Il governo del Cile ha preso la decisione di alzare nuovamente il tasso di politica monetaria, unanime in seno al Board del Banco de Chile, cerca di contenere l’inflazione che affligge il Paese sudamericano.
La Banca centrale del Cile ha votato mercoledì per aumentare il tasso di politica monetaria di 75 punti base per raggiungere il 9,75%. Si tratta del livello più alto dal 2001, quando l’istituto ha iniziato a nominalizzare lo strumento per contenere l’inflazione. Questo è il tasso al quale la Banca Centrale presta alle banche commerciali ed è utilizzato, allo stesso tempo, come riferimento nel resto del sistema finanziario.
Il rialzo di mercoledì è il nono consecutivo dalla fine di luglio 2021, quando l’inflazione ha iniziato a salire alle stelle. La decisione arriva dopo che anche la Federal Reserve negli Stati Uniti ha alzato il suo tasso di 75 punti base, il che ha inasprito le condizioni finanziarie globali. L’inflazione, malattia che affligge la maggior parte dei paesi del mondo, deriva in parte da fattori globali come l’aumento dei casi di covid-19 in Cina e la guerra in Ucraina.
In Cile ha raggiunto il 12,5% a giugno, il livello più alto dal 1994.”Lo scenario macroeconomico presenta rischi elevati”, si legge nel comunicato diffuso mercoledì dalla banca. “Il deterioramento delle condizioni finanziarie globali è stato più rapido e intenso del previsto, riducendo il prezzo delle materie prime e le prospettive del mercato per la crescita globale”, aggiunge il testo.
Il Paese è uno dei principali esportatori di rame, il cui valore sui mercati internazionali è diminuito di circa il 22% quest’anno, a causa dell’aspettativa di una recessione nei paesi sviluppati. Secondo un’analisi della banca d’affari Mizuho, il peso cileno si è deprezzato del 19% rispetto al dollaro da metà giugno, quando la Fed ha alzato i tassi di interesse.
Ciò ha posizionato la valuta come la peggior performance mondiale insieme al peso colombiano e al rublo russo. Questo forte deprezzamento della valuta “causa un ulteriore aumento dei prezzi interni” a breve termine, afferma il comunicato della banca centrale.
“Il Board stima che ci saranno nuovi rialzi del tasso di politica monetaria per garantire la convergenza dell’inflazione al 3% in due anni. La sua entità dipenderà dalle implicazioni dell’evoluzione dello scenario per il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione”, aggiunge.
L’inflazione è stata osservata su tutta la linea, ma gli aumenti dei prezzi per il trasporto aereo di passeggeri sono stati particolarmente elevati, con un aumento del 104% negli ultimi 12 mesi. Anche il cibo consumato fuori casa è aumentato di quasi il 17%. Il governo del presidente Gabriel Boric ha annunciato martedì un bonus di circa 120 dollari per i più vulnerabili del Paese per aiutarli a far fronte all’aumento dei prezzi.
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