Il collega di Alice Neri che le avrebbe scritto alcune lettere d’amore – trovate nell’armadietto della donna dai carabinieri – e che avrebbe scritto un particolare post il giorno del ritrovamento del corpo, risponde ad alcune domande di un inviato di Mattino Cinque.
L’uomo, raggiunto dai microfoni della trasmissione Mediaset condotta da Federica Panicucci, ha dichiarato di non aver incontrato Alice Neri la sera della tragedia e di non aver avuto alcun appuntamento con lei quel giorno.
La trasmissione Mattino Cinque ha raggiunto il collega di Alice Neri, mai indagato, per fargli alcune domande sul suo rapporto con la 32enne, trovata morta carbonizzata nel bagagliaio della sua macchina, a Fossa di Concordia, il 18 novembre scorso.
L’uomo, che sarebbe autore delle lettere d’amore sequestrate dai carabinieri nell’armadietto aziendale della vittima, e anche del post sul fuoco pubblicato e poi rimosso il giorno del ritrovamento del corpo, ha sottolineato di non sapere nulla del caso.
Alice Neri non gli sarebbe sembrata preoccupata nell’ultimo periodo e di averla vista tranquilla.
Esclude di aver avuto un appuntamento con lei quella notte, tra il 17 e il 18 novembre scorsi.
“Spero che la polizia faccia il più presto possibile – ha aggiunto il collega di Alice Neri –, non dovevo incontrarla“.
Mohamed Gaaloul, il 29enne tunisino in carcere a Modena con l’accusa di omicidio volontario e distruzione di cadavere, resta il principale sospettato del delitto di Alice Neri.
Non avrebbe fornito un racconto dettagliato di quella notte, ma avrebbe respinto comunque ogni addebito dicendosi innocente.
Nel giallo di Alice Neri e della sua misteriosa morte potrebbero giocare un ruolo chiave alcuni reperti isolati sulla scena del ritrovamento di auto e cadavere della 32enne, in una zona di campagna a Fossa di Concordia.
A farne un elenco è ancora Mattino Cinque, spiegando come gli inquirenti starebbero lavorando nel tentativo di scoprire un possibile inquadramento degli stessi nella dinamica dell’omicidio.
Si tratta di oggetti che potrebbero rivelare qualcosa in più sulla tragica fine di Alice Neri e sul suo assassino, ammesso che vi sia un solo killer.
Sul luogo del rinvenimento della macchina di Alice Neri e del suo corpo carbonizzato, stipato nel bagagliaio del veicolo, gli investigatori avrebbero scoperto la presenza di parecchi elementi potenzialmente utili ad imprimere una svolta nel giallo.
Accanto alla carcassa della vettura bruciata sarebbe stato trovato un flacone di detergente in plastica, poco distante una sigaretta bianca da usare con dispositivo elettronico.
Sarebbe stata repertata anche una bomboletta spray distrutta, proprio sotto alcuni resti ossei nel bagagliaio.
Su un cespuglio, frammenti di carta assorbente e dietro l’auto una sezione di un collo di bottiglia in plastica parzialmente deformata dal calore.
Ci sono altri oggetti, inoltre, che potrebbero avere una rilevanza non secondaria nella geometria della ricostruzione della morte di Alice Neri.
Sul posto, a circa 10 metri dalla macchina, sono stati trovati una spallina di reggiseno in tessuto elastico nero, completo di gancetti metallici, e tra la vegetazione un bidone in plastica da 25 litri privo di tappo.
All’interno della macchina di Alice Neri sono stati trovati diversi oggetti tra cui il residuo di un circuito elettronico carbonizzato, forse di un telefono cellulare.
Il reperto successivo comprende 19 compresse bruciate. Trovati in auto anche resti di flaconi combusti di medicinali, resti bruciati di uno smartphone, un cucchiaino bruciato e un chip quadrato anch’esso combusto.
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