[didascalia fornitore=”ansa”]Tutto è nato dalla foto di Anna Frank con la maglia della Roma[/didascalia]
Com’è scoppiato il caso Anna Frank? Cosa mette in correlazione la giovane ebrea tedesca vittima del Terzo Reich e gli ultras della Lazio? La polemica da Roma è diventata nazionale, per passare poi anche sulle pagine dei media stranieri. Tutto è cominciato in una domenica di campionato calcistico come tante, quando allo stadio alcuni tifosi della Lazio simpatizzanti dell’estrema destra (per non dire fascisti) hanno introdotto degli adesivi fotoshoppati con l’immagine di Anna Frank che indossa la maglia della Roma, recanti scritte e offese antisemite. Ma andiamo per ordine per capire questa storia tutta italiana.
Chi era Anna Frank
Lo ricordiamo per chi stamattina sia stato paracadutato direttamente da Marte: Annelies Marie Frank, detta Anne Frank e Anna in italiano, era una ragazzina tedesca di famiglia ebraica. Durante la Shoah cercò di sfuggire ai rastrellamenti nazisti vivendo per più di due anni con la famiglia in una stanza segreta messa a disposizione ad Amsterdam da alcuni benefattori. Nella stanza segreta dietro gli uffici della Prinsengracht si nascondevano otto persone in totale. Dopo una delazione, Anna fu scoperta e morì nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. Il diario di Anna Frank scritto in quei drammatici mesi è diventato simbolo della barbarie nazista e della resistenza dell’animo umano nelle avversità. Per ragioni di spazio non possiamo dilungarci oltre, ma qui potete leggere la storia di Anna Frank. Chi volesse approfondire può sfogliare direttamente su Google il Diario di Anna Frank e per i più piccini esiste anche una versione del diario di Anna Frank a fumetti. Il ministero del Turismo olandese promuove un tour nei luoghi di Anna Frank, naturalmente non si tratta di un modo per lucrare ma di un esercizio doveroso per l’anima e la memoria.
Anna Frank, lo stadio Olimpico e i tifosi di Lazio e Roma
Il caso Anna Frank scoppia il 22 ottobre. In quella data si disputa la partita Lazio-Cagliari allo Stadio Olimpico. La curva nord, storicamente occupata dai tifosi laziali, resta chiusa per punizione (la Federcalcio aveva imposto la serrata della curva nord a causa di cori razzisti). Nonostante questo, alcuni tifosi ultras della Lazio decidono di assistere alla partita dalla curva sud, che si solito invece è occupata dai tifosi della Roma. Ma non gli basta, così attaccano diversi adesivi di Anna Frank con la maglia della Roma accompagnati da scritte antisemite e insulti al ‘romanista ebreo’.
La rivalità tra romanisti e laziali è arcinota, sappiamo che tra i tifosi laziali ci sono tanti ultrà appartenenti alla frangia dell’ultradestra e spesso per offendere i romanisti li chiamano ‘ebrei’. Non è la prima volta che capita quella che alcuni hanno cercato di derubricare a ‘goliardata’, ma che nei fatti è un insopportabile vilipendio alla memoria di una ragazzina morta drammaticamente, nonché all’intero popolo ebraico. Però stavolta l’eco della notizia è giunto anche Oltralpe, su media internazionali come il Guardian, NBC News e BBC. Tanto che la Figc ha aperto un’indagine, e anche la polizia.
La politica commenta il ‘caso Anna Frank’
Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, ha postato su Twitter una foto con adesivi attribuiti agli ultrà della Lazio, e ha commentato “Questa non è una curva, questo non è calcio, questo non è sport. Fuori gli antisemiti dagli stadi”. Un’idea condivisa dal sindaco Virginia Raggi, che ritwittando l’elemento scrive: “Questo non è calcio, questo non è sport, ha ragione Ruth Dureghello”
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Non sono mancate all’appello le reazioni politiche a cominciare dal ministro per lo Sport Luca Lotti che non ha perso un minuto per condannare con forza il grave episodio di antisemitismo che si è verificato allo stadio Olimpico. “Quello che è accaduto ieri sera è gravissimo, non ci sono giustificazioni: sono episodi da condannare, senza se e senza ma. Sono certo che le autorità competenti faranno luce su quanto avvenuto e che i colpevoli saranno presto individuati e condannati”, conclude il ministro Lotti. Gli adesivi sono stati condannati fra gli altri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
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Dura condanna è espressa anche dalla presidente della Camera Laura Boldrini che esprime “preoccupazione” e chiede di “rispondere con durezza” in quanto “sottovalutare è darla vinta a razzisti”. Nella sua enews Matteo Renzi commenta: “Lo squallore antisemita che ha portato alcuni tifosi della Lazio a prendersi gioco persino della memoria di Anna Frank è un gesto vergognoso. Ovviamente si tratta di una piccola minoranza, ma non evidenziare la notizia sarebbe un errore. Perché quando accadono cose del genere è utile che i ragazzi sappiano, conoscano, imparino a confrontarsi con la banalità del male. Ha fatto bene la Lazio ad annunciare una visita in sinagoga, fa bene chi ricorda ai ragazzi più giovani chi era Anna Frank perché ciascuno di noi prenda l’impegno di dire con forza: mai più”.
