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Il caso di Bianca Balti ci ha mostrato ancora una volta il lato peggiore dei social

Bianca Balti, una delle pochissime modelle italiane famose in tutto il mondo, domani 8 dicembre a Los Angeles si sottoporrà ad un intervento di mastectomia preventiva, che ha scelto di fare dopo essere venuta a conoscenza di avere la mutazione genetica BRCA1, che aumenta esponenzialmente il rischio di contrarre un tumore al seno e/o alle ovaie. La supermodella, però, a circa 48 ore dall’intervento si è fatta prendere dallo sconforto e ha chiesto aiuto ai suoi fan. Peccato che sui social siano comparse una serie infinita di cattiverie contro di lei. I social, ancora una volta, sono diventati un luogo in cui regna sovrano solo odio represso e in cui non alberga affatto l’empatia.

Bianca Balti – Nanopress

Bianca Balti è una supermodella, nel vero senso della parola, è richiesta in tutto il mondo, ha alle spalle una carriera brillante e davanti a sé altre esperienze – professionali e non – da vivere. Eppure proprio lei, in un momento drammatico della sua esistenza, ha sentito il bisogno di trovare un conforto reale nei suoi fan. Ma siamo proprio sicuri che abbia trovato sul web esattamente quello che cercava?

Bianca Balti e la mastectomia preventiva

Spesso dimentichiamo che anche i vip – very important people – sono essere umani esattamente come noi. Con tutte le fragilità del caso, le sofferenze, le delusioni. Spesso pensiamo che quando loro – sempre i vip, è chiaro – parlano, noi, dall’altro lato dello schermo del nostro smartphone da cui leggiamo quello che scrivono, siamo tenuti a giudicare tutto quello che fanno. “Se la sono cercata loro”, si dice, “Se non volevano sentire pareri altrui, stavano zitti”. Certo, è ovvio, ma a volte la linea tra il mero commento “da bar” e un giudizio pesante da sopportare è davvero sottile.

Ieri Bianca Balti, una delle pochissime modelle italiane famose in tutto il mondo, in una lunga e sofferta newsletter, intitolata Loss of feeling, ha condiviso con i suoi tantissimi fan un suo grande dolore. E lo ha fatto – e sia molto chiaro questo – solo ed esclusivamente per sentire la loro vicinanza in un momento drammatico della sua vita.

“Giovedì 8 dicembre 2022 verrò ricoverata per l‘asportazione preventiva del tessuto mammario”: recita così un pezzo del suo scritto. La modella, infatti, tempo fa aveva scoperto di avere la mutazione genetica BRCA1, che aumenta esponenzialmente il rischio di contrarre un tumore al seno e/o alle ovaie. Allora ebbe un’idea: condividere con altre donne questa sua tragica consapevolezza per cercare conforto oppure darlo a chi aveva il suo stesso problema.

Fu allora che iniziarono a scriverle donne di tutto il mondo, ringraziandola per aver dato voce ad un problema fino ad allora quasi del tutto sconosciuto. Ma fu anche allora che capì che forse era tempo di fare un passo indietro, perché la strada dell’informazione era irta e piena di ostacoli e non si sentiva all’altezza di ergersi a paladina delle donne con mutazione genetica BRCA1, perché no, non è un medico – non lo era allora e non lo è oggi – e non ha abbastanza informazioni sul tema per poterle condividere con gli altri.

Da allora, facciamo un volo e atterriamo al 6 dicembre 2022. A circa 48 ore dall’intervento, Balti inizia a sentirsi vulnerabile. Tutta la sicurezza che l’aveva accompagnata fino a quel momento inizia a venire meno sempre di più e la paura di quello che la aspetta inizia a farsi strada, fino ad invaderla quasi completamente. Ma la modella non vuole comunque fermarsi. Non vuole farlo per sé stessa, ma soprattutto per le sue due figlie, Matilde, nata dalla storia con il fotografo Christian Lucidi e Mia frutto delle sue seconde nozze con Matthew McRae. E così “per l’ennesima volta Bianca sceglie la vita” e spera che qualcuno possa comprenderla, starle vicino, incoraggiarla in questo momento così delicato.

Bianca Balti – Nanopress

E sicuramente la “Bianca che sceglie la vita” non poteva aspettarsi che invece i suoi fan, quelli da cui cercava conforto, avrebbero scelto ancora una volta di giudicarla per la sua scelta anziché supportarla e mostrarle un po’ di empatia.

La reazione del web al suo grido d’aiuto

“Mamma si opera perché ama troppo la vita. Così ho detto a Mia e così dico anche a voi”. L’amore per la vita, quindi, la stessa che un eventuale tumore potrebbe spezzare, per la modella è il motore di tutto. Eppure, a 48 ore dall’intervento qualcosa va storto. Bianca Balti inizia a sentire che dentro di lei qualcosa sta cambiando, che una strana sensazione sta prendendo piede e non le impedisce di vivere con abbastanza tranquillità quello che la aspetta (che sa benissimo che non sarà affatto facile): “Mi sono sentita orgogliosa nel fissare una data, impaziente nell’attendere. Ma ora che il momento è arrivato non ne ho voglia. Mi sento fragile. Spaventata dall’idea di dover dipendere dagli altri. Terrorizzata dal dolore che proverò. Sconfortata nel dover rinunciare ad una parte del mio corpo che ha definito fino ad oggi la mia femminilità”.

