Nel caso di Alice Neri spunta la presenza di alcune lettere d’amore che un collega, mai indagato, le avrebbe scritto. Missive trovate nell’armadietto della donna a cui si somma un altro dettaglio: l’uomo avrebbe dichiarato di aver cancellato le chat con lei.
La novità, riporta dal quotidiano Il Resto del Carlino, riguarda le presunte dichiarazioni del collega le cui lettere, indirizzate ad Alice Neri e trovate nel suo armadietto sul posto di lavoro, conterrebbero parole d’amore per la 32enne.
Il collega di Alice Neri mai indagato: “Ho cancellato le chat con lei”
Il collega che avrebbe detto di aver cancellato le chat con Alice Neri, secondo Il Resto del Carlino, sarebbe l’autore delle lettere d’amore per lei – scoperte dagli inquirenti nell’armadietto aziendale della vittima -, ma non solo.
Stando a quanto riportato dal quotidiano, si tratterebbe della stessa persona – il cui nome non è mai stato iscritto nel registro degli indagati – che il giorno del ritrovamento del cadavere della 32enne, carbonizzato nella sua auto a Fossa di Concordia (Modena) – avrebbe pubblicato uno strano post sui social (poi rimosso) con un particolare riferimento al “fuoco”.
Il Resto del Carlino riporta le parole dell’uomo in merito ai messaggi che si sarebbe scambiato con Alice Neri in passato.
Il collega, mai indagato, avrebbe riferito di aver cancellato le chat e che la donna, durante la pausa pranzo poco prima della scomparsa, gli avrebbe detto di dover incontrare un altro collega di lavoro.
Sarebbe questo il racconto fatto al giornalista Alessandro Politi, inviato di Storie Italiane.
Il post pubblicato e poi rimosso
Nel giallo di Alice Neri, mentre dal carcere il principale sospettato Mohamed Gaaloul continua a professare la sua innocenza, spunta quindi la presenza di un presunto interesse romantico da parte del collega che le avrebbe scritto le lettere poi sequestrate dai carabinieri nell’armadietto aziendale della 32enne.
L’autore di quelle missive, almeno 3 secondo Il Resto del Carlino, sarebbe la stessa persona che, il giorno del ritrovamento del corpo carbonizzato di Alice Neri a Fossa di Concordia, avrebbe pubblicato e poi rimosso un particolare post sui social.
Il contenuto sarebbe stato una citazione biblica del “Cantico dei cantici” in cui si fa riferimento alle “vampe di fuoco“.
A portarlo all’attenzione degli inquirenti sarebbe stato qualcuno che, entrato in possesso dello screenshot per vie traverse, lo avrebbe ritenuto degno di interesse.
I presunti contatti su Facebook
Sempre secondo il racconto del collega, lo stesso autore di lettere e post che avrebbe confermato la cancellazione delle chat tra lui e Alice Neri, la donna lo avrebbe contattato a luglio 2022 con un profilo Facebook falso.
Circostanza in cui, stando a quanto avrebbe dichiarato, la donna si sarebbe presentata usando il nome “Dany“. Si tratterebbe di un account non più attivo.
Il collega che avrebbe scritto le lettere d’amore ad Alice Neri, in presenza di sua moglie, non avrebbe nascosto di essersi trovato in una situazione difficile per poi aggiungere:
Io ero il suo amico, l’amico della fabbrica. Parlavamo tanto, si sfogava con me
Gli oggetti trovati dagli inquirenti nell’armadietto della vittima
All’interno dell’armadietto di Alice Neri, sul posto di lavoro, gli inquirenti avrebbero trovato non solo le lettere del collega in questione, ma anche una foto che li ritrarrebbe insieme.
Tra il materiale repertato, vi sarebbe dell’altro: un rotolo di carta gommata con la scritta “Ti voglio bene” e una catenina che lo stesso collega avrebbe recentemente regalato alla 32enne.
Sul fronte delle indagini, il lavoro degli investigatori prosegue nel massimo riserbo. È atteso per il prossimo 6 marzo l’incidente probatorio durante il quale saranno sentiti in particolare tre testimoni.
Si tratta dei tunisini che, in merito alla posizione del principale sospettato, il connazionale 29enne Mohamed Gaaloul, avrebbero detto di averlo visto rientrare a casa con gli indumenti sporchi di olio proprio la mattina del 18 novembre scorso, giorno in cui Alice Neri sarebbe stata ritrovata cadavere tra le campagna di Fossa di Concordia.
Altre testimonianze, però, riferirebbero che Gaaloul sarebbe stato spesso sporco di olio o grasso d’auto per via dei lavori che era solito fare.
Il giallo di Alice Neri e delle sue ultime ore appare più intricato che mai e non si esclude che gli inquirenti possano essere ad un passo dalla svolta.