Dopo il vertice di Centrodestra di ieri alla Camera durato più di 3 ore, i tre leader delle principali formazioni della coalizione raggiungono un’intesa sul meccanismo di selezione della premiership per le prossime elezioni politiche nazionali (25 settembre 2022).
L’accordo raggiunto riguarda la scelta del prossimo candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per il Centrodestra e la spartizione dei collegi elettorali da cui usciranno gli effettivi parlamentari chiamati a sostenere e rappresentare la coalizione in Parlamento.
Il vertice di Centrodestra tenutosi ieri ha dato esito positivo ed i tre leader di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia sembrano aver raggiunto l’intesa sulle questioni più tecniche da risolvere prima di campagna elettorale e voto; a questo punto si procederà con la definizione dei parti in comune del programma elettorale.
La formula deliberata per la definizione del futuro premier è quella invalsa fino ad oggi: il partito che riceverà la maggioranza dei voti all’interno della coalizione diverrà la guida della stessa e avrà diritto di prelazione sul nome del candidato a Palazzo Chigi.
Si mantiene dunque il meccanismo che nel 2018 portò Salvini a scalzare Berlusconi al comando dell’alleanza e che ora dovrebbe riverificarsi con Meloni pronta a prendere il posto del Capitano, questo almeno stando ai sondaggi pre-elettorali.
Nonostante i roboanti annunci dei capi politici al temine dell’incontro sulla unità e sinergia della coalizione, non si può fare a meno di notare che quello stabilito è un accordo alquanto lasco. Le tre forze in sostanza faranno campagna elettorale in solitaria, con i propri simboli ed i propri candidati; dopo il voto, per sfruttare al massimo il premio maggioritario offerto dalla legge elettorale Rosatellum, i tre gruppi in corsa per il governo affideranno al più apprezzato la conduzione dell’alleanza attraverso cui raggiungere l’agognata e sperata maggioranza assoluta.
Non si riduce al chiarimento della premiership quanto stabilito dal rendez-vous di Montecitorio: Meloni, Berlusconi e Salvini si accordano anche sulla spartizione dei collegi elettorali. Questi ultimi saranno così suddivisi: 98 seggi a FdI, 70 alla Lega, 42 a Forza Italia e Unione di Centro, 11 a Noi con l’Italia di Lupi e Coraggio Italia di Brugnaro.
In questo caso la tecnica usata per la suddivisione è una ripartizione algoritmica che tiene in conto i valori assegnati alle varie forze politiche dai sondaggi delle ultime settimane. Inevitabilmente tale dinamica va a favorire Giorgia Meloni, attualmente la più forte a livello statistico, ma provoca malumore in quelle componenti più piccole o penalizzate in questa congiuntura dai sondaggi.
Questo spiega la ritrosia di Berlusconi, il cui partito è ora attestato sul 10% ma che il suo fondatore vorrebbe, nel corso della campagna elettorale in cui concorrerà in prima persona, raddoppiare, raggiungendo un 20% di preferenze.
Tuttavia, per quanto aleatorio sia già un metodo che si basa su dei sondaggi periodici svolti da istituti diversi, con metodi diversi, con campioni di intervistati ristretti nei numeri, optare per un sistema fondato sulle speranze di gradimento dei leader diverrebbe ancora più ingestibile, per cui le insofferenze di FI sono cadute nel vuoto su questo punto.
Infine, nelle circoscrizioni estere, il Centrodestra si presenterà come lista unica.
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