E allora Bianca cosa fa? Cerca conforto in chiunque, dove chiunque significa assume un significato dispregiativo. E allora sempre nella newsletter inizia ad avanzare motivazioni che possano convincere non tanto gli altri, ma più che altro sé stessa, come se scriverle e ripeterle più volte possano aiutarla a radicarle nella sua mente. Così leggiamo: “Non posso permettermi di ammalarmi io che porto, sola, la responsabilità economica di tutte sulle spalle. Perché vorrei che le mie bambine trovassero in me la forza di agire se un giorno anche loro venissero diagnosticate. Perché amo troppo la vita per non fare il possibile per preservarla”. Queste quindi sono le motivazioni che hanno portato la Balti a prendere questa decisione così sofferta, che sono di diversa natura, ma che hanno un minimo comune denominatore: il suo senso di responsabilità, verso sé stessa, verso le figlie, verso la vita, a cui non può assolutamente permettersi di rinunciare.

E qui una digressione è necessaria. Che questo intervento potrebbe salvare la vita di Bianca, non lo dice lei, lo dice la medicina (e che questo valga per tutti quelli che l’hanno criticata, di cui parleremo tra pochissimo). Sul sito della Fondazione Veronesi, si legge chiaramente: “La mastectomia preventiva, ovvero l’intervento di rimozione di entrambi i seni nelle giovani donne portatrici di una mutazione genetica, può salvare la vita. Sopratutto se la «porzione» di Dna interessata da una mutazione è quella che ricade sotto il gene Brca 1: circostanza che può accrescere fino al 60 per cento il rischio di sviluppare un tumore al seno in giovane età, di natura più aggressiva rispetto alle diagnosi sporadiche (per cui non è documentabile una predisposizione genetica)”. Udite udite, questa è proprio la mutazione della modella.

Ma, tornando a lei, come dicevamo, siamo tutti esseri umani e avere paura di fare un salto nel vuoto è lecito. Lo è per Bianca Balti, come lo sarebbe stato per qualunque altra donna al mondo. E così, sempre a 48 ore dall’intervento, quando ormai il timore è diventato talmente grande da aver preso anche il posto del coraggio, la modella cerca di percorrere l’unica strada che è rimasta libera: quella di appoggiarsi agli altri, perché è troppo fragile per farlo su sé stessa (come verosimilmente aveva fatto fino a quel momento). E allora scrive: “Ora che non posso più tirarmi indietro, egoisticamente, mi rivolgo a voi. Per sentirmi dire quanto sono coraggiosa, che sto facendo la cosa giusta, che vi sono d’ispirazione. Perché ho perso il sentimento che mi ha portata qua, mi sono smarrita nell’autocommiserazione”.

Ovviamente a quel punto si sarebbe aspettata – come avrebbe fatto chiunque al suo posto probabilmente – di leggere migliaia di messaggi di vicinanza, di comprensione, di empatia, ma il mondo dei social a quanto pare non è fatto per persone sensibili, è fatto per i duri di cuore, quelli che non si smuovono davanti a nulla e restano impassibili davanti al dolore altrui. Ed infatti ecco comparire sui social commenti che di empatico hanno ben poco, come “Stanotte non dormo”, oppure “Non ho capito si fa togliere il seno per paura che le venga un tumore? Se così fosse allora ci dovremmo far togliere tutti gli organi perché purtroppo un tumore ci può colpire in qualsiasi parte del corpo” e ancora “Lo fai per la prevenzione del tumore al seno. Sbagliato. Magari ti viene da un’altra parte e se devi morire muori lo stesso”. Addirittura c’è chi sostiene che sottoporsi ad un intervento di mastectomia preventiva sia diventata ormai una moda (perché anni fa lo aveva fatto anche Angelina Jolie, anche lei criticatissima per questo, inutile dirlo).

Fermo restando che da alcune delle parole degli utenti si evince che vi è una (non tanto) sottile linea di ignoranza sul tema, è il principio che è errato: se una persona chiede compassione, non dovresti mai donarle cattiveria, per quanto tu possa non comprenderla a fondo, non essere d’accordo con lei, pensarla in modo diverso. Punto. Questa dovrebbe essere una regola non scritta nella vita, ma a quanto pare non riguarda il web. Quando una persona – che sia famosa oppure no, che cambia? – ti chiede espressamente un supporto, non sei tenuto a darglielo ovviamente, ma non lo sei neanche a regalarle dei giudizi (non richiesti tra l’altro, perché come abbiamo largamente anticipato, quello che Bianca chiedeva era solo vicinanza), soprattutto se pieni di cattiveria.

Ecco che questa vicenda ci ha mostrato in sostanza, ancora una volta, il lato peggiore dei social, che le persone usano spesso per vomitare il loro odio represso (verso chi, non ci è dato saperlo). Fermo restando che, stando anche al profilo Instagram della modella, di messaggi di vicinanza gliene sono arrivati comunque tanti e che non sappiamo se abbia letto i succitati commenti, la probabilità che possa venire a conoscenza della reazione dei social è davvero molto alta e quella che possa non prenderla bene lo è ancora di più.

E allora ci dispiace Bianca se hai pensato di poter trovare lì la giusta spinta per affrontare l’intervento domani, ma il mondo del web non è quello che ti aspettavi tu.

Anna Gaia Cavallo

Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura. A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista. Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.

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