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Poi, su Facebook Renzi rilancia: “Se io fossi il presidente di una squadra di calcio, domani scenderei in campo con la Stella di David al posto dello sponsor. E spiegherei ai ragazzi delle curve perché quando pronuncio il nome di Anna Frank mi vengono i brividi. Restiamo umani, amici”.
GUARDA QUI LE FOTO DELLA CASA DI ANNA FRANK
Anche il presidente della Figc Carlo Tavecchio condanna l’episodio di antisemitismo perpetrato da alcuni tifosi della Lazio contro i romanisti, usando l’immagine di Anna Frank. “Fatto gravissimo e inqualificabile, offende una comunità e tutto il nostro Paese”, queste le parole del presidente riportate dall’account twitter ufficiale della Figc.
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La polemica è poi scoppiata in vari ambiti. Su Repubblica l’editoriale del direttore Mario Calabresi “Siamo tutti Anna Frank” è accompagnato da fotomontaggi della ragazzina ebrea con le principali magliette delle squadre italiane di calcio.
[didascalia fornitore=”foto”]L’editoriale su Repubblica[/didascalia]
A quel punto la squadra dei biancoazzurri decide di mandare una delegazione in visita alla Sinagoga di Roma per esprimere le scuse da parte di tutta la tifoseria. La Lazio porta una corona di fiori ma in una registrazione audio effettuata prima della deposizione si sente il presidente laziale Claudio Lotito commentare: “Famo ‘sta sceneggiata”, nonché lamentarsi dell’assenza di alcune autorità della comunità ebraica alla cerimonia. Il giorno dopo i fiori della Lazio vengono ritrovati nel Tevere.
[didascalia fornitore=”ansa”]I fiori gettati nel Tevere dopo la visita della delegazione laziale in Sinagoga[/didascalia]
In seguito la Federcalcio ordina, per il 24 ottobre, un minuto di riflessione e la lettura di una pagina del Diario di Anna Frank prima delle partite della giornata di Serie A.
Ma non va tutto come pensato. In diversi stadi fischi, cori ultrà e saluti romani ‘coprono’ la lettura del Diario rovinando l’iniziativa pacificatrice, come a Firenze. A Torino, in mezzo a qualche fischio, gli ultrà della Juventus in Curva Sud hanno cantato l’inno di Mameli.
[didascalia fornitore=”ansa”]Ciro Immobile della Lazio con la T-shirt di Anna Frank e la scritta No Anti-Semitismo, indossata il 25 ottobre durante Bologna-Lazio al Dall’Ara[/didascalia]
Addirittura alcuni ultrà laziali hanno intonato cori fascisti condendoli con saluti romani nella serata in cui erano ospiti dello stadio Dall’Ara di Bologna, nella curva intitolata all’ex allenatore del Bologna, Arpad Weisz, scomparso ad Auschwitz. Gli Irriducibili hanno detto che non avrebbero seguito la squadra a Bologna ‘per non essere complici di questo “teatro mediatico” delle ultime ore’, ma gruppi di tifosi laziali nei pressi del Dall’Ara hanno intonato slogan antisemiti e cantato anche la canzone fascista ‘Me ne frego’.
Il 26 ottobre arriva la notizia che sono 20 le persone identificate dagli inquirenti della Digos di Roma e del commissariato Prati per la vicenda degli adesivi di Anna Frank in maglia giallorossa attaccati da tifosi laziali della curva Sud dello stadio olimpico. Molti di loro hanno precedenti specifici, tra di essi ci sono molti ‘irriducibili’, e due minorenni, uno dei quali appena 13enne. Rischiano una condanna da 1 a 4 anni per istigazione all’odio razziale e un DASPO – cioè il divieto di assistere a manifestazioni sportive – di diversi anni. Tra le posizioni più gravi – secondo quanto si apprende dagli inquirenti – quella di un 46enne con molti precedenti penali e tre daspo a carico, l’ultimo dei quali, di 5 anni, finito nel 2013. Identificato anche un 53enne il cui daspo è terminato lo scorso anno.
Infine la procura della Figc ha chiuso le indagini relative agli atti antisemiti compiuti dai tifosi della Lazio. Il procuratore federale Giuseppe Pecoraro avrebbe contestato al presidente della squadra, Claudio Lotito ed al club la violazione dell’articolo 1 bis (lealtà sportiva), per essere entrati in curva Sud nonostante la squalifica e il divieto, e dell’articolo 11 (comportamenti discriminatori) del codice di giustizia sportiva per aver compiuto atti antisemiti con l’immagine di Anna Frank.
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