Il Consiglio costituzionale francese boccia anche la seconda domanda di referendum popolare presentata dai senatori socialisti contro la riforma sulle pensioni voluta da Emmanuel Macron
Il Consiglio costituzionale francese (Conseil costitutionnel) ha respinto per la seconda volta la richiesta di referendum popolare sulla riforma delle pensioni, come già aveva fatto lo scorso aprile.
I senatori dell’area socialista e comunista nonché gli ecologisti infatti avevano presentato una nuova e seconda domanda per vietare un’età di pensionamento superiore ai 62 anni di età. Con la Riforma, voluta dal Presidente francese Emmanuel Macron e approvata nei suoi punti essenziali lo scorso 14 aprile a seguito del via libera della Corte, l’età pensionabile è passata dai 62 ai 64 anni.
Agli oppositori della riforma non resta che un’ultima arma: una proposta di legge di abrogazione della riforma che sarà portata dinanzi al parlamento francese il prossimo 8 giugno dal gruppo di centro Liot.
La decisione arriva all’indomani delle manifestazioni che si sono svolte in occasione della festa del Primo maggio e che hanno portato all’arresto di circa 300 persone in tutta la nazione nonché il ferimento di più di 100 agenti della Police nationale. Diversi gli esercizi commerciali che sono stati danneggiati, tra cui agenzie immobili ed istituti bancari, negozi e infrastrutture. Il popolo francese non si arrende.
Cosa prevede la riforma francese delle pensioni
La Francia, al pari dell’Italia, deve fronteggiare un debito pubblico che si mostra in costante crescita, e le pensioni indubbiamente pesano in modo significativo sul bilancio dello Stato. Per assicurare ancora un’età pensionabile a 62 anni il governo francese dovrebbe innalzare ulteriormente la tassazione per i cittadini, in un momento storico in cui la pressione fiscale raggiunge già i massimi.
Così la riforma francese in materia di pensioni, fortemente voluta da Macron, si pone l’ambizioso obiettivo di rendere maggiormente sostenibile il sistema di previdenza francese, che sta rischiando oramai da troppo tempo di collassare.
Ma non è finita. Con questa riforma infatti il governo francese non interverrà solo sull’età di pensionamento, ma attuerà anche un giro di vite sulle ccdd pensioni “speciali” che interessano alcune categorie di lavoratori, come gli ex dipendenti dell’ente pubblico Ratp, di gas ed elettricità, della Banque de France (Banca di Francia) e del Conseil économique, social et environnemental (Consiglio economico sociale e ambientale). L’obiettivo di Macron è quello di porre fine ad una serie di privilegi in modo da realizzare un sistema previdenziale uguale per tutti i cittadini francesi, con l’unica eccezione rappresentata dai lavori ccdd. “usuranti”. Il progetto di riforma prevede poi un innalzamento della pensione minima a 1.200 euro.