Il cellulare di Leonardo La Russa è soggetto a immunità parlamentare, in quanto la sim è intestata al padre Ignazio. Dunque il telefono non potrà finire nelle mani degli investigatori.
Già nei giorni scorsi, a inizio indagine, erano stati sequestrati dalle forze dell’ordine i cellulari dei coinvolti. La messaggistica tra la ragazza che ha accusato Leonardo La Russa e l’amica, presente alla serata del 18 maggio ma non a casa del figlio del senatore, erano state infatti scrupolosamente revisionate dagli agenti. Poi diffuse anche dal Corriere della Sera. Il tutto per cercare ulteriori indizi di quella notte. Ma lo smartphone di Leonardo non potrà finire nelle mani degli inquirenti per l’immunità parlamentare del padre.
Il cellulare di Leonardo La Russa non potrà essere sequestrato
La sim del cellulare di Leonardo La Russa è intestata al padre Ignazio La Russa. Per questa ragione il suo smartphone non è stato sequestrato. Il cellulare è soggetto a immunità parlamentare in quanto appartiene al presidente del Senato, che non potrà essere acquisito dalle forze dell’ordine. Il giovane è indagato dalla Procura di Milano per la denuncia arrivata da parte di una 22enne di violenza sessuale, e intanto continuano le audizioni degli investigatori milanesi sul caso. Nella giornata di lunedì era stata l’accusante a parlare ai pm, raccontando la propria versione dei fatti. A coordinare le operazioni della Squadra Mobile il procuratore aggiunto Letizia Mannella e la pm Rosaria Stagnaro.
Anche uno dei titolari del club dove i ragazzi avevano trascorso la notte del 18 maggio scorso, l’Apophis, è stato recentemente ascoltato in procura. La sua testimonianza mira a fare luce su quanto accaduto in discoteca, per capire cosa sia successo durante la serata e quali siano state realmente le interazioni tra i due al club, prima di rincasare.
Ad essere ascoltati questa settimana anche altri giovani che hanno partecipato alla serata. Sarebbero state circa 200 le persone presenti quella notte al locale di Milano, uno dei club più esclusivi del centro a due passi dal Duomo. Gli agenti hanno acquisito nelle scorse ore le liste dei tesserati del locale di via Merlo, mentre la prima tornata di deposizioni dovrebbe finire entro il weekend secondo quanto si apprende.
La lista potrebbe essere utile agli investigatori per arrivare a più presenti alla serata del 18 maggio possibili, in modo tale da chiarire la questione relativa alle condizioni della ragazza. La giovane che ha denunciato infatti ha riferito di non ricordare niente della serata trascorsa al locale dopo aver bevuto due drink. Anche dalla chat della mattina dopo gli eventi, con l’amica che la aveva accompagnata in discoteca, sono emersi alcuni dettagli di quella notte. La giovane aveva riferito all’amica di non ricordare nulla, mentre la interlocutrice rispondeva di averla pregata di lasciare il club ma senza riuscirci.
Il sospetto delle due amiche, e anche quello che ha riferito la 22enne alle forze dell’ordine successivamente, è stato quello di essere stata drogata a sua insaputa. Una conclusione tirata dopo essersi risvegliata a sua insaputa – a detta della ragazza – nel letto insieme a Leonardo La Russa. Stando alla sua denuncia il sospetto è quello della somministrazione di sedativi sciolti nel bicchiere.
Da quanto emerso, potrebbero essere chiamati a testimoniare anche i componenti della scorta del presidente del Senato, oltre che Ignazio La Russa in persona che era stato tirato in ballo dall’avvocato Benvenuto – legale della giovane – il quale aveva chiamato La Russa “un testimone importante” in quanto si sarebbe intrattenuto in un breve colloquio proprio con la ragazza la mattina dopo.
Continuano le indagini: le parole di Giorgia Meloni
Intanto proseguono le immagini anche con la visione delle telecamere di sorveglianza della zona. Quelle pubbliche di sorveglianza però possono registrare per un massimo di 8 giorni, dunque – considerando che i fatti sarebbero avvenuti quasi 2 mesi fa – non ci sarebbe modo di arrivare ad alcun video.
Immagini intanto si stanno cercando nei cellulari delle due ragazze, e di altri testimoni. Si cercano video e foto della serata, mentre non è stato ancora identificato in modo compiuto il dj che la notte della presunta violenza avrebbe dormito a casa di Leonardo La Russa. Secondo quanto affermato dalla giovane nella sua denuncia, anche lui avrebbe abusato di lei. Questo dettaglio, a detta della ragazza, sarebbe stato fornito dallo stesso Leonardo.
Anche altre amiche della vittima sono state sentite nei giorni scorsi, e anche i loro telefoni sono stati visionati. Tutte le chat sono state acquisite, così come tutti i contenuti. A differenza come detto di quello di Leonardo Apache, “grazie” all’immunità parlamentare e alle garanzie previste.
In questi giorni, oltre a diversi rappresentanti del governo come la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella ed Elly Schlein, a commentare il caso è arrivata finalmente anche Giorgia Meloni. La premier, dopo giorni di imbarazzante silenzio alla fine del vertice Nato, è stata interpellata sul caso con alcune domande dei cronisti che hanno voluto sentire il parere della presidente del Consiglio sulle recenti grane del governo tra il caso Santanchè e questo che ha indirettamente coinvolto il presidente del Senato.
La premier è intervenuta con i piedi di piombo sulla questione, prima spendendo parole di “solidarietà” al collega in maggioranza: “Comprendo da madre la sofferenza del presidente del Senato anche se non sarei intervenuta nel merito della vicenda“, poi sulla giovane che ha denunciato ha affermato di “tendere a solidarizzare”: “Tendo a sodalizzare per natura con una ragazza che denuncia e non mi pongo il problema dei tempi“. Infine la premier sottolinea che il governo ha approvato il ddl sulla violenza delle donne, e prova a spazzare la polvere sotto il tappeto: “Questo è da sempre il lavoro che parla per noi. Spero di aver chiarito il mio punto di vista su questa materia”.