primo a farlo, tra l’altro, è stato lui in un’intervista esclusiva in cui, senza mezzi termini, ha distrutto il mondo Manchester United. Ovvero quello che lo aveva accolto a diciott’anni e quello che lo ha riabbracciato quando, agli sgoccioli della finestra estiva di calciomercato, è partito da Torino e ha lasciato la Juventus, senza neanche un rimpianto.

Cristiano Ronaldo con la maglia del Manchester United – Nanopress.it

Oddio, a leggere bene le dichiarazioni, qualche pentimento deve averlo avuto per forza, sicuramente non se l’aspettava. Perché quel ritorno in pompa magna di poco meno di un anno e mezzo fa si è trasformato lentamente in un incubo, prima con l’esclusione dalla Champions League da parte dei Red Devils, poi con l’arrivo di Erik ten Hag in panchina, non il migliore allenatore che il fenomeno di Madeira poteva augurarsi per salutare dignitosamente il calcio.

Dopo le sue parole, dallo United hanno deciso di prendere tempo. Con una nota ufficiale, infatti, hanno fatto sapere che prenderanno atto di quello che l’ex Real Madrid ha detto, e dopo aver stabilito tutti i fatti valuteranno le loro risposte. “Il nostro obiettivo rimane quello di prepararci per la seconda metà della stagione e continuare con slancio, convinzione e l’unione che si sta costruendo fra giocatori, manager, staff, fan“.

Un’unione in cui il portoghese è come una nota stonata, un accordo che viene male. Ma anche questo si era capito fin da subito. L’acquisto last minute, infatti, più che una questione di immagine per entrambi, è sembrato piuttosto un tentativo fallimentare di rubare una delle stelle più luminose del firmamento calcistico ai diretti rivali del Manchester City, rivelandosi di fatto per quella che era: una scelta tecnica sbagliata e poco lungimirante.

E quindi l’ipotesi più probabile è quella che, già a partire da gennaio, Ronaldo lascerà Manchester per trovare fortuna altrove. E qua potrebbe spuntare anche un suo connazionale, nonché suo ex allenatore ai tempi dei Blancos: José Mourinho. Di un arrivo alla Roma di CR7 si era parlato anche durante l’estate, ma poi tra Paulo Dybala e Georginio Wijlnadum, oltre che un costo del cartellino troppo alto per un quasi trentottenne, si è virato su altro. Come andrà a finire non si sa, di sicuro c’è che, anche in Nazionale, nel suo Portogallo, di cui è capitano, le cose non vanno meglio.

Bruno Fernandes e Cristiano Ronaldo – Nanopress.it

Su Twitter, l’hashtag con il suo nome e cognome è tra i trend topic con centinaia di migliaia di commenti. In molti hanno condiviso, poi, un video di un saluto con Bruno Fernandes, compagno di squadra (o forse è meglio dire ex) dell’ex bianconero anche al Manchester United, in cui di caloroso c’era ben poco. Ed è un caso, considerato che i due sarebbero dovuti essere i leader dello spogliatoio del mister olandese, chi per motivi tecnici, chi per motivi di cuore e di passato pesante, come d’altronde sarebbe dovuto succedere con la maglia della Seleção das Quinas.


Se non bastasse, sul campo di allenamento della squadra di Fernando Santos, Ronaldo si è avvicinato anche Joao Cancelo, difensore dei Citizens, ricevendo più o meno lo stesso trattamento ricevuto dal centrocampista ex Udinese e Sampdoria. Qualcosa pare si sia rotta, insomma, e forse solo la vittoria dei Mondiali in Qatar potrebbe riaggiustarla.

Il Mondiale in Qatar potrebbe fare da spartiacque per il futuro di Ronaldo

Ecco, i Mondiali in Qatar, in cui i portoghesi non partono esattamente con il favore dei pronostici, per contro invece di una Francia e di un’Argentina – in cui gioca il suo più grande rivale di sempre, Lionel Messi – potrebbe rilanciare o affossare del tutto Ronaldo.

A livello mediatico, il suo nome lo precederà comunque: stiamo pur sempre parlando del calciatore che è riuscito a vincere cinque Palloni d’oro. È a livello sportivo, però, che la sua stella ha bisogno di tornare a brillare.

Se dovesse dimostrarsi fondamentale, decisivo com’è stato in passato, infatti, per il suo procuratore, Jorge Mendes, potrebbe essere molto più semplice trovare una squadra all’altezza di quello che è stato il fenomeno di Madeira, una squadra che lotta per traguardi ambiziosi, e lontana da quel calcio fatto per lo più di giocatori sul viale del tramonto come possono essere quelle dell’Mls, o dei campionati arabi.

Al contrario, se continuasse a essere l’ombra di se stesso come negli ultimi mesi a Manchester, la strada verso campionati minori e poco competitivi, ma che hanno maledettamente bisogno di mettere in pasto ai potenziali tifosi e ai diritti televisivi, sarebbe sempre più spianata.

E questo è, allo stesso tempo, triste e ingrato per un talento che si è costruito con la passione, la dedizione, la fatica, la voglia di migliorarsi incessante, gli allenamenti e la caparbietà. Sarebbe triste perché macchierebbe una carriera in cui ha vinto tutto.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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